Chiude il salone di Torino. Un successo partecipativo di lettori e pubblico

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Il successo del 30° Salone del Libro di Torino, che si chiude oggi al Lingotto, è un dato acclarato, schiacciante, non insidiabile. Ieri alle 20, penultimo giorno, i visitatori erano già 126 mila: gli stessi registrati nell’intera edizione del 2016, «tenuto oltretutto conto del fatto che quest’anno si chiude alle 20 anziché alle 22», come ha precisato la Fondazione.Forte di questo risultato, oggi Torino annuncerà le sue date: il periodo più probabile è dal 3 al 7 maggio. Al massimo si scivolerà in avanti di una settimana, ma una cosa è certa: maggio non si tocca e si cerca anzi di anticipare il più possibile Un modo per battere sul tempo Milano, se Tempo di Libri avesse davvero l’intenzione di scegliere il mese in cui, da 30 anni, va in scena il Salone torinese.

 

 

«Bisogna dirlo con coraggio – ha sostenuto il presidente Bray -, il Salone del libro è Torino, ci vediamo a maggio 2018: questi giorni mi hanno dato conferma che i cittadini difendono i beni comuni con tutte le loro forze». Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale della Nave di Teseo, rilancia l’idea che Milano sposti le sue date a gennaio-febbraio: «Si darebbe così una vita più lunga ai libri. Bisogna mettersi intorno a un tavolo e vedere qual è il momento migliore». Mentre per altri, come E/O e Iperborea, la data ideale è l’autunno, in abbinamento con Bookcity.

 

Emanuela Minucci per La stampa

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