Combattere il razzismo con la letteratura. Addio a Toni Morrison

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Toni Morrison è morta qualche sera fa al Montefiore Medical Center di New York. Aveva 88 anni. La sua famiglia, in una dichiarazione rilasciata dall’editore, ha comunicato che è mancata “a seguito di una breve malattia e circondata dalle persone care alla sua vita. Era una madre, una nonna e una zia estremamente devota che si divertiva a stare con la sua famiglia e i suoi amici. Anche se la sua scomparsa rappresenta un’enorme perdita, siamo grati che abbia avuto una vita lunga e ben vissuta.”
Nel 2012 il presidente Obama le conferì la più alta onorificenza (2) che un cittadino americano possa ricevere: La medaglia della libertà . E’ stata sposata con l’architetto Harold Morrison con cui ha avuto due figli e da cui ha divorziato dopo sette anni di matrimonio.

 

Quando nel 1993 Toni Morrison ricevette il premio Nobel per la letteratura , la sua lettura al premio (1) iniziò con una riflessione sulla frase “c’era una volta”. La grande autrice raccontò  all’Accademia svedese e al mondo la sua convinzione che queste fossero alcune delle prime parole che ricordiamo durante la nostra infanzia.

Il suo capolavoro, Amatissima (3) , era un “c’era una volta” basato su una verità terribile. La sua ispirazione nella vita reale è stata Margaret Garner (4), una donna fuggita dalla schiavitù che tentò di uccidere se stessa e i suoi figli – (una dei suoi figli di 2 anni morì) – piuttosto che essere catturata e restituita alla schiavitù di una piantagione. Al libro Amatissima è stato assegnato il Premio Pulitzer per la fiction (5)nel 1988. Un decennio dopo, Oprah Winfrey ha prodotto e recitato in un film basato sul libro.

Toni Morrison aveva 56 anni quando il libro (Beloved, in inglese) fu pubblicato nel 1987, ma conservava  molte storie fin dall’infanzia. Nata con il nome Ardelia Chloe Wofford, crebbe  con i molti racconti  che le venivano narrati nella sua città natale di Lorain, Ohio. I suoi nonni, come milioni di neri, lasciarono il Sud segregato per il Nord, durante la Grande Migrazione.

Ha sempre raccontato (6)che non era particolarmente consapevole della crescita della segregazione, e che suo padre “era invece molto, molto serio nel suo odio per i bianchi“. Da bambina, la giovane Chloe ascoltava gli adulti che le raccontavano storie sulle loro case del sud. Chloe Wofford andò al college alla Howard University (dove divenne Toni, usando il soprannome del suo santo battesimale Anthony). Fu lì che conobbe, per la prima volta, la comunità afroamericana. “Nel campus, dove mi sentivo al sicuro e benvenuta, ho iniziato a rendermi conto di come questa idea di diversità ha avuto un impatto sulle amicizie e su ogni sorta di cose, ed è stato sorprendente per me…“. Ma la scoperta di questa dolorosa consapevolezza si trasformò in una ricchezza intellettuale che ha successivamente connotato la sua vita artistica e professionale.

La grande scrittrice iniziò la sua (prima) carriera editoriale come redattore alla Random House, prima per i libri di testo per le scuole, poi per la fiction. Nella sua carriera di editor ha curato autori del calibro come Angela Davis, il romanziere Gayl Jones, ma anche l’autobiografia di Muhammad Alì (in italiano per Mondadori) durante gli sconvolgimenti sociali della fine degli anni ’60 e i primi anni ’70. Toni Morrison ha vissuto quel periodo professionale come il suo personale contributo al movimento per i diritti civili.

Mentre leggeva i libri di altri, Toni Morrison scriveva segretamente per sé.  Mentre preparavo gli appunti per questo articolo, ho letto da più parti che quando scriveva era libera dal dolore. “È dove ho il controllo“, ha ripetuto molte volte.  “È dove la mia immaginazione è feconda e mi sento al meglio di me stessa…pensando a cose pericolose, difficili, ma la scrittura è anche un luogo estremamente sicuro per me “.

