L’obiettivo della certezza del diritto

La chiarezza è una dote molto importante in genere e, soprattutto, in questi ultimi tempi. Permette di accedere alla conoscenza di cose, spesso complesse, con una “scala mobile” o con una “apertura facilitata”. E’ una virtù, tra le tante, che appartiene all’eccellenza intellettuale del Prof. Vittorio Italia, che ha insegnato Diritto Pubblico e Diritto Amministrativo nelle Università di Pavia e di Milano.
La produzione scientifica dell’insigne giurista è notevole e ciascun lavoro è un tassello per la comprensione di istituti del diritto con capacità di adattarsi ai mutamenti della società. Un diritto che “scende” tra le circostanze della vita con esempi, chiarissimi, che rendono la lettura piacevole e immediata.

Podcast. Le GGG di Patti LaBelle: Genuina, Gioiosa, Generosa.

Il suo ultimo album è del 2008, ha per titolo Rollour e, tra questo e il primo Sleigh Belles, Jingle Belles, and Bluebelles (con le Bluebelles) non c’è stata alcuna interruzione: ha praticamente cantato  ininterrottamente dal 1962 e pubblicato quasi un album all’anno di 46 anni di una fantastica carriera. Patti LaBelle è un mito per il mio due di coppia; alla fine degli inizi anni 70, so’ da sempre, era conduttore di (Flashback) un programma di una radio FM locale. Era quasi adulto e, mentre tutti si interessavano di hardrock, lui, oltre a prendersi a botte con i suoi avversari politici – ma in quegli anni era normalissimo – imparava ad ascoltare il r&b e soul.

Premio Bancarella. Vince ancora la Newton con Anna Premoli

Per il secondo anno consecutivo il Premio Bancarella – che quest’anno ha raggiunto il traguardo delle sessantuno candeline – va a un libro pubblicato da Newton Compton. Lo scorso anno, infatti, il Premio era andato a Il mercante di libri maledetti di Marcello Simoni. A vincere l’edizione 2013 del Premio dei Librai è il romanzo Ti prego lasciati odiare di Anna Premoli, “il primo vero caso italiano di self-publishing fortunato” come l’ha definito Mauro Baudino su La Stampa.
In lizza per il premio erano, oltre al romanzo vincitore, i seguenti titoli: M. J. Heron, Implosion (De Agostini), Maurizio De Giovanni, Vipera (Einaudi), Vanna De Angelis, Il bambino con la fionda (Piemme), Bruno Morchio, Il profumo delle bugie (Garzanti), Ugo Moriano, L’ultimo sogno longobardo (Coedit).

Nessuno dice “per favore” e “grazie”. Il nostro modo di parlare è cambiato (in peggio)

Viviamo in una una società individualista, competitiva e poco educata, dove nessuno dice più “per cortesia” e parole come “prudenza”, “virtù”, “decenza”, “forza d’animo” e “gratitudine”, sono quasi sparite dal nostro vocabolario. Sostituite dalla prepotenza dell’io, abbondano infatti espressioni come “personalizzato”, “unico”, “posso farlo io”, “io vengo prima” e disciplina. A contarci le parole in bocca è stato Google che ha passato al setaccio un database di parole estratte da 5 milioni di libri pubblicati in tutto il mondo tra il 1500 e il 2008. Dallo studio è emerso chiaramente come alcune parole siano lentamente state dimenticate e altre si siano invece imposte nel linguaggio comune.

Il codice segreto nelle opere di Platone

Un codice matematico segreto si annida tra le opere del filosofo greco Platone. Ad annunciare la presunta scoperta è Jay Kennedy, filosofo della scienza, matematico e docente all’università di Manchester che ha raccontato al quotidiano inglese Guardian i dettagli della sua intuizione alla “Dan Brown”.
Secondo Kennedy, infatti, l’intera produzione filosofica di Platone sarebbe costruita sulla simbologia del 12. “E’ come aprire una tomba e scoprire nuove opere di Platone” spiega il matematico al quotidiano inglese. Alla luce della sua analisi, infatti, Platone emergerebbe come un filosofo “pitagorico” consapevole della struttura numerica dell’universo.

Compagni di Camera. La solitudine del parlamentare

“Teresa, per favore, mi porti una lente d’ingrandimento!”. Quanto può diventare piccolo un giornalista di peso, lui calcola 120 chili, che si mette in politica? Può diventare piccolo, trasparente, anzi invisibile.  Giancarlo Mazzuca nel suo ultimo libro ‘Compagni di Camera’, Minerva Edizioni, scrive che nella legislatura appena conclusa, vissuta da parlamentare del Pdl, si è sentito “un niente, come dimostra la foto della retrocopertina: un emiciclo vuoto con un unico omino, lassù, in alto. Completamente solo. Quell’omino sono io”.

Luzzatto sul partigiano Levi vuole solo “épater les bourgeois”

Il libro di Sergio Luzzatto sul partigiano Primo Levi e l’uccisione da parte della sua banda di due compagni, è diventato un cold case: dalla lettera alla Stampa dei parenti di una delle vittime i motivi dell’omicidio sembrano diversi da quelli ipotizzati dall’autore di Partigia. Pretendere di capire attraverso l’esperienza individuale di Primo Levi la “zona grigia” della Resistenza o “guerra civile” del ’43-’45 è un’impresa bizzarra per uno storico. Il fuoco amico è frequente in guerra e, quindi anche in formazioni armate politicamente e culturalmente eterogenee, in qualsiasi tempo e luogo. Nelle bande partigiane vi furono conflitti di ogni tipo, rese dei conti, omicidi, etc., e concentrare tutta l’attenzione su Primo Levi per spiegare questi fenomeni è piuttosto singolare.