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Le vite imperfette avvolte dalla nebbia di Angelo Ricci

copertinaLo chiarisce subito il titolo: la storia che racconta Angelo Ricci in Notte di nebbia in pianura (Manni, 2008), anzi le storie, si svolgono contemporaneamente in una notte invernale di quelle in cui la nebbia della pianura padana la fa da padrona. Una notte tristemente fredda e umida, come tristi e fredde sono le vite dei protagonisti di questo impietoso ritratto dei nostri tempi. Vite che si sfiorano ma non hanno in realtà elementi decisivi di contatto, solo qualcosa di amaro da mandare giù per tutti. C’è l’ex avvocato che per vivere presenta aste televisive in una anonima rete privata, l’ubriaco Sticazzi che comunica esclusivamente col turpiloquio, un giovane infelice sia per la sua nuova condizione di orfano che per la sua enorme stazza. E poi una donna arrestata per favoreggiamento di un terrorista islamico che in realtà l’ha raggirata facendo leva sul suo bisogno d’amore e infine una partita di pocker tra amici italiani a cui assistono le fidanzate dell’Est Europa. Cinque episodi che nella narrazione asciutta, brusca, ritmata di Ricci continuano ad alternarsi come in un caleidoscopio duro, ironico e amaro, un girotondo in cui vengono messe a nudo con uno sguardo disincantato e distante miserie, solitudini, ambizioni, sconfitte, desideri e sogni infranti. Ecco cosa ci racconta Angelo del suo libro e della sua scrittura.