Il suo primo libro, The Bluest Eye, è stato pubblicato nel 1970 (7), è il racconto di una bambina dalla pelle scura che crede che gli occhi blu la renderanno bella e adorata. E’ un tema che Morrison ha approfondito ulteriormente nel suo libro del 2015 God Help the Child (8). Questo tipo di franchezza nei confronti della razza ha reso il lavoro di Morrison una lettura essenziale; esiste una letteratura di classe che la critica letteraria (in specie quella americana) chiama Seminal Writers. Ciò significa che appartiene come parte del canone letterario afro-americano e non afroamericano; un autore, mi spiego meglio, che deve essere letto come autore africano e americano.

Le storie di Morrison si intrecciano tra il familiare e il fantastico: In Song of Salomon (9),un elemento chiave era un’antica storia popolare sui neri che volavano via dalla schiavitù e tornavano a casa in Africa. Il tema dell’amore tra madre e figlia attraversa diversi libri, come Beloved e A Mercy (10), in cui le donne compiono terribili sacrifici per i loro figli. Questi sono libri che si concentrano, senza scuse o spiegazioni, sulle vite nere (intese come difficili e dei neri) una scelta determinata dell’intera produzione di Toni Morrison che, ospite in un talk show, ha detto che non aveva interesse a rendere i personaggi bianchi più centrali nelle sue storie. “Ho passato tutta la mia vita a scrivere cercando di assicurarmi che lo sguardo bianco non fosse quello dominante in nessuno dei miei libri”.

Finisco. Generazioni di scrittrici nere, indipendentemente dal loro genere, sono state toccate da lei:  Toni Morrison è e rimarrà una figura monumentale della storia della letteratura americana e non solo. Ha mostrato, la validità delle vite nere e femminili e attraverso i suoi numerosi “C’era una volta“, la visione dell’umanità nera di Morrison ora risuona in tutto il mondo.

 

Per BookAvenue, Michele Genchi

 

 

Fonti:

  1. La lettura alla Accademia di Svezia per il Nobel https://www.nobelprize.org/prizes/literature/1993/morrison/lecture/
  2. Il conferimento della medaglia per la Libertà dal presidente Obama https://edition.cnn.com/videos/us/2019/08/06/toni-morrison-obama-medal-of-freedom-orig-mg.cnn
  3. Ndr.Tutta la produzione di Toni Morrison è stata prodotta in italiano da Frassinelli ora ristampata quasi integralmente da Sperling e Kupfer e Pickwick
  4. “L’atto disperato di Magaret Garner” L’opera teatrale curata da Toni Morrison https://www.npr.org/2010/11/17/131395936/a-mother-s-desperate-act-margaret-garner?t=1565444434669
  5. https://www.pulitzer.org/winners/toni-morrison
  6. L’intervista biografica per NPR media del 2015   https://www.npr.org/2015/04/20/400394947/i-regret-everything-toni-morrison-looks-back-on-her-personal-life?t=1565444785476
  7. Ndr. L’ultima traduzione italiana è del 2018 per Sperling a cura di Luisa Balacco.
  8. Tr. Prima i Bambini (2015 Knopf, l’ultima trad. in italiano è di Silvia Fornasiero per Pickwick del 2016)ndr. La storia di Bride, una ragazza di colore bellissima che fa i conti da adulta ad una infanzia senza amore. I mali dell’infanzia non si dimenticano mai, è vero, ma si può scegliere di non restarne prigionieri e di essere liberi, per guardare al futuro con serenità.
  9. Canzone di Salomone è stata edita nel 1977 da Knopf e tradotta in prima ed. da Bompiani nel 1981 ora in Pickwick per la trad. di Franca Cavagnoli)
  10. 2008 per Knopf, Il Dono, ed. Pickwick 2018 a cura di Silvia Fornasiero
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