L’immagine nuova della pubblica amministrazione

Possa il giorno che va, insegnare a tutti quello che è necessario a farsi nel giorno avvenire in benefizio della Patria!” Sono parole di Carlo De Cesare, correva l’anno 1865 e il suo libro “Il passato, il presente e l’avvenire della pubblica amministrazione nel Regno d’Italia” è quanto mai attuale. 

E di lucida attualità sono ancora di più le parole seguenti riferite alla necessità di una buona amministrazione “[…] a questo arduo e difficile compito di creare un’amministrazione semplice, rapida e fruttuosa in Italia […] sottoponiamo alla considerazione dei sapienti, degli abili amministratori, ed al giudizio di tutti i nostri concittadini il frutto delle nostre pazienti lucubrazioni intorno all’avvenire della pubblica amministrazione italiana dopo una rapida disamina del passato e del presente indirizzo governativo“.

Podcast. Ornette Coleman. Un caratteraccio al servizio del jazz.

Nascere nel 1930 a Fort Worth in Texas, in pieno regime razziale, non deve essere stato facile per quella generazione (e anche per le successive, come sappiamo). La musica, si sa, ha rappresentato per molta gente di colore molto di più che una fuga: è stata una speranza. Coleman ha imparato a suonare il sax a 14 anni e a 15 ha formato la sua prima band. Ma il clima di quegli anni non lo aiutò, ecco perchè a soli 19 anni se ne andò a Los Angeles in cerca di lavoro. Non fu molto facile: il suo proverbiale carattere controverso e le sue idee in fatto di musica di certo non lo aiutavano a trovare una band dove suonare.

50 sfumature di spazzola e 100 colpi di grigio

Devo ammettere che la prima volta in cui ho sentito parlare di “50 sfumature di grigio”, ho pensato di poter rimandare. Mi ripetevo scaramanticamente che non sarebbe stato questo il caso editoriale dell’estate, che forse alla fine me la sarei scampata.

E invece eccomi qua, con il mio snobismo punito a suon di schiaffoni sul sedere da questo capolavoro di marketing moderno, prima portato nella stanza delle torture e poi sottomesso con un frustino dall’evidenza dei fatti. Con un ritardo di un paio di mesi (tranquilli, non sono incinta) mi sono messa a leggerlo, sapendo che sarebbe andata a finire così, seviziata dal primo della trilogia delle cinquanta sfumature di Mr Grey (il cognome del protagonista. E io che avevo pensato, povera illusa, almeno ad una metafora da pantone). Sono caduta stordita sotto i 100 colpi di questa spazzola inglese, insieme a Natalia Aspesi su Repubblica e Julie Bosman del New York Times.

paul auster, foto

Paul Auster, Le follie di Brooklyn

Le Follie di Brooklyn è stato pubblicato nel 2005. Un romanzo particolare, dove l’ombra del meta-romanzo è sempre presente, ma in maniera meno forte rispetto agli altri libri di Auster. Nonostante qualche rimando biografico – l’autore americano infatti vive stabilmente a Brooklyn da ameno 30 anni – e geografico ai luoghi principali del distretto newyorkese. E’ un inno alla sua città ma anche molto altro.

Il buio oltre le stelle

Abbiamo fatto tre domande sul Bosone di Higgs ad Amedeo Balbi, autore Codice Edizioni di “Il buio oltre le stelle“.
Intanto, due parole sul libro.
I primi osservatori che secoli fa sollevarono lo sguardo e cominciarono a scrutare il cielo potevano appena immaginare cosa si nascondesse dietro quel poco che si vedeva a occhio nudo. Da allora l’uomo ha raggiunto risultati straordinari, ha esplorato le più remote profondità del cosmo, e ha tracciato un quadro molto soddisfacente della struttura complessiva dell’universo e dei meccanismi che ne hanno governato l’origine e l’evoluzione. Eppure, per alcuni versi, non siamo in una situazione tanto diversa rispetto a quei primi osservatori. Dopo tutta la strada percorsa, dopo tutte le scoperte e i progressi, gli astronomi conoscono con certezza la natura fisica di una porzione limitata di universo, appena il 5% del totale: una goccia in un’oscurità di cui possiamo solo intuire la maestosità e la vertigine. Cosa sono l’energia e la materia oscura, le componenti predominanti del cosmo di cui abbiamo per ora solo una conoscenza indiretta? Potrebbero mettere in discussione le ipotesi fisiche alla base della descrizione e dell’interpretazione dell’universo? I segreti da strappare al buio del cielo notturno sono ancora tanti.

Partire è un po’ vivere

Immaginate un uomo a cui è stato diagnosticato l’infarto costretto per settimane intere in una stanza d’ospedale, dove c’è luce artificiale sia di giorno che di notte, un uomo che non può muoversi, non può fare nulla se non evitare che pensieri tragici di morte lo trascinino sul fondo di un labirinto psicotico di ansia e depressione.

Stop

Aprire, spalancare le porte alla cultura

Staccate la spina (al televisore)  e non ci sarà più terrorismo
Mc Luhan

Ha fatto molto effetto, sabato sera, leggere sui battenti serrati di Villa D’Este a Tivoli –  che doveva illuminarsi nella notte, per aprirsi gratis al pubblico – che sarebbe rimasta chiusa per lutto nazionale. Un segno, la “chiusura”che, in certi casi, è più assordante di una deflagrazione. Come a dire non si attenta alla vita dei giovani, non si compie un’efferatezza contro la vita e la speranza di futuro della civiltà proprio nel cuore di una scuola che è il primo luogo propulsivo della formazione,della cultura, un luogo in cui la cultura si plasma tramandandola, si libera “concependola”.

Amos Oz, Scene dalla vita di un villaggio

Copertina libroL’ultimo libro di Amos Oz, Scene dalla vita di un villaggio, é stato pubblicato in Italia nel 2010. Non é un romanzo ma bensi’ una raccolta di 8 racconti, otto brevi sonate in sordina, verrebbe da dire, variazioni sul tema del silenzio e accumunate dal fatto che si svolgono tutte nel tranquillo villaggio di Tel Ilan, in Israele. Sulla quarta di copertina dell’edizione italiana troviamo una frase di Haaretz: “Le cose più importanti sono quelle che rimangono non dette, ma che nella notte, nel silenzio possono essere udite”.