I Fenici scoprirono l’America duemila anni prima di Colombo

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L’America fu scoperta dagli abili navigatori Fenici, già prima dei Romani, ma poi fu dimenticata. A sostenerlo è il fisico Lucio Russo che nel suo libro “L’America Dimenticata“, edito da Mondadori Università, evidenzia un errore sistematico presente nelle carte geografiche dei secoli successivi e che secondo il fisico rappresenterebbe una prova inequivocabile dei contatti tra le popolazioni del Mediterraneo del II secolo avanti Cristo e le isole delle piccole Antille.

Prima del dominio politico e culturale romano che si instaurò in tutto il Mediterraneo a partire dalla metà del II secolo avanti Cristo, alcune popolazioni, in particolare Fenici e Greci, avevano raggiunto incredibili conoscenze matematiche e scientifiche. Oltre alla precisa misurazione delle dimensioni della Terra e la scoperta dei moti di precessione, numerose fonti citano infatti all’epoca contatti economici via mare con regioni dell’Asia o viaggi di esplorazione al di sotto dell’equatore. Eppure quella che è una delle più antiche fonti dirette delle conoscenze geografiche antiche, le mappe realizzate da Tolomeo nel II secolo dopo Cristo in piena dominazione romana, sono per noi oggi una grossolana mappa con una serie di evidenti errori.

Se si analizzano da un punto di vista matematico questi errori, secondo Russo emergono una serie di “stranezze” dovute alle scarse competenze matematiche di Tolomeo, vissuto ben 4 secoli dopo i grandi matematici greci e fenici. Tolomeo, secondo Russo, confuse molti dati, in particolare nel ricopiare le mappe da fonti più antiche, e scambiò le cosiddette Isole Fortunate con le Canarie. Una serie di evidenze matematiche indica invece che le Isole Fortunate sulle mappe tolomaiche erano in realtà le Piccole Antille che quindi sarebbero state raggiunte dagli europei quasi 2.000 anni prima di Colombo e con cui presumibilmente si ebbero contatti, quanto meno occasionali.

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