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I “grandi” assenti di Mantova

Viktor Erofeev è uno scrittore e giornalista russo, già espulso, prima della dissoluzione dell’Urss, dall’Unione degli Scrittori Sovietici per la sua vicinanza ai dissidenti, e poi dissidente egli stesso nella Russia di Putin. Gore Vidal, scomparso la scorsa estate, è stato uno scrittore americano, forse più innamorato dell’Italia che dell’America, di immensa eleganza e anticonformista militante.>> Edwin Honig, mancato nel 2011, fu invece un poeta laureato, critico letterario e traduttore, fra gli altri, di García Lorca, Calderón de la Barca e Pessoa, una mente brillantissima, tanto poco conosciuto da noi quanto protagonista di una vita culturale straordinaria.

Se l’autoambulanza fosse stata inventata prima

PARIGI – (ANSA) Se un’ambulanza fosse intervenuta in tempo avrebbe salvato alcuni grandi personaggi della storia, come l’imperatrice Sissi, Cleopatra e Socrate, e avrebbe cambiato il corso degli eventi. Nel libro ‘L’Histoire en S’AMUsant‘ (con il gioco di parole, in francese, tra ‘SAMU’, ambulanza, e ‘s’amusant’, che significa divertendosi) un medico francese in pensione, Jean-José Boutaric, prova a immaginare come le prime cure di pronto soccorso avrebbero potuto impedire la morte di 14 personalità, tra re, imperatori, uomini politici e filosofi.

Perchè dare il Campiello a Ugo Riccarelli

Se tutto rischia di morire, che almeno il filo della vita di questo luogo possa arrotolarsi e srotolarsi attraverso le sue parole” pensò l’Annina in quelle giornate di nuova solitudine – e se proprio un filo c’era, nelle sue storie, allora le sembrò che narrarlo fosse il solo scopo di tanta vita. Così scriveva Ugo Riccarelli ne Il dolore perfetto a sottolineare il potere salvifico della parola e del racconto “Credo fortemente nella forza della narrativa, del raccontare come esigenza anche proprio ancestrale, fisica delle persone. Il raccontare e raccontarsi. Raccontare le proprie storie minute, che incollate una assieme all’altra formano poi la Storia”. Raccontare storie è stato per Ugo Riccarelli uno straordinario strumento per tenersi attaccato alla vita già dal suo libro d’esordio, Le scarpe appese al cuore, una sorta di diario del periodo in cui fu sottoposto al trapianto di cuore e polmoni. E cucire la vita e cucire le storie è diventata la cifra caratteristica della sua scrittura insieme alla capacità di rovistare nella Storia attraverso le storie dei singoli, delle persone più semplici.

Podcast. Al Green: let’s stay together

Ancora oggi il grande nero (o negro?, non vorrei offendere nessuno, mi si creda. fs) del blues continua a girare e fare concerti. Al Green ha 67 anni e non li dimostra: i suoi concerti sono sempre sold out. Come molti della sua generazione si augura di finire il suo giro il più lontano possibile, sul palco. Se c’è un Dio del blues, sono convinta, lo accontenterà. La rivista Rolling Stone lo ha collocato al posto n. 65° dei più grandi di tutti i tempi; è un pò come quando le squadre di calcio ritirano la maglietta di un calciatore che è stato grande. Quel posto non glielo toglie nessuno.

Antonio Manzini. Per Rocco Schiavone la pista è nera.

Dell’indagine si deve occupare il vicequestore Rocco Schiavone da poco trasferito in punizione da Roma ad Aosta. Poche le tracce intorno al corpo maciullato, briciole di tabacco, qualche lembo di indumento e qualche altro segno che fa pensare a un delitto. La vittima è un catanese, Leone Micciché, che ha lasciato la Sicilia per avviare quassù in mezz0 alla neve una riuscita attività turistica.

Goffredo Fofi. Dopo Fellini, niente. Il cinema italiano senza eredi

“Fellini, Antonioni, Monicelli. Nel cinema italiano di oggi non è rimasto niente di questi grandi maestri”. Non ha dubbi Goffredo Fofi, critico cinematografico e memoria storica della settima arte dalla seconda metà del ‘900 a oggi. “Non direi che ci sono colpe specifiche, quanto piuttosto un disastro organizzativo, politico, umano. I tempi sono cambiati e il cinema non ha più il ruolo centrale che aveva negli anni ’70. Se siamo ridotti così è colpa della televisione, che ha impoverito il cinema, costringendolo ad adeguarsi ai suoi bassi standard”.

Padre Brown in Paradiso

Gilbert Keith Chesterton potrebbe presto essere fatto santo. Ne è convinto Dale Ahlquist, presidente e cofondantore dell’American Chesterton Society. La notizia viene riportata dal quotidiano Libero.

Sul sito cattolico Crisis Magazine Ahlquist ha raccontato di essere riuscito a convincere il vescovo di Northampton, Peter Doyle, ad adoperarsi per far avviare una causa per la canonizzazione del grande scrittore londinese.