Francesco Savio, Mio padre era bellissimo

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copertinaFrancesco Savio è al suo primo romanzo e ha scritto una storia che si legge con piacere, grazie ad una scrittura morbida, limpida, armoniosa e capace di coinvolgere.
Un ritmo lento, dolce e pacato scandisce un’armonia di parole in accordo fra loro. Un libro dai tocchi lievi e delicati, ricco di immagini. Immagini che ti si stampano nella mente, e che portano con sé domande.
Il protagonista è Nicola, un bambino di nove anni che vive metabolizzando un lutto, quello di suo padre.
In certi momenti si sente solo, abbandonato, avverte la sensazione fisica del distacco. Per Nicola, però, la relazione col padre è stata positiva e quindi interiorizza il genitore perduto come una presenza protettiva. Cerca quindi di non perdere la quotidianità che aveva con lui, quasi a voler continuare la relazione, come se questa continuità lo rasserenasse e dirigesse il dolore verso qualche cosa di reale. Si viene così a creare un processo di identificazione del bambino con il genitore che non c’è più.

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Massimiliano Naglia, Gli occhi della solitudine

copertinaVedi alla voce: amore.

Ho letto e riletto il libro di Massimiliano Naglia senza decidermi a scrivere qualcosa che fosse degno delle parole lette e capace di convincervi a fare altrettanto.
Gli occhi della solitudine è un libro d’amore, lo dico subito. E proprio perché parla di amore, riflette l’esperienza di ognuno sul proprio. Siamo amati abbastanza? Amiamo abbastanza? Che domande ingenue: come se l’amore si possa misurare in termini di peso senza guardarne la consistenza oppure l’inconsistenza. Ci sono amori che, col senno di poi, misuriamo come tali. Dipende dalla portata degli istanti indimenticabili, a dirla con l’autore.

Mi sono innamorata di un libro

Mi sono innamorata di un libro. Di un romanzo. Detto da me, come si dice in gergo giornalistico, “non è una notizia”. Eppure non accadeva da mesi. Non sono riuscita a dormire fino a che non l’ho finito, poche ore fa. Non riesco a scrivere qualcosa di rigoroso, magari nemmeno di sensato. Tutto è cominciato 4 giorni fa. Sono sempre a caccia di romanzi per Linea Notte, la rubrica della Libraia dell’amore, come la chiama Mannoni che a sua volta ha preso spunto dalla mia Emma, la protagonista di Noi due come un romanzo. Bene, scorrendo il sito Mondadori (di solito vado a comprarmeli in libreria i romanzi oppure li chiedo pietosamente alle case editrici) rimando folgorata dal volto di una donna e da un titolo BIANCA COME IL LATTE ROSSA COME IL SANGUE e d’istinto, poiché il romanzo ancora non è in libreria, chiedo all’ufficio stampa di mandarmi le bozze.

Il libro come mezzo

di Carlo Gambescia

Che rapporto abbiamo con i libri? E soprattutto che tipi di libri oggi vanno per la maggiore? I due quesiti meritano una risposta.
Anche a costo di apparire didascalici dobbiamo subito sottolineare un fatto. Ci sono due modi di porsi dinanzi al libro. Il primo è di considerarlo un fine, il secondo un mezzo. Se il libro è visto come un fine, qualcosa che ha valore in sé, il libro verrà considerato un bene culturale e persino sacro. Non per niente, si è parlato di cristianesimo, giudaismo e islam, come di “religioni del Libro”, con chiaro riferimento alla Bibbia, quale sacra espressione della parola di Dio.