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Premio Nobel Letteratura. Un altro anno senza Philip Roth

   Tempo di lettura: 4 minuti

Penso che una delle emozioni che gli scrittori vincitori dell’ambito premio ricordano più distintamente, è quello dell’arrivo della notizia. Mi immagino che l’Accademia svedese li abbia scovati a casa quasi tutti, fatta salva, s’intente, la classica eccezione che conferma la regola; forse qualcuno l’ha saputo in ritardo perché era a passeggio con il cane, altri, chessò, a fare la spesa; altri ancora non hanno avuto la notizia direttamente come, per esempio, “il nostro” Dario Fo, il quale era seduto al posto di passeggero al fianco di Ambra Angioini impegnati nella registrazione di un programma televisivo molto bello di qualche anno fa (Roma-Milano solo andata). Un’auto di servizio si affiancò alla loro e un cartello appiccicato al vetro dall’interno diceva “Dario, hai vinto il Nobel!”.

Un po’ come quello accaduto ad Alice Munro. L’accademia l’ha cercata per ore arrendendosi infine alla segreteria telefonica di casa prima di dare la notizia al mondo, con un comunicato su Twitter e immediatamente dopo in TV (che non potevano, ovviamente, attendere oltre). 
Alice Munro ha quindi una bella storia da ricordare e da raccontare (e, soprattutto, da riascoltare): alla domanda “dov’eri quando, dall’Accademia, ti hanno chiamata? quasi sicuramente risponderà, “fuori a passeggio”. L’emozione di ascoltare a viva voce l’emissario dell’Accademia l’ha perso ma, se non altro, potrà riascoltare l’annuncio dalla cassetta della segreteria tutte le volte che vorrà. Sembra quasi il titolo di un racconto: “Il Nobel salvato dalla segreteria telefonica“.

Gli Accademici (il maiuscolo è d’obbligo) l’hanno paragonata alla più grande scrittrice di racconti in circolazione aggiungendo che, in Patria, quella canadese, la considerano il Cechov nazionale paragonandola al grande scrittore di racconti russo. Notizia, questa, ripresa sul sito del premio.
La Munro, in una delle poche dichiarazioni che ha rilasciato, non senza l’enorme emozione del giorno speciale, ha detto che spera che il premio renda chiaro ai lettori che l’arte del racconto è pari del romanzo.

L’Accademia ha concluso, nel valutarla, che “I suoi testi presentano spesso raffigurazioni di eventi di tutti i giorni, ma decisive, di un genere, che illuminano la storia circostante che appaiono in un lampo di luce“. L’Autrice aveva deciso di ritirarsi (ha 82 anni) facendo quello che Philip Roth ha già messo in pratica auto-pensionatosi all’inizio quest’anno. E’ la seconda volta che il Canada si aggiudica il premio letterario piu˘ prestigioso. Il primo, e’ stato assegnato a Saul Bellow nel 1976, cresciuto a Chicago, ma nato nel Quebec, anche se unanimemente considerato uno scrittore “americano” (inteso USA)

Insomma, per dire, un’altro anno senza Roth.
Ma, anche se questo “post-premio” Nobel lascia Roth “senza-premio” Nobel, il grande autore non può lamentarsi del prestigio letterario accumulato per cui sorridere lo stesso. E’ il solo autore vivente ad essere pubblicato dalla Library [1] (la prestigiosa Biblioteca Nazionale d’America) un vero privilegio; il catalogo [2] comprende Mark Twain, Saul Bellow e Eudora Welty, Edgar Allan Poe, Henry James, sono alcuni dei nomi entrati nel prestigioso catalogo [2] alcuni dei quali (Bellow e la Welty in particolare, ma ce ne sono altri) quando erano già ottuagenari e ben oltre la loro capacità creative. 
Roth, credo abbia smesso, oltre allo scrivere, pure la lotta per la sua vera identità (il cui conflitto è sotto gli occhi di tutti), compresa l’arte di reinventare se stesso (leggi Nathan Zuckermann). Non credo abbia più bisogno di farlo e poi, ha ottant’anni. E’ già stato il destinatario di innumerevoli premi di grande prestigio nel corso degli anni. Credo, ma posso sbagliarmi, che la raccolta delle opere nella prestigiosa collana delle edizioni della Library (una sorta di Biblioteca della Pleiade o dei Meridiani, per capirci) siano state completate: era atteso l’ultimo volume per quest’anno, anche se non ho letto della sua pubblicazione, dovrebbe essere il… 14mo (ho consultato la voce [1] nel catalogo ma non ho capito se hanno completato l’opera.). Forse, quella telefonata, Philip Roth non la riceverà mai.

Infine. All’Einaudi saranno contenti: cominciano ad essere tanti i premi Nobel in catalogo.

mg

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