Un ebook dalla parte dei librai

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L’emblematica vicenda dei librai della Edison: un modello di difesa della cultura e del lavoro

Il 29 novembre 2012 è stata chiusa la libreria Edison di Piazza della Repubblica di Firenze, dopo diciotto anni di attività fatta di eventi pubblici, di presentazioni di libri e dibattiti, di sale gremite di curiosi e interessati. Un posto che “oggi non se ne fanno più”, direbbe qualcuno, “un presidio di bellezza” ha dichiarato il sindaco di Firenze Matteo Renzi.

Che la storia della chiusura di una libreria storica e della battaglia politica portata avanti dai suoi librai sia raccontata in un libro digitale e che venga letta su dispositivi che stanno agli antipodi di un derivato della cellulosa sembra quasi derisorio: una provocazione nata da un caso fortuito della vita; eppure, la storia dei librai della Edison non è solo la storia di una vertenza sindacale: i dipendenti della libreria hanno saputo trasformare la loro battaglia per la salvaguardia del posto di lavoro nel nodo di una rete di rapporti politici, mediatici e civici capace di portare al centro del dibattito pubblico l’importanza del lavoro e della sopravvivenza di presidi culturali all’interno della città. E lo hanno fatto dando vita a un’azione politica “atipica”, fatta di petizioni, eventi culturali, rapporti con i media, improvvisazioni teatrali e soprattutto il coinvolgimento attivo dei cittadini fiorentini.
I librai della Edison, scrive Andrea Lattanzi nell’ebook Librai si salvi chi può edito dalla casa editrice digitale fiorentina goWare, «hanno rotto con lo schema tipico della vertenza sindacale, che cerca di difendere a ogni costo il posto di lavoro in quanto tale, per aprirsi a una difesa del “posto” di lavoro in quanto luogo fisico di interesse generale (poiché culturalmente rilevante). Così facendo, interagendo cioè politicamente con le istituzioni cittadine e con la comunità al fine di raggiungere un obiettivo specifico, i librai hanno cercato di partecipare – o hanno partecipato loro malgrado – al governo della cosa pubblica».
La loro vicenda è un modello d’azione per tutti coloro che, inseguiti dallo spettro della disoccupazione, non intendono rassegnarsi e sono disposti a battersi anche in modi non convenzionali per conservare il posto di lavoro.
Un cavillo nei regolamenti comunali, una petizione da migliaia di firme, una costante e intelligente pressione sulle istituzioni, sui social media e sugli organi di informazione: elementi che non riguardano esclusivamente la città di Firenze, ma che si prestano, se supportati da tenacia e determinazione, a essere esportati ovunque.
L’ebook breve Librai si salvi chi può di Andrea Lattanzi – a cavallo tra il racconto, il saggio e la ricostruzione giornalistica – diventa così un vademecum indispensabile per salvarsi dalla disoccupazione, a patto di essere informati e fortunati, e la storia dei librai della Edison – di cui non è ancora stata scritta l’ultima pagina – ci indica un modello di azione politica per ri-scrivere la propria storia, anche quando il finale appare già segnato.
Il saggio “Librai si salvi chi può” di Andrea Lattanzi è disponibile in versione digitale su Amazon, iBookstore Apple, Bookrepublic, Ultima Books, La Feltrinelli.it, InMondadori, Cubolibri e tante altre librerie digitali a soli € 2,99.

 

L’autore
Andrea Lattanzi è nato a Carrara il 29 maggio del 1987. Dopo gli studi da tecnico informatico e la laurea in Media e Giornalismo, si sta specializzando in comunicazione e consulenza politica presso l’Università degli Studi di Firenze, dove vive e lavora nel campo del giornalismo e dell’editoria. Come reporter ha lavorato per alcune emittenti televisive e quotidiani locali, occupandosi principalmente di approfondimenti politici e sociali. Nel 2008, assieme ad altri studenti e amici, fonda l’associazione culturale Riot Van, con la quale edita un magazine e produce contenuti video a carattere giornalistico. Provenendo da una terra di confine e, ama dire, “ricca di ingiustizie” continua a credere in un mondo migliore.

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