L’Autore.
Nam Le è nato nel Vietnam ed è stato allevato in Australia. Ha ricevuto diversi premi come, il premio del Pushcart, la società del Michener-Copernicus e il premio del gruppo di lavoro dei scrittori dello Iowa. Ha lavorato al centro di lavoro delle arti in Provincetown e all’accademia del “phillips” Exeter. Attualmente è revisore di romanzi ad Harvard. Divide il suo tempo fra l’Australia e gli Stati Uniti.
Prologo. Un cameriere ha sistemato un piatto davanti a Nam Le: si tratta di una panna cotta: un disco colorato al caramello con su una polvere nera a grumi che sembrano uova di caviale. A pensarci bene è lo stesso antipasto incolore e senza sapore di uno dei racconti di Le.
Si perchè Le è uno scrittore. In uno dei suoi racconti, Henry Luff il protagonista, annusa la stessa panna cotta insapore mentre pensa all’offesa che l’ha tenuto lontano da sua figlia per 17 anni.
Finora Mr. Le non lo aveva mai assaggiato. Sta mangiando in un ristorante del Lincoln Center non a caso. Li è ambientato un’altro dei suoi racconti e fino ad allora lo aveva visto solo su internet. Arrivato a New York per presentare il suo libro di esordio, è stato salutato come di solito si fa con gli autori già navigati.




Atto dovuto, il nostro per segnalare l’uscita nella Biblioteca Adelphi la pubblicazione delle opere di Georges Simenon, iniziativa che offre l’occasione di leggere o di rileggere i lavori di un autore che sempre più si configura come un gigante assoluto del secolo appena trascorso. Ne è conferma – se ancora ne occorresse una – Le campane di Bicetre, 260 pagine di racconto delle vicende interiori di un uomo colpito da un ictus. Il libro, terminato nell’ottobre del 1962 e pubblicato nel 1963, fu, a buon titolo, assai considerato dall’autore, che, come viene evidenziato anche nel risvolto di copertina, vi dedicò una lunga fase preparatoria e volle premettervi – fatto per lui alquanto inconsueto – una Premessa. 

«So che abbiamo appena iniziato ad apprendere che gli uomini possono davvero imparare solo se vogliono ricercare e sanno cercare anche insieme; e che purtroppo è sempre presente il rischio di dimenticare quanto si sa». Danilo Dolci (Sesana 28 giugno 1924 – Partinico 30 dicembre 1997). Nel decennale della sua scomparsa, la Mesogea è orgogliosa di pubblicare alcuni degli scritti più rappresentativi del pensiero e dell’opera di Danilo Dolci. 

“The catcher in the Rye” (nella traduzione italiana “Il Giovane Holden” Ed. Einaudi € 14,00) di J. D. Salinger e “Ham on rye” (“Panino al prosciutto” Ed. Tea, € 8,00) di Charles Bukowski. Un eroe di una generazione e uno sbandato; due facce della stessa medaglia e della stessa nazione, gli Stati Uniti d’America. Holden Caufield e Henry Chinasky; due pseudo-autobiografie da parte di due grandi scrittori. Il primo sfuggente (anno di nascita 1919), figlio di una coppia di commercianti ebrei, non concede interviste, non abbiamo foto di lui tranne qualcuna strappata contravvenendo alle più elementari norme di privacy o quella tratta dall’annuario della scuola superiore, una vita quasi da asceta; il secondo il perfetto opposto: madre e padre di origine tedesca (anno di nascita 1920), lo troviamo nei bar per una solenne bevuta, in un bordello attorniato dalle sue donne, nella notte più buia dopo una serata di stravizi, praticamente una vita da beone.
