Podcast. George Benson: una questione di cuore

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Lo stile raffinato di George Benson lo si riconosce da sempre e i suoi dischi mostrano anche la sua capacità di cantante e intrattenitore senza che queste abilità torcano un pelo alla sua sensibilità tecnica. E’ nato nel 43 a Pittsburgh e cresciuto in un quartiere afro americano, quello dell’ ” Hill District” pieno di attività musicali e locali che hanno dato i natali a parecchia brava gente tipo Kenny Clarcke o Billy Strayhorn. Ha cominciato fi da bambino strimpellare grazie all’ispirazione del suo patrigno che successivamente gli regalò la sua prima chitarra elettrica che gli consenti di intrattenere il pubblico nei locali della sua città.

Agli inizi dei 60 si trasferì a New York dove registrò il suo primo disco in un piccolo gruppo con sassofonista e organista. Il disco fu un disastro a leggere le fonti ma servì alla carriera dei tre. Benson fu accolto alla Columbia record dove registrerà molta della sua musica degli anni a seguire compresa la collaborazione con Miles Davis per il suo album “In the Sky”. Con Herbie Hancock e Freddy Hubbard le collaborazioni sono successive e hanno dato da subito prova della sua bravura come cantante. Un successo che arriverà con la canzone “This Masquerade” e che lo vedrà in cima a tutte le classifiche di quel benedetto 1976.
Conoscete la canzone The Greatest Love of All, resa famosa da Whitney Houston?, Beh!, è la sua. La scrisse per il film The Greatest con Muhammad Ali, ma non se la filò nessuno fino a quando la grande cantante non la fece sua.
Siamo nell’ 80 e qui c’è lo zampino di Quincy Jones. Il disco è Give me the Night e il successo è planetario. Il disco ha venduto milioni di copie raggiunto i vertici di tutte classifiche pop e non solo di quell’anno.

Il suo inconfondibile marchio di fabbrica lo rende orecchiabile e molto gradevole da ascoltare. I suoi ultimi album, tuttavia, sono un ritorno alle origini jazz: “All Bossa Blues” è magnifico come pure “Givin ‘it up” con Al Jarreau. Ha vinto un sacco di premi tra i quali numerosi Grammy; forse il premio più prestigioso è quello tributatogli con il Jazz Master, considerato l’onore più grande per chi fa jazz. Nel 2009 ha tenuto un tour mondiale dedicato a Nat King Cole.

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Per chi non ha alcun disco consiglio la raccolta uscita un paio di anni fa “G.B.The essential collection” che comprende i suoi brani più importanti e famosi. Per chi vuole prepararsi ad un bel San Valentino, comprate Grand New World avete un mese di tempo da oggi e farete una bella figura.

Questioni di cuore.
Quello del mio due di coppia ha dato di matto qualche tempo fa e lo spavento è stato grande. E’ questo il ritardo con cui torno alla mia rubrica e a voi. Se mi consentite, il brano che segue è a lui dedicato. Buon ascolto e alla prossima.

 

 

 

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