L’investimento dei giovani talenti

michela murgia
   Tempo di lettura: 5 minuti

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di Michela Murgia

Da qualche giorno sul web sta girando la notizia di un autoproclamato Festival dell’Inedito, un evento che dovrebbe aver luogo a Firenze e che invita gli aspiranti scrittori a prenotarsi (a pagamento) per partecipare. Il pagamento, che è tutt’altro che irrisorio di questi tempi, ha due step distinti. La prima cifra di 130€ + iva va versata subito all’atto dell’iscrizione ed è conditio sine qua non per essere letti, valutati ed eventualmente selezionati.
Questo significa due cose:

a) che è escluso dalla partecipazione chi non può pagarli.
b) che li pagheranno anche quelli che non passeranno la selezione.

Speriamo che i selezionati siano in tanti, così verrà proprio un allestimento bellissimo, dato che ciascuno di loro dovrà sborsare l’ulteriore cifra di 400€ + iva per accedere al livello superiore di questo strano gioco di ruolo. Con quel gruzzolo di euro l’autore inedito godrà infatti dell’affitto di uno “spazio espositivo” per sé alla stazione Leopolda. Ma questo giovine scrittore inedito cosa se ne dovrebbe fare di uno spazio espositivo alla Leopolda? Declamerà fraseggi stando in piedi su una cassetta di frutta ribaltata? Fermerà i passanti proponendo loro i suoi ciclostilati e forse in aggiunta, per gradire, anche una marmellata fatta in casa? E’ un mistero, ma in questo mirabolante Festival dell’Inedito non è l’unico.

Nei 400€ sono infatti comprese altre cose interessanti. Lo scrittore inedito ha diritto – oltre allo stand alla stazione Leopolda – anche a poter mettere una “preview” della sua opera sul sito excalibooks.com. Cosa sarà una “preview” di un’opera inedita? Un book fotografico dei fogli A4 su cui è stampata? Non si sa.
Ma il bello deve ancora venire.

I 400€ danno diritto – cito testualmente anche i maiuscoli – a essere PUBBLICATI ed eventualmente VENDUTI su excalibooks.com per un anno e partecipare al CONTEST per avere un CONTRATTO DI PUBBLICAZIONE con una IMPORTANTE CASA EDITRICE ITALIANA.

Dunque, finalmente lo si dice, quei 400€ pagano all’autore la pubblicazione web per un anno, come una qualunque proposta di un qualunque editore a pagamento; ma questa è più strutturata e furba, perché dietro il paravento del festival per esordienti l’offerta economica viene esercitata in batteria su tutte le centinaia di persone che probabilmente cercheranno di partecipare, convinti che si tratti davvero di un luogo dove selezionano talenti. A queste persone viene forse detto che sul quel sito web la loro opera edita a pagamento sarà venduta? Non è certo: avverrà “eventualmente”. Potranno avere un contratto di pubblicazione vero con una casa editrice vera? Non è affatto certo: ci sarà un ulteriore “contest”. L’unica cosa certa è che per essere gettato in questa incertezza ciascuno di loro dovrà sborsare subito la somma certa di 400€.

Chi propone questo capolavoro di cinismo chiamato festival? L’Acciari Consulting, una società privata che raduna “esperti di marketing della comunicazione e dello sport” e che, alle richieste di chiarimento mie e di molti altri su Twitter, ha risposto esattamente in questi termini:

Capito? Nel mondo sognato dai signori dell’Ineditoria essere editi non è più un investimento dell’editore, ma dell’autore.

Sarà stato scemo quindi il mio primo editore, che quando ho esordito ha pagato lui dove poteva far pagare me? Saranno scemi i festival che, da perfetta esordiente, mi invitavano senza farmi “investire del denaro” per promuovere quello che scrivevo, e talvolta persino retribuendomi?

Duole constatare che purtroppo però a questi signori della Acciari Consulting hanno prestato il loro nome – ritengo nella più completa buona fede – anche persone insospettabili, che con la loro popolarità e credibilità contribuiscono a indurre i partecipanti alla convinzione di starsi iscrivendo davvero a un laboratorio dove si selezionano talenti, e non invece a una macchina per spennare speranze.

Per questo motivo, insieme a molti altri, ho firmato l’appello che gli scrittori di Firenze hanno invitato alle loro istituzioni, ma mi permetto di estenderlo agli scrittori e alle personalità della cultura che stanno involontariamente collaborando a legittimare questa iniziativa così poco chiara (o chiarissima, dipende dai punti di vista).

l’indirizzo per firmare l’appello è sul sito di Minimum fax

Michela Murgia

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