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Maestrapiccola. Diari, spugnature e spensieri di un anno di scuola.

Maestrapiccola… Quando i bambini mi raccontano, io mi infilo nelle loro vite, vedo le camerette azzurre con i letti da fare, i soggiorni apparecchiati, i cassetti di perline, le mamme che non arrivano e poi arrivano di corsa e cucinano, i papà che rientrano con le scarpe grosse e i pensieri in testa, le domeniche i compleanni dai cugini, i viaggi in macchina,i giochi senza fine con i fratelli, i bagni nella vasca,i  nonni che raccontano storie e che muoiono. I bambini mi fanno vedere tutto, perché sono così precisi e confusi assieme che restituiscono esattamente la realtà… Davide non trova le parole per spiegare l’assorbimento dell’acqua e dice:« La carta si spugna tutta!»  È meraviglioso meglio non si può descrivere il fenomeno. Quando torno a casa sono così spugnata di loro che grondo… ( pag.8 )
I bambini esistono ancora.
Nonostante una società che cerca di anticipare la loro adolescenza e genitori che spronano ad anticipare un po’ tutte le loro esperienze e conoscenze, i bambini, per fortuna, resistono e continuano ostinatamente ad esistere con le loro ingenuità, il sentire spontaneo, i loro occhi puliti che vedono quello che gli adulti non sono più in grado di vedere o non vogliono vedere … [ segue ]

 

1948, liberi tutti. È la “Beffa dei vinti”

Nel 1944 Margherita Albani è una scaltra e fascinosa donna di ventotto anni. Che sa come rigirarsi un uomo per fare la bella vita e come sbarazzarsene quando quella vita inizia a soffocarla. Così in quattro mesi si libera del marito, con cui vive a Pegli, perché le sta troppo addosso: lo denuncia al Comando tedesco, lo fa arrestare, lo isola, si fa intestare ogni bene, gli tende una trappola e lo fa deportare nel campo di concentramento di Flossenburg, dove Roberto Rossi Canevari – che pesa 43 chili e la ama ancora – muore. Margherita è libera e per un paio d’anni se la spassa.

Il ritorno di Jack Ryan

Prima o poi tornano tutti e quindi ecco di nuovo Jack Ryan, ”intelligence man” dall’analisi sottile e, all’occorrenza, dalle maniere spicce. Personaggio velocemente passato dai libri al grande schermo – dove è stato interpretato, a turno, da Harrison Ford, Alec Baldwin e Ben Affleck (ma presto sarà la volta di Chris Pine nell’ennesimo sequel della saga) – Ryan è l’alter ego di Tom Clancy, scrittore da best seller grande esperto di armi e di servizi segreti (soprattutto Usa). I suoi ”La grande fuga dell’Ottobre Rosso” e ”Potere esecutivo” sono due classici della spy story moderna, ma atipica e molto muscolare, tanto da essere ribattezzata ”tecno thriller”, in onore anche del ripetuto uso delle più sofisticate possibilità delle reti informatiche.

Podcast. Una tromba tra miele e vino. Paolo Fresu

Paolo Fresu trombettista classe 1961 nasce a Berchidda “la città del miele e del vino” a metà strada tra Olbia e Sassari. Lo chiamano il trombettista insonne per la sua attività incessante: 2500 concerti, 300 dischi, 2 festival, alcuni libri.

Il suono di Fresu é stato paragonato più volte a quello di Chet Baker e Miles Davis ma con il tempo ha sviluppato la personalissima abitudine di suonare seduto e con il corpo piegato su se stesso come se questo “raccogliersi” dovesse aiutarlo a trasformare più immediatamente le sue emozioni in puro suono. Ascoltandolo siamo convinti che ci sia riuscito in modo autentico e naturale perché le sue vibrazioni si percepiscono intatte e incontaminate.

Il segreto di Monsieur Taburin

il segreto di monsieur taburin“… Se c’era un esperto di cambi, fermapiedi, cuscinetti a sfera, ingranaggi, camere d’aria, gomme larghe o intermedie, oppure tubolari, quello era proprio Raoul Taburin, il venditore di biciclette di  Saint-Céron. I cigolii, i fischi, le anomalie più impercettibili, gli interventi più delicati, niente metteva in discussione la maestria di Raoul Taburin.
Del resto aveva una tale fama che nei paraggi non si diceva più una bicicletta, ma un taburin …
( pag.13 )
Raoul Taburin sa tutto in fatto di biciclette: in men che non si dica, nella sua officina, ripara e sostituisce catene, sellini, ruote, raggi, rapporti, camere d’aria, tutto di tutto.
C’è solo una cosa che non sa fare: andare in bicicletta.
Nella Francia di provincia, dove il radunarsi in pubblico per seguire alla radio il Tour de France è ancora un avvenimento grandioso, l’inconfessabile segreto di Monsieur Taburin è qualcosa che lo mortifica e lo fa vergognare profondamente. Questo scomodo segreto, Monsieur Taburin riesce a tenerlo nascosto agli occhi del suo piccolo mondo per tutta una vita , quella trascorsa nella sua bottega a riparare bici, o quasi…[segue ]

