Se il mondo letterario avesse una sua agenda setting, come avviene per gli accadimenti di politica italiana ed estera, l’autore del momento, quello che occuperebbe ogni telegiornale, sarebbe Hernest Hemingway, personaggio la cui vita e penna sono così ricche di spunti che ancora oggi vi si dedicano studi approfonditi e sincere, appassionate ricerche. Un saggio su una vita altrui è sempre fonte di ispirazione, se si tratta di Hemingway lo diventa forse un pochino di più. E ciò che ti serve come incipit di questa seconda metà dell’anno è proprio un buon punto di riferimento, un esempio di chi della vita ha assaporato tutto, fino in fondo, nonostante le conseguenze. Buona lettura, Sagittario.
Ernest Hemingway, una vita da romanzo, Linda Wagner-Martin
Sin da bambino, Ernest Miller Hemingway amava affermare, con la sua pronuncia un po’ blesa, di essere «’fraid a nothing»: di non avere, cioè, paura di niente. D’altro canto, come dimostrano sia la sua narrativa che la sua autobiografia, uno dei maggiori scrittori americani del Ventesimo secolo era anche un complesso miscuglio di sbruffoneria e paure, sempre ben consapevole di come appariva agli occhi degli altri, irritato dalla sua incapacità di trovare, anche solo per se stesso, il cuore del suo autentico personaggio.