30.000 piedi sopra le nostre teste

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   Tempo di lettura: 2 minuti

copertinaL’acclamato film “Tra le nuvole” di Jason Reitman è tratto dal romanzo “Up In The Air” di Walter Kirn, pubblicato nel 2001, poco prima dell’11 settembre e quasi subito sparito dalla circolazione.
Il personaggio centrale del romanzo, Ryan Bingham (interpretato nel film da George Clooney) è un consulente specializzato nella “ricollocazione professionale”, un “tagliatore di teste”, un downsizer aziendale maestro nel licenziamento che trascorre gran parte della sua vita proprio in aria, tra le nuvole. Con il suo telefono cellulare, il suo computer palmare e il suo guardaroba si considera parte di una nuova specie, ha un passato complicato, un presente incerto e un obiettivo da raggiungere.

Deciso a lasciare l’azienda di Denver per cui lavora, Ryan è vicino ad accumulare l’iperbolica cifra di un milione di miglia come frequent flyer, il suo Santo Graal. Ne mancano poche ormai e il romanzo, attraverso la voce amichevole e non formale dello stesso Ryan, racconta gli avvenimenti di quest’ultimo, emblematico viaggio.

Spiega Kirn in una recente intervista che questo mondo a sé, questo “Airworld” esiste davvero e non è solamente un non-luogo asettico come può sembrare da fuori perché le persone, lassù, hanno trovato un modo per adattarsi e sentirsi “a casa”.
Il personaggio, in parte, è nato da un incontro casuale che Kirn ha avuto nel corso di un volo in prima classe.
“Ho chiesto al tizio accanto a me da dove venisse e lui disse: ‘Proprio da qui. Sono di questo posto'”, ricorda Kirn.  “Ha detto: ‘Questa è la mia famiglia’.  Frequentava quella linea abbastanza spesso tanto che conosceva tutte le assistenti di volo.  Kirn ha fatto diverse ricerche nei vari clubrooms degli aeroporti e ha subito colto il cameratismo tra i diversi frequentatori.
Scritto con intelligenza e spirito tagliente, “Up In The Air” è amaramente divertente e profondamente cinico.
Può essere letto come una satira arguta sul panorama economico dell’America contemporanea, ma anche come una reinvenzione del classico romanzo on the road americano, in cui la “strada” è a 30.000 piedi sopra le nostre teste.  

Walter Kirn, Tra le nuvole ­- Up in the air, traduzione di A. Tagliavini e M. Baiocchi, Rizzoli, Milano 2010.

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Marco Crestani

"In una poesia o in un racconto si possono descrivere cose e oggetti comuni usando un linguaggio comune ma preciso, e dotare questi oggetti - una sedia, le tendine di una finestra, una forchetta, un sasso, un orecchino - di un potere immenso, addirittura sbalorditivo. Si può scrivere una riga di dialogo apparentemente innocuo e far sì che provochi al lettore un brivido lungo la schiena… Questo è il tipo di scrittura che mi interessa più di ogni altra. Non sopporto cose scritte in maniera sciatta e confusa…"(Raymond Carver)
http://libereditor.wordpress.com/

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