Il gongolone bianco

il gongolone bianco… Sei diventato brutto però» disse Aurora, un po’ delusa.
” Volevo essere un’oca per vivere con te” pensò il gongolone abbassando il collo un po’ vergognoso.
«Sembri proprio un’oca … Non voglio che tu diventi un’oca! Ho parlato tanto di te alla mamma.
Ci ha pensato un po’ su e poi ha detto …
[pag. 40 – continua]

lorenzetti

Alla ricerca del buon governo

lorenzetti Si dovrebbero insegnare principi di strategia che permettano di affrontare i rischi, l’inatteso e l’incerto, e di modificarne l’evoluzione grazie alle informazioni acquisite nel corso dell’azione. Bisogna apprendere a navigare in un oceano d’incertezza attraverso arcipelaghi di certezza” E. Morin

Che cosa dipingerebbe oggi Ambrogio Lorenzetti? Sono passati molti secoli da quando il Palazzo Pubblico di Siena è stato affrescato con le Allegorie che descrivono gli effetti del buono e del cattivo governo.

In tempi di smarrimento di una classe dirigente qualificata e qualificante è necessario intervenire con provvedimenti di urgenza per ripristinare un sistema distorto e carente di efficacia ed effettività delle regole. Nei momenti di crisi più che mai c’è bisogno di un riformismo nel senso più ampio del termine. Ri-formare. Dando all’aspetto educativo e formativo un ruolo di primaria importanza. A  queste esigenze cerca di rispondere il Master Universitario in Management e Politiche delle Pubbliche Amministrazioni presentato a Roma nel corso dell’evento Il Buon Governo, Il ruolo delle amministrazioni pubbliche alla presenza del Ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi , del Giudice costituzionale Sabino Cassese di eminenti studiosi .

Il cuore di Chisciotte

il cuore di Chisciotte“… Mi si riempie la testa, mi si riempie la testa
Di tutto il mare buono, di tutto il mare in tempesta
Di contese, battaglie, duelli e incantamenti
Di giganti giganteschi, sfide, guerre e tradimenti
Di capricci, piagnistei e degli amori tormentati
Dell’odore dei cavalli, del rumore dei soldati
Dell’odore di bruciato che dal libro pare esca
Tutto questo tutto quanto sta qui dentro la mia testa?
A vederla sembrerebbe che non c’è poi molto posto
Ma qui dentro c’è lo spazio più gigante che conosco…” [continua ]

Federico Caffè

L’economista che visse tre volte

Federico CaffèSe il silenzio di Caffè ci parla, il silenzio su Caffè è pura miopia e comportamento doloso a tutti i livelli. Il “piccolo” grande economista deve essere non solo ricordato, ma anche attualizzato attraverso la messa a dimora delle sue analisi che devono oggi più che mai radicarsi in una terra arida di idee. Quelle stesse idee oggi ancora non raccolte e che invece dovrebbero fluire come tanti ruscelli per confluire nel fiume delle istituzioni e nelle aule universitarie per  la bellezza del sapere e per la concreta risoluzioni di quei problemi che hanno messo in ginocchio il nostro Paese umiliandolo da ogni dove. L’Italia culla del Rinascimento subisce oggi una involuzione per l’applicazione di scelte finanziarie che riparano una finestra lasciando scoperto il tetto di una casa pericolante.

Thomas Jay di Alessandra Libutti: le parole rendono liberi

Benchè Thomas Jay sia stato dato alle stampe per la prima volta nel 2007 da una piccola casa editrice, Alessandra Libutti ha iniziato a lavorare al romanzo nel 1999. Già nella sua prima edizione in tempi non sospetti, quando era una piccola perla di un autore sconosciuto pubblicato da un editore sconosciuto, il romanzo ha ricevuto numerosi apprezzamenti dai lettori. Ora è stato ripubblicato da Fazi con una grande campagna promozionale (segno che l’editore ci crede) che è stata anche al centro di qualche polverosa – e a mio avviso esagerata – polemica.

Tra la prima pubblicazione nel 2007 e quella attuale cos’è accaduto a Thomas Jay? Qual è stato il percorso del romanzo?

Thomas Jay è stato vittima di un editore inesperto, con più ambizioni che capacità. Si mostrarono seri fino alla pubblicazione, poi i nodi vennero al pettine: il romanzo non raggiunse mai le librerie e ci volle parecchio perfino perché comparisse su IBS. Decisi di mettere a disposizione una copia per una catena di lettura su aNobii. Piacque e la gente cominciò a comprarlo e recensirlo. Fu un percorso lento, ma nel giro di due anni finì sullo scaffale di oltre 90 utenti di aNobii, guadagnando 60 commenti positivi e quasi altrettante recensioni in giro per la rete. Considerato che non aveva avuto promozione ed era acquistabile solo online fu un bel traguardo. E’ stato tramite la rete che è arrivato tra le mani di un editor di Fazi.

Ricordo di Tonino Guerra. Un grande italiano

Un grande cantastorie. Ecco che cos’è stato Tonino Guerra. Un poeta, certo, ma nel significato totale del termine, poeta secondo i canoni della letteratura ma soprattutto secondo l’identità istintiva che gli dà l’immaginario popolare. Il poeta dunque associato a visionarietà, stravaganza, imprevedibilità, bizzarria. E il popolo quasi sempre ha ragione: va oltre la normalità uno che scrive in dialetto romagnolo e che viene tradotto in cinese, e da Mao in persona. Sarà vero, sarà una leggenda, non importa. Rientra negli sconfinati orizzonti fantastici in cui hanno convissuto oltre allo scrittore in versi, lo scrittore in prosa, lo sceneggiatore cinematografico, il pittore, il disegnatore e infine l’inventore di mille preziose cose futili e inutili che però fanno bene allo spirito.

La macchina della morte

Cosa succederebbe se con una semplice analisi del sangue fosse possibile prevedere in che modo si morirà? Ryan North, Matthew Bennardo e David Malky hanno lanciato la sfida alla Rete, questa raccolta di 34 racconti sono il risultato.
Cosa succederebbe se una macchina potesse predire in maniera infallibile in che modo una persona morirà, basandosi su un semplice esame del sangue? Come cambierebbe il nostro modo di agire? Saremmo più liberi o vivremmo incatenati a quella sentenza ineluttabile, condizionati in ogni scelta da un destino che può materializzarsi in qualsiasi momento? Saremmo morbosamente attratti da ciò che ci ucciderà o cercheremmo di fingere con noi stessi di non sapere nulla?

I quattro canti della resistenza civile.

Forse stiamo scrivendo accertate banalità. Ma per capire un libro (il ‘senso’, a scuola ci avrebbero fatto scrivere: il ‘messaggio’) spesso bastano pochissime righe. Dunque, prima di entrare in tema, leggete attentamente questa citazione: «Vorrei avere nella mia casa una donna ragionevole, un gatto che passa tra i libri, degli amici in ogni stagione senza i quali non posso vivere». Parole di un poeta francese riportate pari pari a pagina 190 del romanzo d’esordio di Giuseppe Di Piazza: «i quattro canti di Palermo», edito da Bompiani. Siccome Di Piazza è un noto giornalista cercheremo di non esagerare con le lodi.