Leggere Tranströmer

Il momento migliore per leggere Tranströmer è di notte quando il silenzio è armonioso e al tempo stesso stonato.
Per leggerlo è necessario arrendersi all’inverosimile, alzarsi dal letto e ascoltare i rumori minimi della nostra casa o del vento che soffia all’esterno. Chi lo legge lo fa come se fosse un segreto personale.
Tranströmer è un maestro di solitudine che abita in un silenzioso e armonico recinto.

Cenerontola: principessa all’arrembaggio

cenerontola… C’era una volta una principessa il suo nome era Cenerontola.
Sì,  proprio con la “o” in mezzo.
Proprio per questo non era né alta né bionda,
né bella né magra
e non aveva neppure gli occhi azzurri.
Abitava, più o meno felice e contenta, in affitto in un castello di soli due piani alla periferia … (pag.12) “

Vi presento oggi Cenerontola una principessa oltre i pregiudizi e i preconcetti: single, indipendente, non porta la taglia 42, al posto delle scarpette di cristallo preferisce le ballerine color amaranto perché almeno quelle non le fanno sudare i piedi, ha una grande passione per il cioccolato e invece di chiedere aiuto al principe azzurro, sfoderando voluminosi battiti di ciglia, preferisce rimboccarsi le maniche e risolvere i propri problemi … da sola! [ continua …]

Più che scandalizzare il mondo Céline finì per esserne scandalizzato

Quando nel 1932 Louis-Ferdinand Céline diede alla stampe il suo primo romanzo, Voyage au bout de la nuit, nel coro di lodi per il capolavoro non mancò la voce di Georges Bernanos. Secondo lo scrittore cattolico e monarchico l’esordiente collega anarchico e miscredente era stato “creato da Dio per dare scandalo”. Col passare degli anni forse la situazione si capovolse e più che scandalizzare il mondo Céline finì per esserne scandalizzato.

Alla fine della Seconda Guerra mondiale vedeva lo scandalo non più negli ebrei, bersagliati qualche tempo prima in un paio di  ignobili e famigerati libelli antisemiti, ma nel trasformismo vigliacco della società francese, nella forsennata ricerca di vittime espiatorie (in fondo imparentata con quella messa in atto dagli sconfitti nazisti) nella riduzione della realtà a “féerie”, farsa, pantomima. Tutti sembravano ansiosi di ben recitare il ruolo del giustiziere e a lui toccava quello del capro espiatorio, del “noto venduto traditore fellone” da squartare e gettare ai cani per lavare la coscienza collettiva.

Alla ricerca del giallo perfetto. Ritratto in nero di Roma

Chissà perché, quando si discutedi narrativa ‘gialla’ (definizione di comodo, filologicamente non correttissima, che include anche il ‘noir’, il ‘poliziesco’, l”hard boiled’ e tutti i generi e sottogeneri affini), salta sempre fuori la definizione: «E’ arrivato il Montalbano…» con annessa provenienza cittadina. Ecco quindi il ‘Montalbano fiorentino’, ‘bolognese’, ‘perugino’, ‘spezzino’… Nel caso che analizziamo siamo in presenza, secondo questa vulgata un po’ stucchevole, del ‘Montalbano romano’.
Inciso per chiarir ancor più il concetto: quando eravamo più giovani andava di moda dire che Camilleri era il ‘Montalbàn siciliano’ e oggi, che siamo invecchiati, leggiamo come il grandissimo Markaris sia ‘il Camilleri greco’. Entravano in campo altre variazioni: Montalbano era, ad esempio, il ‘Pepe Carvalho siciliano’.

BookAvenue Book Festival. Alla ricerca dell’editore perduto.

di Carla Casazza

Esordire? Non siete soli: dalle agenzie letterarie al BookAvenue Book Festival, sono vari gli strumenti di promozione.
Nella mia rubrica First Circle, qui su Bookavenue, vi parlo di autori esordienti: “scovare” quelli bravi e aiutarli a pubblicare fa parte del mio lavoro. A volte è un cammino faticoso ma estremamente stimolante, soprattutto perché mi dà l’occasione di leggere cose molto interessanti che meritano di essere introdotte nel mercato editoriale. Ovviamente mi capita di leggere anche manoscritti piuttosto “tristi”, ma non è di questi che voglio parlare.
Da questa introduzione probabilmente avrete già capito che di mestiere faccio l’agente letterario e non solo: diciamo che la mia “azienda” si occupa degli autori “chiavi in mano” fornendo loro tutti i servizi utili a portare avanti il proprio lavoro delegando a me e alle mie collaboratrici tutte le incombenze che non siano la scrittura.

BookAvenue Book Festival. Due occhi, una notte insonne e quattro neuroni svegli, regalati a una mano.

di Paola Manduca

Oggigiorno, tutti scrivono libri.
Una frase tormentone che corre da qualche tempo sulle bocche di quei pochi che, con ogni evidenza, non l’hanno ancora fatto. Ed è una frase che, a volerla contestualizzare, circola più dai parrucchieri che nei salotti, per due motivi. Il primo è che nei salotti il rischio di conoscere qualcuno che abbia dato alle stampe il suo preziosissimo manoscritto è più elevato, ed è consigliata prudenza. Il secondo è che dai parrucchieri si leggono giornali che, per quanto discutibili, danno il polso reale di quel che sta accadendo alla nostra società: comici, conduttrici di tg, attori, suore, tennisti, astronauti ma anche perfetti sconosciuti affidano al libro il volano della loro interiorità fino ad allora inespressa, e si lasciano recensire con la voluttà di una vergine ipocrita.