Sdraiata a letto, ecco il momento in cui Isabel Dalhousie, filosofa e direttrice della «Rivista di Etica Applicata», rifletteva sulle azioni che compiamo. Aveva il sonno leggero. Charlie, suo figlio di diciotto mesi, si faceva delle dormite profonde e, ne era sicura, felici; Jamie era più o meno una via di mezzo. Eppure Isabel non faticava a addormentarsi. Quando decideva di dormire, non doveva far altro che chiudere gli occhi e finiva per assopirsi senza troppi problemi. Lo stesso capitava se si svegliava nel corso della notte, oppure durante le ore malinconiche che precedono l’alba, quando corpo e spirito arrivano a toccare il punto di minor attività. Le bastava ricordare a se stessa che non era il momento per mettersi a rimuginare e poco dopo riusciva a riaddormentarsi.
In questa sezione del sito raccogliamo il meglio delle nostre e vostre letture. Il libro vecchio o nuovo che ha animato le giornate di ognuno.
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Letture
Tre libri
La pioggia cade a sprazzi, sottile e imprevedibile.
Me ne sto seduto qui a Torbole sul lago di Garda, nella sala da pranzo di questo grazioso hotel, con un po’ di tempo a disposizione. Osservo la pioggia che ricade schizzando sui marciapiedi e non riesco ad impedire alla mia mente di vagare. Un ricordo, in particolare, ha tenuto desta la mia attenzione per l’intera mattina, o piuttosto il frammento di un ricordo, un momento che per qualche ragione mi è rimasto impresso in modo vivido nel corso degli anni.
Alice Munro, signora del gotico in Amica della mia giovinezza
C’era una volta una bambina che ascoltò una storia. La storia si intitolava La Sirenetta ed era così triste che la bambina decise di riscriverla. La bambina cominciò ad andare a scuola e la scuola era lontana. Dovendo fare ogni giorno una lunga camminata, si mise a inventare storie per passarsi il tempo. Finché nel 2013 – aveva ormai 82 anni – la bambina ricevette il Premio Nobel per la Letteratura con questa motivazione: “Maestra del racconto contemporaneo”.
L’orologio di Orfeo
Erano scatoloni piuttosto comuni: vecchi contenitori pieghevoli di cartone ondulato, non diversi da quelli che prendono polvere in milioni di cantine e solai. Ultimi, stanchi residui del patrimonio del nostro compianto padre, erano arrivati nell’assolata casa di collina di mio fratello Nick, a Los Angeles, nell’autunno del 1994. Stranamente, provenivano dalla Germania. Nostro padre, Bernard Goodman, era morto a Venezia alcuni mesi prima — il giorno dopo il suo ottantesimo compleanno — mentre nuotava nel mare Adriatico. La sera precedente aveva gustato una cena squisita all’Harry’s Bar. Cipriani, il proprietario, gli aveva offerto una bottiglia di grappa della casa. Rinomato atleta ai tempi dell’università, mio padre era sempre rimasto fisicamente attivo — non fu il suo corpo che la vita spezzò — e, nonostante l’età, era un abile nuotatore. Secondo le autorità, ebbe un colpo apoplettico o un attacco di cuore e perse coscienza in acqua. Quando Eva, la sua compagna già da anni, gridò e agitò le braccia dalla riva, i bagnini si tuffarono in mare e lo trascinarono fuori, ma era troppo tardi. Fu dichiarato morto per annegamento.
La sua scomparsa fu inattesa e piuttosto insolita: non sono molti gli uomini di ottant’anni che perdono la vita in mare. Forse, però, fu una fine appropriata. Anche la sua esistenza era stata insolita e piena di circostanze impreviste.
L’albero di stanze: Le geografie luminose di Giuseppe Lupo
Giuseppe Lupo possiede un dono: quello di giungere direttamente al cuore del lettore, evocando con enorme sensibilità scene di vita quotidiana e altre tratte da una autentica capacità creativa. Ho letto molte recensioni e le ho trovate tutte appropriate e di spessore, ma, a mio avviso, questo è un libro che non si può solo raccontare, ma “attraversare” e “incontrare”
Tra giallo e ricostruzione storica la vicenda di Vittorio Meano
Vittorio Meano era un architetto piemontese vissuto tra la fine dell’800 e i primi del ‘900, sconosciuto in Italia, ma che – emigrato in Argentina – progettò a Buenos Aires il Palazzo del Congresso e il Teatro Colón – celebre per la sua acustica perfetta – e il Palazzo legislativo di Montevideo.
Una figura interessante per il contributo che i suoi edifici diedero all’architettura di quegli anni, ma anche avvolta nel mistero, poiché morì assassinato al culmine della carriera a 44 anni.
Amalia
“Il tempo di lettura di Amalia è quello del Concerto per pianoforte n. 2 in do minore, op. 18 di Sergej Rachmaninov…”
J.K. Rowling, Very Good Lives
“Come una storia è la vita:
non quanto è lunga è ciò che conta, ma quanto è buona”.
Lucio Anneo Seneca
Oggi vi regalo un’anteprima. Si tratta di una conferenza dell’autrice di Harry Potter appena pubblicata in inglese. Mi ha fatto l’occhiolino dalla vetrina di una libreria accanto a un ristorante asiatico sorvegliato da un gigantesco Buddha. Sono entrata a curiosare: era un sottilissimo libro con la copertina rigida, un’edizione corredata di illustrazioni poetiche. Il Buddha continuava a sorridere indulgente così dopo un rapido scambio di intese con la libraia – E’ un regalo? Si, per me! – mi sono seduta vicino a lui. Ho ordinato un piatto di riso in salsa di tamarindo e ho iniziato a leggere.
Sara Capatti. La ragazza con gli occhiali di legno
“Io Leggo Perché…”
Il mese scorso fui attirata da un grande pannello all’entrata di una libreria. I passanti potevano prendere un foglietto, scrivervi la loro frase e attaccarlo sul pannello. “Io Leggo Perchè ho bisogno di sognare”, “Io Leggo Perchè il viaggio in metro è lungo”, “Io Leggo Perchè voglio dimenticare mia suocera”…>>