Vargas Llosa e la Casa Verde

   Tempo di lettura: 2 minuti

Nabokov diceva che la curiosità è “insubordinazione allo stato puro”. Di sicuro ci fa aprire al nuovo e il premio Nobel assegnato a Mario Vargas Llosa ha stimolato la mia di curiosità facendomi avvicinare per la prima volta a un suo libro scritto in uno stile diverso da qualsiasi altro. Nuovo, appunto.
Uno dei romanzi più difficili che abbia mai letto, e, di conseguenza, di gran lunga uno tra i  più gratificanti.
La Casa Verde” di Vargas Llosa si svolge in due luoghi fondamentali: la città alta e secca di Piura e la regione amazzonica del Perù.

Don Anselmo, uno straniero in cappotto nero, costruisce un bordello nella periferia di questa città situata tra il deserto e la giungla (in un luogo lacerato dalla noia e dalla lussuria) esercitando il proprio fascino perverso su persone innocenti, ma anche mettendo in moto una reazione a catena che avrà conseguenze straordinarie.

Questo bordello, chiamato appunto la “Casa Verde”, riunisce diverse forze in conflitto tra loro che si sviluppano nel corso degli anni attraverso i ricordi e le esperienze dei personaggi.
Ecco quindi l’entrata in scena di flashback, di voci di epoche diverse che parlano contemporaneamente, di salti improvvisi nel tempo, di storie differenti che interagiscono in quanto trasversali.

“La Casa Verde” combina elementi mitici ed eroici per catturare la tragica e frammentato realtà dei suoi personaggi. Ha in sé il linguaggio lirico che qui è sinonimo di realismo magico.

E’ fondamentalmente una storia di passione. In alcuni casi questa passione porta al vero amore, in altri la si deve trovare in luoghi improbabili. C’è chi ha passione per la religione cercando di convertire la masse pagane, chi nel denaro e nel potere che è alimentato dalla natura senza legge della giungla, chi in un odio appassionato verso la “Casa Verde” per tutto ciò che rappresenta.
Saranno i lettori che, leggendo, scopriranno quali sono sulla pagina le passioni dominanti.

Leggendo mi sono anche chiesto se la “Casa Verde” sia davvero un luogo di peccato e corruzione o se piuttosto sia un oasi nel deserto, un luogo di speranza…

In definitiva un grande romanzo di un autore compiuto, in cui le storie lentamente convergono a dipingere un paesaggio davvero ampio.

Mario Vargas Llosa, La casa verde, Einaudi (collana Einaudi tascabili. Scrittori).

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Marco Crestani

"In una poesia o in un racconto si possono descrivere cose e oggetti comuni usando un linguaggio comune ma preciso, e dotare questi oggetti - una sedia, le tendine di una finestra, una forchetta, un sasso, un orecchino - di un potere immenso, addirittura sbalorditivo. Si può scrivere una riga di dialogo apparentemente innocuo e far sì che provochi al lettore un brivido lungo la schiena… Questo è il tipo di scrittura che mi interessa più di ogni altra. Non sopporto cose scritte in maniera sciatta e confusa…"(Raymond Carver)
http://libereditor.wordpress.com/

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