
per i nati dal 23 Luglio al 23 Agosto
Leone, Novembre 2010
Ecco una citazione che dovresti tirar fuori alla migliore occasione, caro Leone, e cioè quando ti attaccheranno gli amici, i colleghi, i familiari esasperati dalla tua verbosità. Ma occhio a non utilizzarla due volte davanti alle stesse persone, faresti la figura del narratore di barzellette che tira fuori sempre le stesse, tra l’imbarazzo e la noia generale.
Sogno di una notte di mezza estate, William Shakespeare
Può ben dire la sua un leone, quando a dir la loro ci sono tanti asini in giro.
Leone, Ottobre 2010
Caro Leone, l’unico a capire sei tu. L’unico a sentire sei tu. L’unico a essere preciso e puntuale a questo mondo sei tu. In questo periodo, poi, meno che mai hai voglia di star dietro alla vacuità: troppe cose e troppo importanti occupano la tua vita e vuoi che funzioni così non solo per te ma per l’universo intero. Mettiti a leggere questo libro, dove il contrasto tra la superficialità dei fatti raccontati e la profondità della scrittura che li fa vivere ti sarà di qualche conforto:
Camilla Baresani, Un’estate fa
L’unico visibilmente entusiasta del mio intervento a zampa aperta era Arnaldo, perciò gli perdonai di essere stato persino con quella vecchiaccia proterva. Anch’io, del resto, avevo i miei begli scheletri nell’armadio. Solo che erano sparpagliati per la penisola, mica tutti concentrati tra Roma e Capalbio, a perenne testimonianza delle incerte strade del gusto amoroso
Leone, Settembre 2010
Certe volte pensi che sia giunto il momento di star tranquilli, eppure continui a innamorarti di persone assolute, piene di vita come di distruzione. Il masochismo sentimentale è innato in te, perché tra le tue caratteristiche caratteriali ne spicca una: la presunzione che non sia possibile non innamorarsi di te. Perciò ti arrovelli, l’amore altrui è più forte dell’amor proprio. E qui non c’è equilibrio che tenga, se non il tuo. C’è poco da consigliarti, persino le stelle metti a tacere ma se cerchi un po’ di appoggio lo troverai in
Mario Vargas Llosa, Avventure della ragazza cattiva
Per quanto fossi stato sempre molto occupato a lavorare, per la prima volta, negli anni Settanta, se la esaminavo tentando di essere obiettivo, la mia vita aveva cominciato a sembrarmi abbastanza sterile, e il mio futuro quello di un irrimediabile scapolo e di un provinciale che non si sarebbe mai davvero integrato nella Francia dei suoi amori. E avevo sempr presente un’apocalittica sfrontatezza di Salomòn Toledano, che, un giorno, nella sala interpreti dell’Unesco, ci si era rivolto così: “Se, all’improvviso, sentissimo che stiamo per morire e ci domandassimo: Quale traccia lasceremo del nostro passaggio per questo canile?, la risposta corretta sarebbe: nessuna, non abbiamo fatto niente, se non parlare per conto di altri”.
Leone, Agosto 2010
Quando si sale su una giostra, una qualsiasi giostra, valgono solo due regole: ci sei su/decidi di scendere. E’ il bivio di fronte al quale ti trovi tu, Leone, ma continuare a vedere i vantaggi dello scendere quando si è su o fare il contrario - apprezzare lo stare su e girare vorticosamente una volta deciso di scendere - ti rende agitato e perennemente scontento (e non potrebbe che essere così). Perciò deciditi, anche se le stelle dicono che hai tutto il tempo per rifletterci con calma.
La giostra dei criceti, Antonio Manzini
- Ma stai scherzando? – ribattè Augusto confuso e spaventato.
- Cioè tu mi stai dicendo che io avrei parlato di Hitler con te? – disse Ferdinando alzandosi in piedi. Il ciuffo di capelli bianchi gli andò di nuovo davanti agli occhi.
- Sì e del fatto che se c’è stato l’olocausto grazie a quello gli ebrei sono tornati alla Terra Promessa.
- Sei impazzito? Io avrei giustificato Hitler?
- Anche l’eutanasia.
- Augusto, ma sei ubriaco? – urlò Ferdinando. Le voci nei corridoi dei gesuiti si azzittirono. – O sei uscito di senno? Stai prendendo delle medicine?
L’Aulin, - rispose Augusto, con volce calma e piatta.