Non credere alla catastrofe è facile se sai come farlo

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Siamo davvero così sicuri delle nostre convinzioni e su cosa le costruiamo? Quanto sappiamo veramente di come va il mondo? La scuola, la fame, lo stato sociale delle nazioni è arretrato rispetto a venti, quaranta anni fa come molti di noi pensano, o non è così? Non ultimo: hanno ragione i sovranisti a parlare d’invasione degli immigrati con tutto l’armamentario di sciocchezze connesse al tema?

Tranne l’ultima personale considerazione, le righe appena sopra sono alcune delle domande poste all’inizio del libro di Hans Rosling, Factfulness: dieci motivi per cui ci sbagliamo sul mondo e perché le cose sono migliori di quanto pensi. Uscito in aprile di due anni fa, ha continuato a diventare un grande successo che ha già venduto centinaia di migliaia di copie in tutto il mondo e che, lo dico con convinzione, va sostenuto anche da noi dove invece è già diventato merce da rendere all’editore. L’invito ai librai è di recuperarlo e rimetterlo per un po’ di tempo sui banchi.

 

 

Factfulness è un libro utile, salutato da personaggi influenti del calibro di Bill Gates che l’ha ritenuto così importante da offrirlo a quattro milioni di studenti americani laureati con un download digitale gratuito (1). Barack Obama l’ha anche riconosciuto come un “libro di speranza sul potenziale del progresso umano” (2).La maggior parte del libro chiarisce come costruiamo gli istinti che ci impediscono di vedere il mondo in modo fattivo. Questi vanno dall’istinto della paura: come guardiamo, cioè, con più attenzione le cose che sembrano catastrofiche; all’istinto di dimensione: come alcuni numeri appaiano più di quello che sono realmente; all’istinto di gap: come cadiamo nella trappola di questi estremi. In ognuno di questi argomenti l’autore offre consigli pratici su come superare il nostro pregiudizio.

Bill Gates salutando il libro dice: “Con rare eccezioni, la maggior parte dei miracoli dell’umanità sono cose costruite a lungo termine. I progressi vengono a poco a poco”.  In effetti, negli ultimi venti anni abbiamo ridotto della metà il numero di persone che vivono in condizioni di estrema povertà, ma non c’è mattina in cui commenti e articoli su come determinati indici di povertà o disparità tra una società e un’altra crescono a dismisura, dominano le pagine dei giornali. Bill Gates, aggiunge: “Un’altra cosa notevole della Factfulness è che rifiuta di giudicare chiunque per le sue idee sbagliate”. Nel libro, l’autore resiste a inseguire i media sul terreno delle modalità con cui comunicano il presente mentre ti racconta la storia di come è costruita la sua stessa ignoranza. Spiega che questi istinti sono la natura che ci rende quelli che siamo e che superarli non è facile.

Il punto nodale del libro affronta le enormi differenze tra ciò che la gente pensa stia succedendo nel mondo e ciò che realmente è.  Utilizzando dati concreti, Rosling vuole dimostrare che, contrariamente alla opinione diffusa, il mondo è in uno stato migliore di quanto potremmo pensare e continua a migliorare. Per dimostrare il punto, Rosling ha realizzato grafici per esporre l’ignoranza per nazionalità.  Una per tutte, solo una bassa percentuale degli intervistati ha risposto bene alla domanda sull’estrema povertà. Sondaggio dopo sondaggio, anche persone apparentemente ben istruite, accademici e professionisti di tutte le nazionalità hanno costantemente sbagliato a rispondere. Perché? È perché le persone sono troppo suscettibili? Perché l’informazione in genere è costantemente pessimistica?

