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Voglio volare sulla montagna!

 

La nostra amica Silvia Belcastro ha assistito all’incontro-intervista con il già premiato allo Strega Giovani (e fors’anche prossimamente a quello maggiore) Paolo Cognetti e Mauro Corona, troppo grande per aver ancora bisogno di un cenno biografico. Il vino, diciamolo, ha accompagnato le parole – in specie – di quest’ultimo che, proprio per questo, finisce con l’essere amato. Il racconto della presentazione che segue è molto bello e a tratti divertente ma per poterselo gustare dalla prima all’ultima parola ha bisogno di una decina di minuti, forse qualcuno meno. Staccate la spina e buona lettura! (ndr)

trekking, foto di uomo al tramonto su sentiero di montagna

H.D. Thoreau. Il cammino dell’uomo

Thoreau ha detto con grande anticipo le cose che oggi leggiamo sui libri di Serge Latouche in fatto di descrescita. La semplicità collettiva è fondata sull’idea che una “vita semplice” con risorse e consumo di energia ridotte, è una valida alternativa alla cultura del consumo.

L’idea, aggiungo, è che la vita “semplice” migliora non solo la nostra vita, ma la vita dei nostri contemporanei – a patto che anch’essi aderiscano a questo modello – e degli altri che verranno dopo di noi. Per non parlare di come questo codice comportamentale contribuisca a salvaguardare il nostro pianeta dalla catastrofe ambientale verso cui stiamo… marciando tutti con grande entusiasmo.

Il cuore scomparso della Mitteleuropa

Con questo articolo Davide Zotto comincia la sua collaborazione con BookAvenue…a sua insaputa.
Dalla redazione un caloroso benvenuto.

Non cercate sullo scaffale della libreria la guida Lonely della Galizia, perché non la troverete. Non chiedete nemmeno al solerte commesso. Sarebbe inutile; forse vi risponderebbe che quella guida non la stampano più. Perché la Galizia è stata inghiottita dalla storia; come è stato inghiottito l’impero Austroungarico di cui era la regione più orientale, come sono stati inghiottiti gli shtetl ebraici che la punteggiavano.>>

La comparsa

Alle quattro del mattino il cellulare riprende vita. Anche se è una sveglia dimenticata dal giorno prima, Noga non interrompe la malinconica suoneria, inserita dall’amico flautista che non voleva essere dimenticato durante questo suo lungo soggiorno in Israele. Quando finalmente ricade il silenzio, Noga non si raggomitola nel plaid a quadri dei suoi, genitori per riprendere il sonno interrotto ma, manovrando con delicatezza le leve del letto elettrico, solleva la testa osservare, ancora distesa, il cielo pallido di Gerusalemme, alla ricerca del pianeta al quale deve il proprio nome.

Noga suona l’arpa nell’orchestra sinfonica di Amsterdam ed è divorziata perché si rifiuta di avere figli.
Torna a Gerusalemme, nella casa dove è nata, per un periodo di tre mesi, perché la madre si trova in una casa di riposo di Tel Aviv.

Le canzoni dell’aglio

Chiamano questo posto Tiantang, cioè Paradiso, ma è tutto una specie di scherzo e allora i contadini si arrabbiano di brutto, prendono d’assalto la sede del distretto, entrano di forza negli uffici, lanciano dalla finestra i vasi di fiori e danno fuoco ai documenti, alle tende, ai mobili. Sono esasperati e non ce la fanno più a sopportare l’arroganza del Partito che li obbliga a coltivare solo aglio e non riesce a trovare nessuna soluzione per uscire da una crisi che sembra non finire mai.
Tutto è macchiato, spezzato, frantumato… Tanto il popolo è stupido, e deve rimanere stupido e povero, in modo che la stupidità possa garantirlo il potere.

 

Ammettere ciò che altri non osano rivelare

Stavros Topouzoglou ha vent’anni e una valigia piena di sogni. C’è qualcosa in lui che è al tempo stesso fragile e intenso, tenue ed energico.
Vicino a lui lavora Vartan Damadian. Ha il viso scuro, un grande naso, la fronte bassa, i capelli folti e le labbra carnose.
E’ il 1896 e Stavros e Vartan sono in Anatolia, una terra di commovente bellezza, una terra verde e fertile che da sempre è un crogiolo di razze e culture. Da lontano vedono il Monte Erzus, con l’armonia delle sue forme, la sua vetta e i fianchi coperti di neve.

Il figlio

Magistrale secondo romanzo di Philipp Meyer, Il Figlio è un poema epico dalla grande potenza narrativa che sorprende. Meyer racconta la storia del Texas attraverso una famiglia di disadattati e reietti. Il figlio è un libro sconcertante incentrato sui personaggi e si legge come tre autobiografie che variano di continuo il tono, lo stile e la voce.  
Colpisce il capostipite centenario Eli, conosciuto da tutti come “Il colonnello”, nato a Bastrop in territorio indiano lo stesso giorno in cui il Texas diventò una repubblica, ma anche la storia di suo figlio Peter (impressiona molto il modo in cui cresce e gradualmente si ribella contro il padre autoritario) e la narrazione della pronipote Jeanne Anne che, da ultima erede, dovrà riannodare i diversi fili spezzati.

Luoghi selvaggi che selvaggi non sono.

Come a molti capiterà, un giorno smetteremo di fare quello che facciamo per forza o per scelta. La prima è legata alla fine del tempo del lavoro, per cui arriva il momento, volente o nolente, di dover andare in pensione. Gli altri, quale che sia il motivo, possono scegliere o decidere di fare il mestiere del camminatore naturalista: la cosa potrebbe rivelarsi anche remunerativa oltre che ad una spettacolare scelta di vita.

particolare dalla copertina di MacFarlane, antiche vie, Einaudi editore

Elogio del camminare. Siamo fatti con i piedi dopotutto.

Mentre sistemo i libri nello scaffale della narrativa di viaggio, fatico a ridisegnare una proposta che accompagni il lettore in cerca di ispirazione: il disordine è ampio. E’ fine agosto ed è sorprendente come in molti stiano ancora comprando le guide turistiche; pensavo fosse giunto il momento di pensare ai libri di scuola per i propri ragazzi; ci siamo quasi dopotutto. Sono assorto in pensieri tipo questo ed altre amenità della serie: “machecivuolearimetterliapostoperbene?”, quando mi capita tra le mani il libro di Robert MacFarlane, Le antiche vie. Un elogio del camminare. L’occhio è caduto sulla copertina e scorgere l’uomo con lo zaino e i bastoni è bastato.