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Quel che devi fare in questo mese di luglio, caro Pesci, è non muoverti. Già troppo hai mosso o smosso intorno a te, con l’esito di produrre un mare di confusione che potrebbe ritorcersi contro di te (e, scusa se lo diciamo così, ti starebbe pure bene). Datti alla poesia, alla contemplazione, all’aulica osservazione di volti e tramonti, aspettando che le acque si calmino. Solo così potrai ritornare a tuffarti, stavolta stando attento a non fare troppi schizzi. Ogni Pesci avrà i suoi gusti, qui quel che il cielo consiglia è il classico dei classici, bene anche se alla sua seconda o terza lettura.

I fiori del male, Charles Baudelaire

La Natura è un tempio dove colonne vive

Lasciano a volte uscire confuse parole;

l’uomo vi passa attraverso foreste di simboli

che l’osservano con sguardi familiari.

Come echi lunghi che da lontano si fondono

In una tenebrosa e profonda unità

Vasta quanto la notte e quanto la luce,

i profumi, i colori e i suoni si rispondono.

Ci sono profumi freschi come carni infantili,

dolci come oboi, verdi come praterie

– e altri corrotti, ricchi e trionfanti,

che hanno l’espansione delle cose infinite,

come l’ambra, il muschio, il benzoino e l’incenso

che cantano gli abbandoni dello spirito e dei sensi.

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