Podcast. Il chitarrista che venne dal freddo. William “Bill” Frisell

bill friser
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Nel corso degli anni Bill Frisell ha contribuito al lavoro di un sacco di gente come, Elvis Costello, Ginger Baker, la…Los Angeles Philarmonic, Suzanne Vega, Marc Johnson, John Scofield, Jan Garbarek, Lyle Mays, Vernon Reid, Julius Hemphill, Paul Bley, Wayne Horvitz, Hal Willner, Robin Holcomb , Bono, Ryuichi Sakamoto, Brian Eno e un bel pò di altri artisti. 
Questo per dire che, molto spesso, sottolineo il mio personale legame riguardo artisti dal nome “importante” dimentica, invece, che a parlare di jazz non si finisce mai.

Eppure Frisell è una delle voci di chitarra più ambite della musica contemporanea. L’ampiezza delle sue attività e registrazioni rappresentano di per sé un “manuale” per i tanti studiosi, non solo per la sua singolare concezione dell’uso della chitarra, ma per la sua versatilità dell’approccio all’esecuzione. Detto così sembrerebbe “roba vecchia”, almeno per gli appassionati: non è un caso che questa rubrica si rivolga ad essi ma anche ad una bel pò di persone che ne conoscono meno la geografia senza pretendere di essere una sorta di scuola guida al jazz; mi piace condividere la musica che amo che con chi è disposto a leggere quello che ho da dire. Lui è di Baltimora (è nato nel 51) dove fa’ molto freddo e per un bel pò di tempo della sua infanzia ha suonato il clarinetto, niente che lasciasse intendere il suo successivo legame con la chitarra. Cosa che avvenne con l’ascolto di BBKing per radio o le canzoni di Otis Rush. Durante il liceo suonò soul e i pezzi di James Brown con le band tra ragazzi. Gli anni che seguono sono: studiare musica all’università del Colorado e poi alla scuola di musica Berklee di Boston dove incontra John Damian, Herb Pomeroy Jim Hall e Michael Gibbs; ma non sto qui ad aggiungere altra biografia che potrete trovare più facilmente su Wiki o in giro nel web. Quel che mi importa e raccontarvi della sua musica.

Il ruolo che negli ultimi anni Frisell ha assunto come compositore e band leader gli ha regalato una notevole e crescente notorietà. Di chitarristi ne abbiamo incontrati molti (uno per tutti: il mio amato Pat Metheny), ma Billl Frisell è un pò il Clark Kent della chitarra elettrice. E’ un uomo pacato e schivo, raramente si sa qualcosa di lui e questo ha finito, in fondo, per non rendergli – per molto tempo – il tributo che gli si deve. La sua musica non sarebbe esattamente quella che viene definita comunemente di genere come il Jazz e, anche se molto di quello che fa’ è improvvisazione, non può neanche essere definito come chitarrista “fusion” o addirittura rock punto e basta. Bill Frisell è un autarchico straordinario, tra le altre cose, per chi dopo aver finito di leggere va su YouTube, scoprirà pure un grande talento vocale. Ed è questa caratteristica di essere un non-categorizzabile che lo rende quell’artista camaleontico e poliedrico che è. I suoi compagni di viaggio diventano dei superbi camaleonti come lui, ogni qualvolta il cambio di marcia musicale dettato da Frisell costringe loro a seguirlo. Bill Frisell possied non solo delle impressionanti capacità compositive, ma anche una notevole capacità a comprendere e interpretare i generi musicali apparentemente competitivi al suo (sempre che si dimostri appartenga ad uno).

Di lui si è detto che suona la chitarra come Miles la tromba. Nella mani di questi pensatori radicali, i loro strumenti diventano semplicemente un arma di amore di massa. Willam Bill Frisell è con John Scofield e Pat Metheny uno dei grandi della chitarra. Ecco tutto.

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Uno dei suoi primi lavori, che il mio due di coppia ha comprato su una bancarella, è il prodotto di un quartetto per archi e chitarra, si chiama: Sign of life. Dentro ci sono, tra gli altri, Wonderland, Old Tiimes e It’s A Long Story e si capisce subito che Bill è un grande. Friend of mine sembrerebbe un tema pastorale quasi musica da camera per poi svelarsi con temi più propriamente jazz e musica folk.

Poi c’è la colonna sonora del film Cercando Forrester (quello con Sean Connery). Il disco è proprio bello: un baule pieno di gente (a dirla con Fernando Pessoa) da Miles Davis e Ornette Coleman oltre che, naturalmente, a Bill Frisell.

Da Youtube ” Monica Jane”, dal vivo. Buon ascolto e alla prossima.

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