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Un reale, profondo, sostanziale rivolgimento morale

   Tempo di lettura: 5 minuti

C’è un libro che ho riletto volentieri, approfittando della “quiete natalizia” non solo perché ben scritto, ma anche perché già nella parte introduttiva anticipa scenari che stiamo vivendo in questi giorni.
Si tratta de “La Società cinica” di Carlo Carboni che ha come sottotitolo fondamentale le classi dirigenti italiane nell’epoca dell’antipolitica.
In tempi in cui la mala politica ha passato il testimone (volentieri o malvolentieri) ad un Governo ancora in fase di osservazione quel rifiuto per l’enorme distacco tra società ed elite è stato per così dire congelato. Si è passati da una demolizione costante della classe politica alla curiosità per un nuovo esecutivo che prometteva “tecnicamente” lacrime e sangue. E le lacrime ci sono state…ma la politica quella del circolo chiuso nel frattempo non si è tagliata i costi e, in alcune regioni addirittura con sfida e arroganza , si sono create nuove provvidenze che definire vergognose è poco se si pensa a chi davvero “sanguina” ; con la fatica di arrivare a fine mese con il minimo dell’emoglobina per sbarcare il lunario e sfamare una famiglia. In questo senso è pienamente condivisibile l’analisi recente del Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino che con significative parole ammonisce che : L’impressione è che la corruzione in Italia sia rimasta stabile negli ultimi anni, perché non si avverte un reale, profondo, sostanziale rivolgimento morale; l’onestà, in ogni rapporto anche privato; la valenza del merito; l’etica pubblica; il rispetto del denaro pubblico e di tutte le risorse pubbliche, che sono i beni coattivamente sottratti ai privati e dei quali si deve dar conto”.

Parole dure. Importanti. Reali. Profonde. Il rivolgimento morale oggi è al primo punto dell’ordine del giorno.
Dell’introduzione di Carboni ci sono tanti punti e tanti spunti da tenere ben presenti Egli nel 2008 scriveva “insomma, la sensazione è che l’Italia sia intrappolata nell’incertezza totale e viva uno stato di sospensione”. E aggiunge ” La tecnica del rinvio e del posporre decisioni da parte delle nostre classi dirigenti, fa si che continuiamo a caricare sul futuro i pesi del passato: il futuro è punito dall’ignavia cinica del presente” E’ come vedere una persona che sta male buttata a terra, guardarla con disprezzo e poi riprendere il cammino come se niente fosse.
Questo Governo ha la prerogativa di essere un “farmaco” per riportare la credibilità ai valori normali . E allora bisogna usare la chimica. Bisogna scomporre tutti i componenti. La politica non buona non abbatterà mai se stessa. Un esecutivo tecnico potrebbe invece riscrivere le regole che sono saltate a cominciare da quelle più semplici: che la legge è uguale per tutti. Che l’etica pubblica è da spolverare e da scrostare da anni di abbandono . La buona politica è un’altra cosa. C’è una bella frase detta da Mario Monti nel discorso di fine anno “gli uomini politici possono essere all’altezza del compito oppure scadenti e corrotti, anteponendo il bene proprio alla prosperità degli altri. Il nostro sforzo è quello di favorire il miglioramento del personale politico operando con efficacia per recuperare il valore di quella attività”. Sono affermazioni di grande respiro istituzionale. Ma bisogna volgere lo sguardo anche alla società che aspetta, alle attese della povera gente. Solo così è possibile un reale, profondo, sostanziale rivolgimento morale.
C’è una costante differenza tra società buona e società cattiva. La prima vuole il cambiamento, il rivolgimento morale. La seconda vuole che nulla cambi e che vengano garantiti gli equilibri faticosamente tramandanti non già per capacità personali, ma per capacità…politiche nell’accezione più negative del termine politica. L’antipolitica oggi è uno stato di necessità, è l’apoteosi della sfiducia che tuttavia produce effetti contrari. Assegna un punto a tavolino a chi non si sente insediato. E allora, aldilà delle buone intenzioni, il tempo passa e le cose non cambiano.
C’è un bellissimo passo di un libro snello di Paolo Sylos Labini che inizia così “Quella che stiamo vivendo è una grisi grave e sconcertante. Molti pensavano che l’Italia stava uscendo da un periodo oscuro, dominato da numerosi sintomi di degenerazione, fra cui una dilagante corruzione, per entrare in tempi brevi in una fase di miglioramento politico e sociale” Correva l’anno 1995 e quei
tempi brevi non ci sono ancora stati. Non c’è stato tempo, non si è trovato il tempo. Non è cambiato il tempo e…il vento.

 

ANTONIO CAPITANO

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