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Una delle cose più belle della lettura è quando ci si sente coinvolti. Intendo dire quando la cosa che state leggendo vi consente di mettervi in relazione con un personaggio o vi ricorda qualcosa che avete vissuto. O quello che leggete sa ricordarvi qualcos’altro che avete già letto. Quando siete coinvolti in modo autentico, vi godete fino in fondo ciò che state leggendo, e questo vi aiuta a capire veramente il testo. Se vi sentite coinvolti da un personaggio, allora saprete dirmi che cosa prova perché l’avete provato anche voi (…) se siete davvero coinvolti nella storia, forse riuscirete a dirmi anche come vi aiuta per la vostra vita”.

Siamo in America, nella sesta classe della scuola Snow Hill. Il maestro nuovo è tornato, ha distribuito dei libri agli alunni e questo è il commento al compito che ha appena assegnato. Mr. Terupt, ottimo insegnante, sa consigliare a ognuno il libro giusto, come un biblioterapeuta, individua con sapiente cura quello che arriva al cuore.

Mr. Terupt lo avevamo già potuto conoscere nel primo romanzo di Rob Buyea, Il maestro nuovo (2012), e con un pizzico di invidia per i suoi studenti, sicuramente lo abbiamo amato. Un insegnante così paziente, attento, accogliente, preparato che ognuno di noi avrebbe voluto incontrare, per se stessi e per i propri figli. Un vero amante della lettura e del suo lavoro. L’insegnamento è didattica e conoscenza della vita vera, il suo compito è di fornire gli strumenti necessari per affrontarla.

Nel precedente romanzo Mr. Terupt indica la via da percorrere e responsabilizza ogni alunno a scoprire da solo quale passo fare. Ogni esperienza fornisce un nuovo attrezzo da aggiungere al proprio bagaglio personale e anche in questo nuovo romanzo accadono avvenimenti che si imprimeranno in modo indelebile nella memoria dei protagonisti.

L’ambiente scolastico può non piacere affatto, per mille motivi, l’autore ce ne mostra alcuni, ma Mr. Terupt possiede la capacità di intuire i disagi dei suoi alunni e rende la classe un rifugio in cui stare bene, comunque.

La struttura del romanzo è scandita dai mesi dell’anno accademico e dai racconti di sette alunni in particolare, gli stessi già incontrati nel primo romanzo: Peter, Jessica, Alexia, Danielle, Anna, Luke e Jeffrey. Questo è il loro secondo anno con Mr. Terupt. Hanno caratteri ed esperienze familiari molto diverse e, proprio per questo, ci forniscono punti di vista aggiuntivi di ogni evento e chiavi di lettura nuove che aggiungono informazioni sempre autentiche e fresche. La loro caratterizzazione è definita anche dal gergo personale, dalle differenti scelte stilistiche e linguistiche.

Questi sette ragazzi si stanno formando, spesso leggono il mondo che li circonda in modo confuso, fanno fatica a sopportare i cambiamenti spesso repentini del proprio corpo, affrontano un passaggio importante. Le loro difficoltà sono universali. C’è chi incontra cattive amicizie e non sa come saltarne fuori, chi si scontra con la mancanza di comunicazione in famiglia, chi ha fretta di crescere e chi cerca di capire le proprie inclinazioni. Gli adulti poi vorrebbero ancora tagliarli fuori dalle decisioni familiari. Quello che accade in questo romanzo riguarda un po’ tutti da vicino, non è difficile trovare i legami con la vita personale, proprio come spiega il maestro nuovo.

Il secondo volume comincia dal punto in cui era terminato il primo, dopo l’incidente che aveva portato Mr. Terupt all’ospedale: Peter tirò quella palla di neve ghiacciata che persiste ancora nei suoi sensi di colpa. L’inizio dell’anno scolastico è sconvolgente quanto la fine di quello passato. Jeffrey, infatti, trova un neonato abbandonato lungo la strada, per puro caso, e lo porta a scuola, salvandogli la vita. Asher, si chiamerà, e di esistenze ne salverà anche lui, irrompendo con la sua energia positiva nella vita di tutti. Parte da qui l’insegnamento più profondo del maestro: la vita non è giusta ma abbiamo degli strumenti per affrontarla al meglio. Questo semplice e crudo concetto, che si declina in ogni vita, è fondamentale per guardare in faccia la realtà e imparare ad andare avanti. Mr. Terupt insegna ai suoi alunni che si può fare davanti a ogni tipo di avversità e li accompagna nel loro impegnativo percorso di autonomia e crescita.

Mr. Terupt assegna un ultimo compito, una prova finale: gli alunni dovranno leggere Il ragazzo da frustare, (The Whipping Boy, 1987), di Sid Fleischman, in cui si narra come in passato ci fossero ragazzi poveri che si prendevano le frustate al posto dei reali quando questi si comportavano male. L’insegnante applica concretamente in classe questa ingiustizia attraverso un sorteggio che divide la classe nelle due posizioni e la privazione consisterà nell’impossibilità di andare in gita per alcuni. Solo ai reali sarà permesso di farlo. Patire l’ingiustizia significa capirla e muoversi per combatterla. Peter è il primo a ribellarsi e rinuncia alla gita, lo seguiranno anche gli altri alunni-reali. Jessica spiega che da questo compito è nato un grande insegnamento.

“Quando vediamo una situazione ingiusta nel nostro mondo, sta a noi fare qualcosa. Restare zitti quando non siamo d’accordo con quello che succede non serve. Consente solo all’ingiustizia di continuare”.

I ragazzi imparano a cavarsela, ogni giorno di più, ed è bello seguirli, viene voglia di festeggiare. Anche il libro si conclude con una grande festa e continua per chi vorrà approfondire le altre letture che Mr. Terupt ha consigliato durante l’anno ai suoi alunni. Vi affido ai suoi suggerimenti, quasi tutti questi romanzi americani sono stati tradotti in italiano, alcuni potrebbero essere fuori catalogo quindi reperibili in biblioteca, un bel compito del maestro nuovo da continuare a svolgere!

 

Informazioni tecniche

Titolo: Il maestro nuovo è tornato

Autrice: Rob Buyea

Traduttrice: Beatrice Masini

Editore: Rizzoli

Codice: EAN 9788817074995

Formato: 21,5×14,5 cm. Rilegato, copertina rigida

Pagine: 403

Prezzo indicativo: € 14,00

Età di Lettura: dai 10 anni

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