Podcast. Storia di una foto. A great day in Harlem

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La foto è di una mattina di agosto del ’58 ad un ora impossibile per gli artisti jazz (di allora come di oggi), sono le dieci di mattina all’angolo della Madison con la 5a strada ad Harlem, appunto. La foto e la più importante testimonianza e foto del jazz di tutti i tempi. Kane mise assieme 57 grandi della musica ed esponenti di tutte le generazioni jazz di quei tempi.

 

Art Kane si occupato di foto e, nello specifico anche di musica: ha ritratto i Who, i Rolling Stones,;la foto di Bob Dylan del 1966 è assai famosa, e altri ancora. Non nasce come fotografo, a dire la verità. durante la seconda guerra mondiale capitò quasi per caso in una unità dell’esercito il cui compito era di confondere il nemico con mezzi audio visivi favorendo le proprie linee di avanzare aggirando l’ostacolo.

All’epoca della foto, collaborava con Esquire una rivista di moda prevaletemente maschile e costume  che ha potuto vantare firme assai prestigiose nel suo indice, come: Faulkner, Hemingway, Steinbeck, Thomas Wolfe, Dos Passos Norman Mailer e moltissimi altri autori. Un gioiello di cultura. La rivista era diretta, nel periodo, da Robert Benton a cui venna l’idea di associare una grande foto collettiva ad un articolo sul jazz in uscita.

Il risultato è eccezionale. Aver riunito tutta quella gente, ha fatto passare la foto e il suo autore alla storia. Caso più unico che raro; in fondo Kane si era occupato anche di altro prima e dopo quel ritratto collettivo. Andate all’indirizzo che porta il suo nome, dotcom: le sue foto sono bellissime.

Una curiosità, se può servire: il protagonista del film The terminal, racconta la storia di un uomo che deve raggiungere il solo superstite della foto per onorare la promessa fatta al padre, grande appassionato di jazz. Lui è Benny Golson e nella foto, è il primo a sinistra sui gradini in alto. In quella foto c’è pure un Gerry Mullighan giovanissimo, e Thelonius Monk davvero elegante nella sua giacca bianca. C’è tutto il jazz di un epoca su quel foglio di carta, insomma.

Della serie: Podcast. La rubrica da leggere e…vedere. Alla prossima. Fs

 

il libro

Arrigo Arrigoni
Jazz, foto di gruppo
Il saggiatore

Questo libro non è una storia del jazz. Non segue il canone delle storie del jazz, non segue la cronologia delle storie del jazz. Questo libro è un lungo viaggio sui sentieri labirintici del jazz, un viaggio forsennato che parte da una foto di gruppo: la famosa «A great day in Harlem» di Art Kane.

In una foto non c’è un inizio e una fine. Quando si guarda una foto si può partire da dove si vuole. Si può saltare da sinistra a destra, da un viso all’altro, dal primo piano allo sfondo. Così è questo libro. È un viaggio senza tragitti predefiniti, all’avventura, un viaggio di un gruppo di amici spensierati che la scelta di dove svoltare la fanno con i dadi.

Piantagioni di schiavi neri, Harlem Renaissance, «I have a dream». La povertà, la depressione, l’umiliazione. Il pregiudizio, la discriminazione, lo sfruttamento. La violenza, la droga, l’alcol. La solitudine. New Orleans, Kansas City, Chicago, New York, la California. Miles Davis, Charlie Parker, Duke Ellington. Buddy Bolden, Thelonious Monk, Charles Mingus.

E un cadavere, con una barba albina, che viene ripescato il 25 novembre 1970, nelle acque gelide dell’East River. Si chiama Albert Ayler, professione jazzista. Misteriosa la sua morte, come la sua musica. (la scheda è dell’editore)

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