Noi siamo figli delle stelle

copertina

copertinaLa ragazza che rubava le stelle – titolo originale The map of true places – , il nuovo romanzo di Brunonia Barry, è bell’esempio di come la psicologia possa indossare un bel vestito dentro un romanzo, un vestito sobrio, senza tonalità da chick-lit. 

Zee è una psicoterapeuta dei giorni nostri, immersa nella realtà di un’America psicolabile post 11/09, ed è fidanzata con un collega che qualunque lettrice donna riconosce immediatamente come l’uomo che non si vorrebbe mai sposare. Ma Zee è anche una ex bambina che rubava di notte le barche e i motoscafi che restituiva qualche molo più in là, è una che da piccola veniva soprannominata Guaio, e soprattutto Zee è figlia di una donna con sindrome bipolare che un bel giorno decide di suicidarsi.

La paura è fatta di niente

la paura è fatta di niente

“…C’era una volta e ogni volta che vuoi tu
un bosco buio di alberi all’ingiù (…) Cos’è quel gran rumore?
Lo spavento mi ruba il cuore. Vorrei trovarmi altrove,
ma non so dove… “

Ecco l’anticipo, di una bella favola in rima, che narra l’esperienza e le emozioni di un bambino di fronte alla paura, vista come un bosco buio di alberi all’ingiù e scelta per Voi per cercare di affrontare delicatamente lo stato d’animo che accomuna la maggior parte dei bambini e che in qualcuno può diventare  un problema.
La paura è una sensazione normale nello stadio di crescita infantile, soprattutto tra i quattro e i sei anni, quando l’immaginazione diventa più vivace e contemporaneamente, il bambino, impara a pensare più in profondità… [ segue ]

Immenso Roberto Bolaño

2.666“, capolavoro postumo dello scrittore cileno Roberto Bolaño, si presenta come una compilation di pezzi di varia lunghezza. E’ però un’opera “sinfonica” in cui Bolaño non racconta una storia coerente, ma è più interessato alla ricerca e allo sviluppo di temi.

Un’opera “immensa” di stupefacente ambizione espressamente composta di cinque libri distinti tra loro che differiscono, a volte in modo molto sottile, non solo nel tono e nel timbro, ma anche nel genere (Bolaño gioca con i generi), saltando dalla satira accademica al thriller psicologico.