Diceva Antonio Gramsci in “Odio gli indifferenti” che “lo sforzo fatto per conquistare una verità fa apparire un po’ come propria la verità stessa, anche se alla sua nuova enunciazione non si è aggiunto nulla di veramente proprio, non s’è data neppure una lieve colorazione personale”. Non citiamo Gramsci solo per rendere il nostro incipit ricco ed accattivante, ma perché, recentemente, abbiamo avuto modo di apprendere un’infinità di idee, opinioni, cognizioni tanto da averne la testa piena. Un cervello così saturo di idee che se non si dà adito ad un incipit alla fine l’idea inizia a scriversi da sé materializzandosi ai nostri occhi sul monitor. Abbiamo partecipato, domenica 9 dicembre 2012 a Roma presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur, a “Più Libri più Liberi” (tra l’altro un titolo geniale voler considerare la parola “libri” una contrazione della parola “liberi” quasi un “difetto” dislessico e come un difetto si porta dentro una libertà creativa infinita), ma abbiamo partecipato non solo per i libri. Siamo andati ad un incontro con i libri che hanno voce, sguardi, mani , piedi e respiro: siamo andati all’appuntamento con Andrea Camilleri, nonostante il “fitusissimo friddu” che si sentiva dentro e fuori, in questo inverno che pare accompagnare le giornate di crisi nera della nostra Italia, Paese ormai estraneo pure a noi Italiani di rango europeo.
Andrea Camilleri, una voce che illumina la notte


Esattamente quarant’anni fa nasceva l’idea di una fondamentale opera di Paolo Sylos Labini. Si tratta di quel Saggio sulle classi sociali davvero importante per la formazione di diverse generazioni che ne hanno apprezzato la chiarezza e la schiettezza dell’autore. E con queste doti affermava “chi scrive si considera, politicamente, un onesto riformista – onesto nel senso che non solo crede ma, con le sue modestissime forze, opera per le riforme, specialmente per quelle riforme che possano contribuire a “sgombrare il terreno da tutti quegli impedimenti legalmente controllabili che impacciano lo sviluppo della classe operaia” […]
Raramente io e il mio due di copia andiamo d’amore d’accordo in fatto di musica. Trovo, talvolta, il suo rigore un po’ “vetero” (qui alludo anche alle sue idee in fatto di politica) e che hanno a che fare con la sua anagrafe. Capiamoci, (sennò la Manduca me la ritrovo dietro la porta), va tutto molto bene, se non fosse che qualche volta i toni con cui confliggiamo sono sopra le righe. Ma sono battibecchi che in amore ci stanno tutti. Non ho dovuto scontrarmi, anzi, quando mi sono messa a scrivere di Jamie Cullum con lui che cercava di sbirciare, come si fa tra compagni di banco, il soggetto dell’appuntamento di giro della rubrica.



Da un secolo Nazzareno Anconetani, 91 anni, dà voce alla nostalgia degli immigrati nella capitale argentina
La libreria non sarà più solo un luogo dove entrare per acquistare un libro da leggere a casa, ma un punto di incontro, un luogo di aggregazione a forte accento culturale, caratterizzata da un assortimento accuratamente selezionato, in spazi ampi e confortevoli in cui sono presenti caffetterie, con una attività culturale permanente destinata alla promozione della lettura e una proposta on-line sempre più ricca.
