di Michela Murgia
L’altro giorno sono entrata nella libreria di Cagliari dove di solito mi servo e ho fatto quello che faccio sempre prima di decidere cosa acquistare: per mezz’ora ho guardato i libri. Il mio libraio è un vero libraio, un tipo in gamba, non di quelli che ti arrivano addosso mentre sbirci gli scaffali declamando come un mantra “in cosa possa esserle utile?” O invadente commesso di libreria, fattene una ragione: non puoi essermi utile, a meno che i tuoi occhi non possano vedere i libri al posto mio. Il mio libraio, che è un vero libraio, questa cosa non la fa: invece aspetta.

Lavorare con lentezza è dedicato a tutti quelli che vanno al lavoro pensando di partecipare alla più grande avventura della loro vita anche quando il lavoro fa schifo… o quasi. Sono quelli che stanno cambiando il mondo. Dal basso. Anche se in pochi se ne accorgono. Sono quelli che non hanno abbandonato i loro sogni in un cassetto e non rinunciano a realizzarli, quasi un miracolo all’insegna dello sloworking. Essere ambiziosi e altruisti è una delle chiavi per arrivare alla realizzazione dei nostri piccoli e grandi progetti. Condividere le proprie scoperte con il mondo e fare del proprio stile di vita un nodo della rete da vivere in un continuo open source.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo dal gruppo di lettura degli Amici del Libro di Montichiari
Una fiaba sudanese narra di quattro animali – un leone, una iena, un serpente e un ghepardo – che un tempo dividevano una capanna in un piccolo villaggio. Vivevano in perfetta armonia, finché non decisero che avevano bisogno di regole per garantire un maggiore rispetto reciproco. Così fecero una riunione in cui si chiese a ciascuno di illustrare agli altri i propri desideri.
Il nostro amico Àlen Loreti ha presentato con Angela Terzani a Faenza il 18 ottobre, l’uscita del secondo meridiano di Terzani. E’ stato un bellissimo evento che ha richiamato l’attenzione della stampa. Di seguito pubblichiamo l’intervista che Àlen ha rilasciato ad Andrea Palli per il Fatto Quotidiano.
… Il mio più grande desiderio adesso, – aggiunse la bambina – è quello di far ritorno nel Kansas, perché zia Emma crederà certamente che mi sia accaduta qualche disgrazia e vorrà vestirsi a lutto. Ma, a meno che il raccolto non sia stato migliore di quello dell’anno scorso, son sicura che zio Henry non potrà permetterle questa spesa.
Poco prima di morire Henry James aveva iniziato a scrivere un volume di ricordi autobiografici raccolti con il titolo di un suo stesso racconto intitolato “The Middle Years”. Il libro doveva essere seguito da “Notes of a Son and Brother” e queste pagine sono tutto quello che rimane di un testo rimasto incompiuto.