Podcast. Destini incrociati: i fratelli Randy e Michael Brecker

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La famiglia Brecker è stata una bella grande famiglia. Il padre, avvocato di professione e pianista per amore, trasmise la passione per il jazz ai due figli Randy, il maggiore, e Michael, il più piccolo. Entrambi però preferirono i fiati: Michael in particolare passò dal clarinetto, il suo primo strumento, al sax e trovo la sua piega con il sax tenore. Tra Randy e la tromba fu amore a prima vista. I due fratelli fecero propria la lezione ricevuta dal padre e per questo motivo non proseguirono con gli studi preferendo la musica.


Fondarono insieme ad un tizio di nome… Billy Cobham ed altri un gruppo dal nome Dreams. Era il 1970 e la cosa non durò molto. I due fratelli formarono il loro gruppo: i Brecker Brothers e suonarono assieme per un bel pezzo musica jazz tipo i Wheather Report. 
Michael ha sempre studiato musica, e sperimentato moltissimo in studio. Il gruppo produsse molta musica ed ebbe molto successo ricevendo diverse nominations per i premi più importanti in fatto di jazz.

Indipendentemente dal suo lavoro con il fratello e fino al suo debutto da solista nell”87, ha sempre collaborato con un sacco di bella gente con nomi importanti che vanno da James Taylor all’amato Pat Metheny, da Joni Michell a Jaco Pastorius. Con quest’ultimo, invece, trovo una collaborazione più grande suo fratello Randy inserito in maniera organica nella band del tour in Giappone nell’86. Michael fu organico, invece, della Steps Ahead dal’79, jazz band fondata da Mike Ranieri: un gruppo in-cre-di-bi-le.
Michael ha pure lavorato con Frank Zappa.

Nel 2004 Randy ha girato l’Europa come co-leader della band nella Soulbop band. Con lui a suonare c’era gente come Peter Erskine, Jim Beard e suo fratello Michael. E’ un evento speciale perché i fratelli suonavano insieme per l’ultima volta senza saperlo. Michael si ammalò quell’anno di una rara forma di leucemia. Con l’inizio della sua malattia, lui e la sua famiglia cercarono donatori di midollo osseo nei festival internazionali di jazz, nelle sinagoghe e nei centri della comunità ebraica in America; decine di migliaia di persone risposero. Lavorando sporadicamente nel corso dell’ultimo anno, riuscì a completare il suo ultimo album solo due settimane prima di morire nel 2007: era il 13 gennaio. 
Solo pochi giorni dopo la sua morte suo fratello Randy suonò a Los Angeles un tributo per il grande Horace Silver, mentore di entrambi i fratelli Brecker. Avevano deciso precedentemente di suonare assieme in una sorta di reunion. Randy, suonò da solo. Ma fu anche l’anno in cui vinse il suo quarto Grammy.

Un Tributo alla Brecker Brothers Band è stato registrato, dal vivo, da Randy a fine del 2008 durante il Festival Jazz di Hamamatsu in Giappone. Molto dei brani più famosi dei due sono stati raccolti nell’album che include anche molti dei brani che Randy ha suonato nella militanza nel gruppo di Jaco Pastorius.

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E’ bello come la musica si rincorra e rincorra i suoi autori attraverso la moltitudine dei suoni che s’incrociano: il mio due di coppia, che non si fa mancare nulla, ha tra i suoi un disco degli Steps Ahead, Modern Time, dove Michael Brecker suona da Dio. Suo fratello Randy, invece, negli Steps Ahead ha trovato la sua compagna: Eliane Elias, la pianista del gruppo, dalla quale ha avuto una figlia. Ora, lei insegna alla scuola di musica di Manhattan. Nel corso della loro carriera hanno avuto una influenza davvero enorme e scavato una linea indelebile nel mondo della musica e sono stati decisivi per la nascita di quel genere oggi come conosciuto come “fusion”. La loro band è stata salutata dalla critica con estremo favore anche per la loro capacità di aver attratto molte delle voci più imponenti della musica jazz quali,Terry Bozzio, Hiram Bullock, Dennis Chambers, Steve Gadd, Don Grolnick. Steve Khan, Will Lee, Chris Parker, David Sanborn, Mike Stern, Luther Vandross, Dave Weckl, Lenny White. Don’t stop the music è uno dei dischi più belli dei fratelli Brecker, dentro ci trovate Squids e Petals che sono dei “pezzi” davvero magnifici. Il mio preferito è, però, Out of the loop, con Slang che la fa da padrona e che vale il prezzo del disco. Ultimo: Step by step: un grande disco. Ci suonano gente come Steve Gadd, Eddie Gomez oltre che Michael e Mike Ranieri.

Di Michael Brecker solo, invece, consiglio Two block from the edge e American Dreams con Charlie Haden, mentre di Randy Brecker solo vi invito ad ascoltare In to the sun, magnifico e  Score dove il pezzo Bangalore la fa da padrone.

Il pezzo da YouTube, con cui chiudo l’appuntamentoi di quest settimana, è Some Skunk Funk, uno dei pochi che ho trovato dei BBB mentre c’è moltissimo altro da ascoltare del loro lavoro. Buon ascolto e alla prossima.

 

i libri.

Niente di niente. Non capisco cosa continuo a chiamarla rubrica di libri e musica. Se sapete voi di qualche pubblicazione scrivetemi. Segnalerò la cosa molto volentieri.

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