Bruno Contigiani. La felicità sul lavoro ha i suoi comandamenti.

   Tempo di lettura: 6 minuti

Lavorare con lentezza è dedicato a tutti quelli che vanno al lavoro pensando di partecipare alla più grande avventura della loro vita anche quando il lavoro fa schifo… o quasi. Sono quelli che stanno cambiando il mondo. Dal basso. Anche se in pochi se ne accorgono. Sono quelli che non hanno abbandonato i loro sogni in un cassetto e non rinunciano a realizzarli, quasi un miracolo all’insegna dello sloworking. Essere ambiziosi e altruisti è una delle chiavi per arrivare alla realizzazione dei nostri piccoli e grandi progetti. Condividere le proprie scoperte con il mondo e fare del proprio stile di vita un nodo della rete da vivere in un continuo open source.

I Comandamenti del lavoro:

– Prima regola: non ci sono regole, o meglio rompi le regole.
– Non pensare al maggior profitto nel minor tempo possibile: l’unico risultato certo sarà un grandissimo stress.
– L’impresa è un creativo esperimento umano che mira a migliorare la vita (Mihaly Csikszentmihalyi).
– Cerca di sviluppare una grande capacità di ascolto dei tuoi colleghi, collaboratori o dei tuoi dipendenti, avendo sensibilità per le esigenze delle donne.
– Passa le informazioni e cura il vivaio, senza timori di chi ti dovrà sostituire.
– Scollegati dalle nuove tecnologie nel tempo libero e rivolgi la tua attenzione ai tuoi figli, alla/al tua/o ragazza/o o a un libro. Non riempirti tutti i weekend di impegni o di gite fuori città.
– Impara a usare con intelligenza e allegria i tempi morti derivanti dagli imprevisti, le ceneri del vulcano islandese Eyjafjallajökull non ti hanno insegnato niente?
– Rottama il tuo amore per il multitasking, il cervello di chi fa più cose in contemporanea lavora male, perde in attenzione, memoria ed è predisposto agli errori.
– Abbandona la tua cieca, sorda e caparbia ostinazione di pianificare il futuro, la nostra vita è governata dall’improbabile: i famosi cigni neri.
– Smetti di lamentarti per il momento difficile, le cose non cambiano di fronte ai piagnistei. Il futuro non è obbligatoriamente uguale al presente.
– Vai dove ti porta il lavoro.
– Se hai un problema anche grave non affrontarlo da solo, non soccombere al peso della sfiducia, della rabbia e della paura del futuro. Condividi le tue difficoltà con la famiglia, gli amici o con le istituzioni o con emeriti sconosciuti.
– Senza il balsamo della speranza non si vede nulla, nemmeno le occasioni favorevoli.
– Con il tuo aiuto puoi cambiare la giornata a tante persone.
– Certe volte non serve cambiare lavoro, in alcuni casi basta cambiare il nostro atteggiamento.
– Non sei solo testa e cervello, cerca un equilibrio anche nelle tue mani.
– Ricordati che non tutto è urgente, alcune cose sono addirittura inutili, prendi tempo prima di avviarle.
– Sii ambizioso e altruista.

«HO PAGATO PER LAVORARE.» A 63 anni, bocconiano, con esperienza di capo ufficio stampa in multinazionali Bruno Contigiani scopre in una tragicomica esperienza a fianco di un Ministro della Repubblica italiana il profondo disprezzo per il lavoro che quotidianamente tante persone verificano sulla loro pelle. Da qui nasce la riflessione sul senso del lavorare con lentezza, tra passione e fatica e senso della collettività. La fiducia e la speranza in un futuro migliore non sono crollate perché in Italia e all’estero Contigiani ha conosciuto un forte movimento di «uomini economici» che già hanno cambiato rotta e che dopo aver riflettuto sull’aspetto sociale del lavoro hanno introdotto in prima persona e in sordina l’etica dell’economia che verrà.
Tra capitale paziente, manager e imprenditori lenti e illuminati e finanza rispettosa questo libro ci pone di fronte a un bivio: stare con l’Italia che funziona o con quella che non funziona; l’Italia operosa e creativa o l’Italia furba, cialtrona e fannullona; l’Italia delle idee, del bello e della gentilezza o l’Italia delle chiacchiere, delle urla, dell’autodenigrazione e delle lamentele; l’Italia onesta o l’Italia delle mille connivenze. Se sei un manager, se sei un impiegato, se sei una commessa non dimenticare di essere ambizioso e altruista e di dare il tuo piccolo colpo d’ali di farfalla, la differenza che ognuno di noi è in grado di fare, ricostruendo la fiducia, la grande vittima di questa ultima profondissima crisi.

L’autore:
Bruno Contigiani, capo ufficio stampa di IBM Italia, di Telecom Italia Corporate e di Telecom Progetto Italia, stressato manager di una multinazionale, dopo un assurdo tuffo in mare che lo obbliga a fermarsi, decide di cambiare vita, fonda L’Arte Del Vivere Con Lentezza Onlus e organizza le Giornate Mondiali della Lentezza (di lunedì, il giorno più difficile per rallentare). Per l’occasione si ritrova a New York – Union Square; a Tokyo – Shibuja; a Shanghai – People Square – a multare i passanti frettolosi intrattenendoli in ironici quanto profondi ragionamenti sul loro rapporto con il tempo, ma anche a discutere con gli studenti di alcune delle maggiori università del mondo di come cambiare l’economia e il lavoro per porre le basi di una società del futuro.
Ha scritto Vivere con Lentezza (Orme 2008) e Chi Va Piano (Rizzoli 2009).
Lo trovi sui siti www.vivereconlentezza.it e www.goslowbehappy.com, su Facebook: Gli Amici di Vivere con Lentezza, su Twitter: Vivere con Lentezza e su Youtube: VivereconLentezza.

 

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4 commenti

  1. Non fraintendermi caro Francesco, qui si sta parlando di un libro interessante che leggerò sicuramente. Mi spiace per la tua condizione lavorativa ricordandoti i migliaia di medici che non fanno i medici. Leggiamoci il libro e riparliamone.
    un caro saluto, collega.

  2. Francesco Loperfido

    Loredana, tu almeno un buon lavoro ce l’hai. Anch’io sono medico da due anni e sto ancora aspettando un contratto di lavoro. Spiegami come faccio a essere felice se campo di sostituzioni.

    Francesco

  3. Sono medico al pronto soccorso e raramente posso permettermi una “lentezza” che mi dia un pò felicità ma quei “comandamenti” andrebbero stampati e appesi in ogni luogo di lavoro. Convengo con lo spirito del libro e l’autore: c’è una importanza più grande al “solo” ruolo individuale che abbiamo con il nostro lavoro, che è quello che il mio come quello di chiunque altro fa bene al Paese. In specie adesso. Loredana ps. Ha ragione!, questi ragazzi sono i migliori.

  4. Grazie ragazzi, aveva ragione Valeria a dire che siete i migliori!

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