Per chi ha memoria, nel 2001 Michel Houellebecq fece scandalo dichiarando che l’Islam è “la religione più stupida.” Non ricordo bene il resto ma ricordo bene cosa successe dopo: il finimondo. Questa volta, a sentire gli echi di quello che accade in patria, potrebbe succedere la stessa cosa; uso il condizionale per il sentimento di attesa di qualcosa di dirompente che accade tutte le volte che l’autore, già premiato con il Goncourt (nel 2010, con La carta e il territorio), apre bocca o scrive qualcosa, ma che a ben vedere, forse, non accadrà fatto salvo qualche scoppiettìo sui giornali già letto e digerito.
Perdersi negli Stati Uniti
Uno scrittore cileno di nome Alberto Fuguet decide di cercare suo zio Carlos, emigrante ed ex detenuto che, da un lontano giorno degli anni ottanta, ha troncato ogni contatto con la sua famiglia che si è trasferita in California. Dunque Missing non è la storia della ricerca di un desaparecido ai tempi della dittatura di Pinochet, come il titolo e la nazionalità dell’autore potrebbero far credere, ma quella di un uomo libero che ha deciso di perdersi negli Stati Uniti.

Quando lo sport è carogna
Senza paura è una storia d’amore.
L’amore perverso per una passione, l’amore che trasmigra e rimbalza tra generazioni, l’amore per chi non c’è più, l’amore inespresso e quello letale. E la storia è una di quelle che ti prendono allo stomaco perchè non è inventata, è vera e terribilmente recente.
Ancora una volta Flavio Pagano scrive di sport. Ma non di epiche maratone di inizio ‘900 nè di eroici incontri di rugby. Questa volta è diverso perchè, forse, a ben vedere, l’autore non racconta lo sport, racconta il calcio.
I treni segreti della storia
Settembre 1933. All’ombra di un portone, Elise aspetta sotto la pioggia l’apparizione di Virginia Woolf, la scrittrice di cui venera le opere. Ma non osa avvicinarla. Poche ore più tardi, ritroverà Parigi e la sua piccola libreria nel Quartiere latino. Nello stesso momento, la giovane Camille Galay torna a calpestare il suolo francese dopo anni di esilio e di lacrime negli Stati Uniti.

Le canzoni dell’aglio
Chiamano questo posto Tiantang, cioè Paradiso, ma è tutto una specie di scherzo e allora i contadini si arrabbiano di brutto, prendono d’assalto la sede del distretto, entrano di forza negli uffici, lanciano dalla finestra i vasi di fiori e danno fuoco ai documenti, alle tende, ai mobili. Sono esasperati e non ce la fanno più a sopportare l’arroganza del Partito che li obbliga a coltivare solo aglio e non riesce a trovare nessuna soluzione per uscire da una crisi che sembra non finire mai.
Tutto è macchiato, spezzato, frantumato… Tanto il popolo è stupido, e deve rimanere stupido e povero, in modo che la stupidità possa garantirlo il potere.
Podcast. Il Gigante con la tromba all’insù
All’inizio del 1953, qualcuno cadde accidentalmente sul supporto dove poggiava la sua tromba. Quando si rialzò, la lasciò praticamente “seduta” in posizione verticale con la campana piegata indietro.
Gillespie non si scompose e provò a suonarla scoprendo che gli piaceva, e molto, il suono prodotto da quell’accrocchio di alluminio.
Da quel momento in avanti si fece costruire le trombe con la campana rivolta verso l’alto con un angolo di 45 gradi. Il design rimase il suo marchio di fabbrica visivo per più di tre decenni ed è stato praticamente l’unico grande trombettista del jazz suonare un tale “strumento”.
Podcast. Quando il jazz ti dona il funky. Herby Hancock
Quando ho scritto di Shorter un paio di settimane fa mi ero ripromessa di parlare di un altro dei componenti del mitico gruppo di Miles Davis: Herby Hancock, appunto.
E quando si dice che il talento bisogna averlo dalla nascita si dice una cosa vera. Hancock inizia a studiare pianoforte all’età di 7 anni, e subito si dimostra un bambino prodigio. Si vede: nel 1961 Donald Byrd lo invita ad unirsi al suo gruppo a New York, dopodiché è sotto contratto con l’etichetta Blue Note che gli offre un contratto. Ha poco più di vent’anni.

Il viaggio del sestante che ha fatto muovere l’uomo.
La casa Editrice Rizzoli ha pubblicato un bel libro; quello di David Barrie Il viaggio del Sestante- storia dell’invenzione che ha spostato i confini del mondo.
Il viaggio, come suggerisce il titolo, non è riferito solo alla trama del libro che rimanda alla narrazione di una navigazione , ma al viaggio straordinario di uno strumento che ha rivoluzionato i sistemi di navigazione e che ha spinto le navi verso rotte e coordinate geografiche estreme.
Tutto quello che avreste voluto sapere su Wilki Collins e non avete mai osato chiedere
“Ho sempre sostenuto che l’unico importante fenomeno presentato dalla società moderna sia l’enorme prosperità dei folli.“
L’Autore. Wilkie Collins nasce a Londra l’8 gennaio 1824. Il padre William, paesaggista, ha in mente per il figlio un futuro fuori dal mondo dell’arte. Infatti Wilkie all’inizio si cimenta con il commercio del thè, scoprendo, però, di non essere tagliato per le attività mercantili.A quel punto decide di studiare giurisprudenza al Lincoln’s Inn: nel 1851 ottiene l’abilitazione all’avvocatura, ma tale carriera non gli dà lo sperato successo.
Solo iniziando a scrivere scoprirà la sua vera vocazione che si accompagnerà a quella per la pittura – Collins arriverà ad esporre le sue opere alla Royal Academy in una mostra nell’estate del 1849. Ma la sua vera passione rimarrà comunque la letteratura, passione che lo porterà ad essere riconosciuto come il padre del genere poliziesco.