Hans Rosling si rese conto che abbiamo quella che lui chiamava una visione del mondo “troppo drammatica” e che ci riferiamo intuitivamente a questo quando pensiamo o impariamo. La nostra tendenza a fraintendere i fatti è istintiva: un adattamento evolutivo per aiutarci a prendere decisioni rapide per evitare il pericolo. E’ noto: mentre abbiamo ancora bisogno di questi istinti, gli stessi possono farci inciampare nelle false convinzioni.
Molti studiosi hanno stabilito alcune regole di ricerca le cui conclusioni tendono a considerare gli algoritmi, una base di costruzione del giudizio migliore rispetto alle analisi fatte sulle persone (su come la pensano), ma ciò che ha spinto Rosling a lavorare su un nuovo paradigma è stato il modo in cui continuiamo a sbagliare a considerare i fatti anche di fronte a dati concreti. Questa norma ha fatto scuola: basta andare in libreria per accorgersi di quanti libri siano usciti su questa nuova tendenza lanciata da Roslin e di come molti autori sollecitino i lettori ad aprire gli occhi sulle nostre false certezze applicate ad argomenti più disparati offrendo metodi di osservazione assai aderenti alla visione di Roslin.

Hans Rosling è stato un medico, consigliere dell’Organizzazione mondiale della sanità e co-fondatore della banca dati online gratuita Gapminder Foundation (3). E’ morto di cancro al pancreas all’età di sessantotto anni nel 2017, poco prima di aver finito il libro. Era già un brillante intellettuale nella sua nativa Svezia, e un conferenziere molto ricercato in tutto il mondo. Aveva lavorato su quello che ha definito il Progetto Ignoranze per quasi due decenni, quindi scrivere Factfulness, è stato inevitabile.

Ciò che ha distinto il lavoro Rosling non riguarda solo le sue osservazioni su ampie tendenze sociali ed economiche, ma anche il modo con cui le ha presentate. Contrariamente a come si è soliti guardare le previsioni globali sulla salute e la povertà, di solito un elenco infinito di dati apparentemente muti tra loro, il libro sembra chiarire gli argomenti più ostici. Le tendenze prendono vita e il quadro generale si mette a fuoco perchè offre le diverse questioni da un punto di vista “dall’alto”.  Chi ha avuto il privilegio di assistere ai suoi speechs ha goduto del divertente metodo con cui le animazioni, prodotte da un speciale software di sua invenzione, trasformano le statistiche di sviluppo in bolle in movimento e curve fluenti rendendo le tendenze globali chiare, intuitive e talvolta persino giocose. “Durante le sue leggendarie presentazioni, Rosling ha compiuto un ulteriore passo avanti, narrando le animazioni con un tocco da sportivo” (4).

Il successo del libro è in gran parte dovuto al meritorio impegno di Ola Rosling e Anna Rosling Ronnlund, figlio e nuora di Rosling, collaboratori di lunga data di Hans Rosling al progetto Gapminder, dove lavorano per portare avanti la sua eredità.  Ola ha stampato la bozza finale di Factfulness dopo la morte di suo padre Hans. Da allora hanno girato il mondo, tenute conferenze e continuato a diffondere il messaggio. Alcune critiche, leggo, accusano i Rosling di usare le statistiche in modo selettivo per creare una visione del mondo falsamente brillante. Ola ha risposto invitando i suoi critici a partecipare alle indagini in corso per garantire che “la concretezza non si trasformi in un sinonimo di ottimismo, che è una pessima abitudine di far finta che le cose siano buone” (5).

Finisco. Il libro offre una coda lunga consultabile costantemente sul sito della fondazione, sul quadro demografico e sulla salute delle persone del pianeta. Bisogna leggere per superare i muri della falsa informazione dentro i cui perimetri costruiamo le nostre convinzioni di sapere. Consiglio il libro ancora una volta anche a una certa politica di casa nostra che non sbaglierebbe a dare un’occhiata: eviterebbe ogni volta di legiferare senza sapere. L’emigrazione del sud del mondo verso l’emisfero settentrionale è un fenomeno che richiama tutti a nuove visioni di civiltà. Che si voglia o no.

 

Per BookAvenue. Michele Genchi

 

Note e fonti

  1. 1. dal sito di Bill Gates, Why I want to stop talking about the “developing” world
  2. 2. il post di Barak Obama dalla pagina FB di Gapminder
  3. 3. il sito della fondazione Gapminder
  4. 4. cito dal sito TeD, la pagina dedicata ad hans roslin
  5. 5. dalle note degli autori al testo sul sito di gapminder
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