Un paese di nome Montaillou nell’anno 1325

Ricordate la quarta di copertina scritta da Baricco per Prateria di Least Heat-Moon?
Evidenziava come lo scrittore statunitense fosse riuscito a scrivere 700 pagine sulla Chase County, “una porzione di semi-nulla”.

Ebbene, anni fa Emmanuel Le Roy Ladurie è riuscito a scrivere un libro altrettanto ponderoso su Montaillou, un paesino abbarbicato sui Pirenei nel quale non c’era nemmeno  il semaforo (lampeggiante) della contea di Chase;  per non parlare delle pompe di benzina, inutili poiché non c’erano auto a scorrazzare per il paese. 
Non c’erano auto perché il villaggio viene ritratto  all’inizio del milletrecento, pochi anni dopo la crociata contro gli albigesi; e questo era un territorio in cui l’eterodossia catara era riuscita a sopravvivere. Il libro, un classico della microstoria, fu edito a metà anni settanta; ora Il Saggiatore lo ha giustamente ripubblicato.

Mai avuto famiglia

Una famiglia, una casa. Tranquillità, serenità, ordine… E poi un incendio terribile e tutto di colpo finisce, si dissolve, quasi non fosse mai esistito prima. Quasi.
“Mai avuto una famiglia” è un libro sul senso di colpa di chi sopravvive ed è una meditazione per sopportare l’insopportabile.

“Vuole andare. Infilarsi nella Subaru familiare e scivolare lungo queste contorte, dissestate strade di campagna fino a trovarne una grande, puntare a ovest e via. Vuole continuare ad andare più a lungo e più lontano che può senza passaporto, dato che quello che aveva non esiste più […]”>>

I sei finalisti del premio Bancarella 2019

Sono stati annunciati al Circolo dei lettori di Torino i sei libri vincitori del Premio Selezione Bancarella 2019 e quindi finalisti della sessantasettesima edizione del Premio Bancarella, il premio dei librai indipendenti italiani che insieme alla Fondazione Città del libro, alle Associazioni dei Librai Pontremolesi e delle Bancarelle, e col supporto del Comune di Pontremoli, mantengono viva questa tradizione nata dai librai ambulanti di Montereggio e Pontremoli, che affonda le sue radici nella vocazione culturale della Lunigiana.

I semifinalisti del Campiello Giovani 2019

CAMPIELLO GIOVANI, SCELTI I 25 SEMIFINALISTI DELLA 24^ EDIZIONE
Alla prima fase del concorso hanno partecipato circa 200 ragazzi da tutta Italia.

Entrata nel vivo la 24^ edizione del Campiello Giovani, il concorso letterario rivolto agli aspiranti scrittori tra i 15 e i 22 anni residenti in Italia e all’estero, promosso dalla Fondazione Il Campiello – Confindustria Veneto. La Giuria di Selezione del premio ha selezionato i 25 semifinalisti, scelti tra i circa 200 ragazzi che da tutta la Penisola hanno inviato il loro racconto nel periodo compreso tra ottobre 2018 e gennaio 2019.
I semifinalisti del Campiello Giovani 2019 provengono: 2 dalla Campania, 1 dal Friuli Venezia Giulia, 2 dal Lazio, 6 dalla Lombardia, 1 dalla Puglia, 1 dalla Sardegna, 1 dalla Sicilia ed 11 dal Veneto.

copertina

Il ritorno di Telemaco

copertinaPrendete Sunset Park, staccate la copertina (se vi riesce di farlo) e incollate le pagine in coda a Follie di Brooklyn.  Lo avete fatto? Bene: andate all’inizio dei due libri, che sono diventati uno solo, e cominciate a leggere.
Mi sembra che Paul Auster abbia voluto scrivere una elegia alla città di NY, dove abita, attraverso due storie verosimilmente uguali sotto il profilo della tensione emotiva, dei luoghi e dei meccanismi psicologici che stanno nella scatola nera dei personaggi.

La fascetta fa vendere ma distrugge il pianeta.

La logica del supermercato è entrata in libreria pari pari all’idea del sistema di offerta introdotto dalle leggi del marketing. E’ la società dei consumi, bellezza!, direbbe qualcuno. È cosa ormai consueta agli occhi dei lettori trovarne sempre qualcuna sulle novità, per quanto i libri non siano esattamente paragonabili a un dentifricio. Tutto è utile per vendere una copia in più. La domanda è: siamo certi che funzionino? E qual’è il prezzo che il pianeta deve pagare per il sostegno alle vendite dato da questo straordinario – si fa per dire – mezzo di trasporto (del libro alle casse)? La nostra Paola Manduca ha una opinione precisa, e ce la spiega con il suo solito mordente puntiglio.

Una piccola rivoluzione, molto borghese

“Il Giovin Signore si trova ad agire in un contesto e in un tempo nei quali qualcuno si permette di mettere in discussione i privilegi del suo stato e i diritti del suo casato. Educato nella ferma certezza del suo rango, affronta le contestazioni e i nemici con l’assoluta sicurezza del suo buon diritto. Nel  nuovo mondo in cui si trova a vivere e ad agire, la sua fermezza inconcussa appare come boria violenta e alterigia irresponsabile. Con l’educazione tardofeudale finisce per essere sfasato rispetto al suo tempo. Ogni questione finisce per sembrargli una questione d’onore. Sembra non aver capito che nell’Ottocento per tutelare efficacemente i propri interessi deve servirsi freddamente di avvocati e tribunali, e non usare in modo sanguigno di bravi e randelli.”
Federico Bozzini, Nobili, borghesi e contadini in un conflitto di paese, Mazziana, Verona, 2016, p. 39.