Quando un mese e mezzo fa il mio due di coppia mi ha dato la notizia della sua morte, mi sono sentita come di una perdita personale. Lui ha usato una certa delicatezza a dirmelo sapendo che l’avrei presa molto male: è andata così. Etta James è stata, a giusta ragione, considerata una delle voci più importanti del secolo scorso. La signora del blues è morta a pochi giorni dal suo 73mo compleanno e, ironia della sorte, quasi in contemporanea con il suo maestro Otis Regis scomparso a 90 anni.
Podcast. La storia la fanno le donne parte 3: Etta James

Più che ad un cantante, questo giro lo dedico a un solo disco, Shake you down il cui autore e produttore discografico Gregory Abbott, le cui radici provengono dal Venezuela (sua madre) e l’isola di Antigua (suo padre), è nato e cresciuto ad Harlem-New York.
Come in tutte le storie familiari, gli anni stratificano le epoche con cui queste si sono costruite e sono andate avanti. La musica ha avuto, come tutte le cose, i segni distintivi delle passioni che si sono succedute; ci sono state diverse “mode” annuali così come mi piace ricordarle e altre più durature. Una di queste, ed è il tema del nostro appuntamento di questa settimana, è dedicata al mio musicista jazz preferito in assoluto, passione trasmessami da mio marito e fatta mia nella maniera più totale e coinvolgente che possiate immaginare. 