 

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A Philip Roth l’International Booker Prize

È Philip Roth, (78 anni!), autore del celebre “Lamento di Portnoy” ma anche della “Pastorale”, il vincitore del Man Booker International Prize 2011, giunto alla quarta edizione e considerato il più prestigioso riconoscimento letterario di lingua inglese.
«Questo è per me un grande onore e sono felice di ricevere questo premio», ha commentato Roth, subito dopo aver ricevuto l’annuncio della sua vittoria su altri dodici finalisti tra cui c’era anche Dacia Maraini.

I diritti della gente. L’erosione delle libertà in Usa in nome della sicurezza

E’ un pò che ho lasciato da parte quello che accade nella società americana distratto da molte altre cose, l’occasione di recupero mi è stata data dall’arrivo sulla scrivania di questo saggio dove, con pazienza e bravura, David Shipler, ha documentato il ​​crollo della libertà americana nel suo libro: “The Right of the People, How our search of safety invades our liberties” (I diritti del popolo: come la (“loro”) ricerca di sicurezza ha invaso la (“loro”) libertà” (Knopf, 400 pp,).
Non che gli americani sembrano preoccuparsi più di tanto. Due i timori diffusi – la criminalità e il terrorismo –  li hanno portati volentieri (se i voti congressuali sono un indicatore) a rinunciare alla libertà tutelata dalla Carta dei Diritti, dice. A Washington DC, Shipler accompagna una pattuglia della polizia in servizio alla ricerca di armi illegali con la risultante di mostrare come il come sottoproletariato nero della città, ha perso la sua protezione dal Quarto Emendamento da perquisizioni e sequestri di persona veri e propri, del tutto immotivati.

Il libro. Un grande avvenire dietro le spalle

Per gli storici del libro e dell’editoria gli anni che stiamo vivendo dovrebbero essere entusiasmanti. Siamo di fronte a cambiamenti epocali paragonabili solo a quelli dei tempi di Gutenberg. Vi sono anzi tutte le premesse perché queste trasformazioni risultino ancora più radicali e profonde sulle abitudini culturali e sulle pratiche sociali.

Nel XV secolo si era passati dal libro scritto a mano a quello riprodotto meccanicamente in molte copie, anche se l’oggetto in sé non era in fondo cambiato molto. A distanza di tanti secoli non abbiamo difficoltà a riconoscere come libro un codice medievale, destinato a funzionare in linea di principio secondo le medesime regole del libro a stampa contemporaneo: una serie di fogli rilegati da una parte, destinati a contenere un testo da un verso e dall’altro. Ad un primo sguardo stentiamo anche a distinguere un incunabolo da un codice a mano degli stessi anni. La continuità tra i due oggetti è dunque lampante, anche se qualche decennio dopo Gutenberg un geniale editore come Aldo Manuzio ha pensato di adeguare il prodotto alle caratteristiche della nuova tecnologia e alle impensabili opportunità che aveva determinato, ideando dispositivi in grado di renderlo più pratico e funzionale.

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Podcast. Un amore supremo: John Coltrane

foto autoreA sentirla, la vecchia copia in vinile frigge decisamente troppo. Polvere, graffi accidentali, macchie di umidità ed altri impietosi segni del tempo. Il mio primo album di jazz, questo me lo ricordo bene: A Love Supreme di John Coltrane, acquistato a seimila lire durante una svendita per chiusura definitiva di un negozio gestito da un brutto tipo allargato a dismisura dalle tante birre di una vita, che si vantava di non aver mai praticato uno sconto in tutta la sua vita. Di jazz ero vergognosamente a digiuno, nel 1987, ma “qualcuno” (che era solo un sogno di qualcosa che poi sarebbe diventato) mi aveva consigliato di procurarmi questo disco “Perché se devi cominciare da qualche parte, non puoi far altro che partire da qui“. Era vero. Oggi sono tra le persone che si precipiterebbero a salvare A Love Supreme, (ma anche Bitches Brew di Miles Davis e Monk’s Greatest Hits di Theolonius Monk) dalle fiamme di un incendio domestico. Chi ama il jazz lo fa, vi assicuro.