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Oirartnoc è il nome di una città, ma è l’unica alla rovescia. Anche la lingua è singolare, molte delle parole e dei nomi propri sono al contrario/oirartnoc. Alle domande si risponde ìs o on, e si esulta con “aviv!”. Anche le maestre, che giocano a calcio durante l’intervallo, gridano “LOG! LOG!”, mentre gli alunni le richiamano a gran voce perché è suonata la campanella e le maestre dovrebbero tornare in classe. Che fatica farle smettere, affu!

Le storie più amate sono quelle in cui le maestre e i genitori sgridano i bambini che vogliono fare i compiti. “Fosse vero!”, pensano nelle loro testoline i giovani lettori. E il ciuccio? Guai a buttarlo, bisogna ciucciare fino a diventar grandi. Un sogno per il piccolo uditore. Per non parlare delle balene e i balenini, le foche e i fochini che non possono essere raggiunti dai cacciatori e il mare non ha mai il colore del sangue. Sono moltissime le storie che vorremmo reali anche qui, oltre i confini di Oirartnoc.

Gli abitanti sono felici. Chiedetelo al piccione, che da quando si è trasferito qui, può finalmente fare la sua accac ovunque. In questo luogo non troviamo le solite proibizioni e nemmeno gli usuali doveri barbosi da rispettare. Quindi, è una cuccagna, penserete voi. Invece non del tutto. Le regole ci sono, anche se al contrario. A Natale per esempio si resta a scuola un’ora in più. Anche le sgridate ci sono eccome. La maestra sgrida gli alunni che ascoltano in silenzio la lezione e li esorta a fare come Ordnassela, che sta mangiando una ananab. “Anzi, tanto che ci sei”, dice la maestra, “butta la buccia per terra!”.

Capita che, dopo aver letto qualche storiella, venga il sospetto che qualcuna delle regole che abbiamo qui non sia del tutto sbagliata. Magari si comincia a rivalutarne alcune, anche se scomode. Ribaltando la regola si scopre il suo significato e magari può apparire addirittura giusta!

In questa bizzarra città incontriamo oggetti e luoghi antropomorfi, come il divano sdraiato sul bambino e il cinema che guarda i bambini. Se il divano è animato, sarà bene non saltarci sopra.  È naturale rispettare tutto e tutti. Queste meravigliose storie attivano lo sguardo che diventa più critico su quello che ci circonda, sulle relazioni personali, su cosa sia davvero meglio fare…che ci si trovi a Oirartnoc o qui!

Storielle al Contrario segue Metti subito in disordine, Einaudi Ragazzi, 2007 di Vivian Lamarque, illustrato da Nicoletta Costa. L’autrice ricorda, nella dedica di questo libro, il contributo dei bambini della Scuola Rinnovata Pizzigoni di Milano e quelli della Giovanni Falcone di Assago. Oirartnoc è un mondo entro i cui confini può accadere di tutto, la fantasia non ha proprio alcun freno, proprio come quella dei bambini. È il gioco delle Favole a Rovescio di Gianni Rodari e, molto lontano nel tempo, di Baldassarre da Fossombrone, che già nel 1475 scriveva nel suo Menzoniero o Bosadrello di alberi che si nutrono di fagiani e di lumache che corrono. A Oirartnoc sono le foglie a mangiare i bruchi e la cioccolata è golosa di bambini.

Il libro è consigliato per lettori a partire dai cinque anni. É divertentissimo leggerlo ai piccoli, ma anche ai più grandi. Ho le prove che un ragazzino di dieci anni, quasi undici, si è fatto delle grasse risate leggendolo e ormai in famiglia usiamo abitualmente dire “aretecce e aretecce”. Siamo turisti appena tornati da Oirartnoc e ogni tanto ci torniamo volentieri.

Informazioni tecniche

Titolo: Storielle al contrario.

Autrice: Vivian Lamarque

Illustratrice: Anna Laura Cantone

Editore: Einaudi Ragazzi (Collana “Storie Storie”)

Codice: EAN 978-88-6656-123-1

Formato: 17,5×23 cm, brossura

Pagine: 139

Prezzo indicativo: € 14,90

Età di lettura: da 5 anni

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