Il 1947 di Elisabeth Åsbrink è il racconto di come il conflitto arabo-israeliano trovi un punto di non ritorno, di come i nazisti comincino a riorganizzarsi in fretta e a ritessere la propria tela, di come nasca la guerra fredda, di come Michail Kalashnikov perfezioni il suo fucile mitragliatore, di come si svolgano i processi contro i criminali di guerra, di dove George Orwell scriva 1984.
L’autrice scrive anche della storia della sua famiglia, della storia dei suoi antenati ebrei in Ungheria e di molte altre cose accadute in quell’anno seguendo un filo che si dipana inseguendo varie storie mese dopo mese, compresa quella di uno misconosciuto giurista Raphael Lemkin, che farà di tutto perché venga approvata alle Nazioni Unite la convenzione sul genocidio. Verrà nominato per sei volte al Nobel per la pace, che non riceverà mai; morirà precocemente per un collasso dovuto allo sfinimento per la sua battaglia e solo sette persone saranno presenti alla sua sepoltura.
Queste e altre vicende troverete raccontate in questo libro, che non sono in grado di dire se sia bello, ma sono certo che non lascia indifferenti; poi gli aggettivi sta a voi cercarli.
per BookAvenue, Davide zotto