michela murgia

La sindrome di Grimilde

Di Michela Murgia

Molti mesi fa ho rilasciato una breve intervista al Corriere della Sera (che però è uscita adesso) a proposito degli stereotipi femminili veicolati nelle fiabe e negli altri atti narrativi rivolti all’infanzia. Ave Mary era uscito da poco e il tema della demistificazione dell’immaginario era caldo anche socialmente, sull’onda lunga di Se non ora quando e del lavoro capillare nelle scuole e sul web di Lorella Zanardo, Loredana Lipperini, Michela Marzano e decine di altre blogger, giornaliste e intellettuali impegnate sul tema. Lo spunto dell’intervista era apparentemente superficiale – l’annuncio dell’uscita di due rivisitazioni cinematografiche su Biancaneve – ma proprio per questo ho risposto volentieri.

Ripartire dalle città per superare l’anomalia italiana

Con Max Weber per la prima volta la città ed i fattori che compongono la realtà sociale urbana ricevono una sistemazione teorica attraverso la costruzione di una tipologia ideale delle città, basata sulla individuazione delle funzioni prevalenti. Punto di partenza della riflessione di Weber sull’argomento è la considerazione che la città costituisce in ogni civiltà il motore del divenire storico. Superando le teorie elaborate durante il corso dell’800 Weber giunse alla conclusione che tra le istituzioni urbane esiste una interrelazione che non consente di elaborare una teoria della città’ partendo dall’isolamento di una o più di esse. Di città hanno parlato altri studiosi agli antipodi della città cibernetica. E’ difficile tornare alle origini quando la città diventa presidio del futuro, ma il senso delle cose si conserva nelle cose stesse ed in fondo la città rimane un luogo da abitare, da vivere e dal quale ripartire. L’uomo e il filosofo si sono sempre interrogati sul concetto di città e il modo di viverla. Diventare Città è un passo importante poiché le radici sono state riconosciute meritevoli di quel salto di qualità che distingue una storia locale fatta di tanti tasselli, di tanti uomini che nel tempo hanno reso migliore e “speciale” un territorio.

Battaglie di libertà

In questi ultimi tempi dominati da numerosi sintomi di degenerazione dello Stato e della società, fra cui una dilagante frattura sociale, si intravede una luce nel panorama editoriale italiano che ridona voce di chi ha dotato l’Italia di una dignità riconosciuta a livello mondiale. L’Italia di De Gasperi, di Bobbio, di Calamandrei, di Salvemini, di Basso. Ma il nobile elenco potrebbe continuare contemplando anche voci meno conosciute, virtù deboli che hanno fatto la forza dell’Italia per la forza delle idee e dell’impegno civile. 
Queste sono solo alcune delle voci contenute nell’ultimo libro di Sergio Lariccia Battaglie di libertà. Democrazia e diritti civili in Italia (1943 – 2011) Carocci Editore.
Lariccia si distingue da sempre per la sua rigorosa metodologia che non trascura mai il dettaglio. Anzi il dettaglio spesso diviene il particolare che fa la differenza, il valore aggiunto di un discorso che con quel dettaglio ne risulta notevolmente arricchito. Le note, le citazioni, una bibliografia accurata consentono all’appassionato di proseguire il cammino tracciato e facilitato dal sentiero delle parole che stimolano ogni
volta una ricerca personale o più approfondita secondo gli scenari che si aprono davanti a quel lettore che non ama la superficialità, preferendo i fatti alle interpretazioni..

Un popolo di poeti, di artisti, di eroi…e di scrittori

Italiani sono, anche, un popolo di scrittori in cerca della casa editrice con cui pubblicare il loro ‘libro nel cassetto’, ma cosa propongono agli editor di casa nostra?
Quali i generi che vanno di piu’? E soprattutto quante possibilita’ ci sono che ‘uno scrittore sconosciuto’ possa coronare il suo sogno? A spiegarcelo, sono gli editor di tre grandi case editrici: Alberto Rollo, direttore letterario Feltrinelli, Michele Rossi, editor narrativa italiana Rizzoli e Giulia Ichino, editor narrativa italiana Mondadori.

particolare da copertina

Camminare correre volare

Gabriele: Cosa vorresti migliorare di te?
Asja: Vorrei imparare a fare qualcosa. Non so fare niente.
Gabriele: Devi imparare a liberarti delle noia, della paura della rabbia.
Asja: Allora è un casino!
Gabriele: Sei tu che scegli
Asja: Cosa?
Gabriele: Quello che vuoi
Asja: Io non so ancora quello che voglio
Gabriele: Decidi chi vuoi essere. Soltanto quando lo saprai, potrai volare …”

Storia dell’antimafia a fumetti. Tre autori per una grafic novel civile.

Falcone è un gatto e Borsellino un fox terrier, Riina e Provenzano sono dei cinghiali, Cossiga è un ariete, Andreotti un pipistrello, Dalla Chiesa un bulldog, Vito Ciancimino è un lupo.
“Un fatto umano”, in libreriada pco tempo, è un fumetto, un omaggio poetico di grande bellezza, ma anche un racconto politico e profondamente «morale», un vero e proprio viaggio nella memoria e nella Storia, per ricordare, imparare, e – come è successo agli autori – auto-sensibilizzarci, lasciandoci contagiare dal coraggio e dalla fiducia nella giustizia che sono l’anima pool antimafia di Palermo.

Podcast. Come il jazz può salvarvi la vita. Parte tre: Charlie Haden

Charlie Haden – contrabassista, compositore, bandleader e artista dotato di coscienza politica – è davvero un musicista di potere immaginativo, un “poeta” del contrabbasso che ha contribuito con il suo virtuosismo alla produzione di molti dei dischi più interessanti del jazz.
Come una parte vitale della rivoluzione jazz iniziata dal suo mentore, Ornette Coleman , dirige il suo gruppo e attraverso la sua musica, comunica il suo animo profondo con un suono ricchissimo che riflette una sensibilità profonda alla musica e alla vita.

La camera dei cittadini

“Per troppo tempo siamo stati non dei civis ma dei meteci, dei mezzi cittadini che si limitavano a lavorare e pagare le tasse (o a evaderle), ma non sceglievamo i governanti. Ci eravamo autoesclusi dalla partecipazione poltica”. Queste parole sono di Ornaghi e Parsi in una intervista del 1994 al Corriere della Sera a seguito dell’uscita del loro libro ben scritto “La virtù dei migliori”.
Quasi vent’anni dopo la questione è ancora attuale. Nel frattempo Ornaghi è diventato Ministro di un Governo tecnico, dopo la manifesta incapacità dell’attuale “classe” politica che non rappresenta più nessuno e non ha più rappresentanti dei “cittadini” a seguito della frattura sociale provocata da anni di privilegi e arroccamenti.