Un nome tricolore: Carlo Azeglio Ciampi

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Il 9 dicembre 2011 un grande italiano ha compiuto 91 anni.
L’Italia ne ha 150 e quest’Uomo,che ne ha percorso gran parte della sua storia ha un nome tricolore. Verde come Carlo, Bianco come Azeglio Rosso come Ciampi. Verde come il suo pensiero, giovane, vivace; bianco come la sua onestà e la sua dignità ; rosso come la passione e la forza delle sue idee e delle sue parole. “Purtroppo – dice il Presidente emerito – ora che è venuto il tempo dei bilanci mi rendo conto che sto vivendo in un paese ben diverso da quello che avevo sognato in gioventù”

E questo perché, come è ben spiegato nell’ottimo libro “Non è il Paese che sognavo”, l’Italia è diventato il Paese delle politica senza valori e senza ideali, della degenerazione dell’etica pubblica e della convivenza civile, degli scandali, dei conflitti personali inconcludenti e dei conflitti di interesse mai conclusi.
Ciampi può sicuramente definirsi il Cavour del 900 per essere ancora un grande uomo di Stato con enormi doti di diplomazia e di eleganza istituzionale con enormi doti intellettuali e morali. Ma nei suoi cromosomi c’è l’anima mazziniana dell’idea di Patria.
Ha sempre creduto nella coesione sociale e nell’orgoglio di un paese; “sta in noi” ama ripetere. Sta in noi, per risollevarci dalla debolezza con pensiero e azione, per dirla alla Mazzini. Ciampi è uomo del risorgimento italiano. E di questi tempi c’è bisogno di esempi, di Padri che indichino la strada da seguire. C’è bisogno della lungimiranza di persone di altri tempi che hanno l’autorevolezza, lo stile, la sobrietà e tanta sconfinata conoscenza per una visione avanzata della società. E c’è bisogno di un nuovo Risorgimento morale, politico ed economico.
Oggi nell’anniversario del 150 anni dell’unità nazionale un posto importante incastonato nella bandiera tricolore spetta a Ciampi. Egli attenendosi rigorosamente ai valori costituzionali ha saputo cementare quotidianamente lo spirito di popolo unito, per una consapevolezza che nelle arterie scorre sangue italiano, perché ciò che ci unisce è di gran lunga maggiore di ciò che ci divide.
Ma che ciò che ci unisce deve assolutamente prevalere per non essere ancora – come sta accadendo – “calpesti e derisi”.
Ciampi ci ha insegnato la coscienza della Patria ed indicato con tenacia una rotta sicura per uscire dalla crisi e traformare oggi la debolezza dell’Italia nella forza degli italiani che possono e devono risollevare il Paese.
“Curvi sotto il peso del loro destino, gli italiani levano la fronte in cui risplende la nobiltà antica” con questa “voce” di De Gasperi auguriamo al nobile Presidente Ciampi, padre della Patria, buon compleanno.
Antonio Capitano

il libro

Chi tiene alto lo sguardo oggi? Dove sono i valori che hanno guidato i patrioti del Risorgimento prima e i padri costituenti poi? A 150 anni dall’Unità d’Italia il presidente emerito della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, guarda all’Italia di oggi… Eppure, per il presidente, l’Italia resta uno straordinario paese, nato dalla lingua di Dante, creato dal sogno visionario di un manipolo di eroi diventato popolo; lo stesso popolo che ha ritrovato il suo orgoglio nella lunga corsa a ostacoli verso l’euro. L’Italia è il paese del Risorgimento e della Resistenza. L’Italia è diventato il paese della politica senza valori e senza ideali; della degenerazione dell’etica pubblica e della convivenza civile. Del declino economico, delle ideologie secessioniste. Degli scandali, dei conflitti personali inconcludenti e dei conflitti d’interesse mai conclusi. Non è il paese che sognavo è un’intensa confessione davanti al camino, un bilancio, un taccuino laico per i 150 anni del nostro paese. In questo colloquio con Alberto Orioli, Carlo Azeglio Ciampi rivela le sue speranze per il futuro. E le sue delusioni. Perché questo non è il paese che sognava.

 

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2 commenti

  1. Convengo con quello che dice, Antonio. Un grande italiano poco, davvero poco replicato tra i politici di oggi.

    Loredana

  2. Chi sa cogliere dalla saggezza di un “vecchio” è come un campo seminato che a primavera mostra i germogli. Lo stupore per un alto insegnamento che riceve un giovane, dalla lezione viva di un grande, genera la volontà di ritrovarli quegli ideali perduti…che non sono perduti per sempre, sono solo addormentati nella coscienza,distratti da tanta caotica quotidianità, geni che imprimeranno i loro caratteri e che daranno i loro frutti…e Antonio con le sue parole risveglia quella volontà che “sta in noi”.
    Auguri Presidente.

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