Gustave Flaubert, Madame Bovary

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Il romanzo trae origine da una vicenda realmente accaduta ed opportunamente rielaborata dall’Autore che porta ad alti livelli l’introspezione dei personaggi, specialmente della protagonista Emma Bovary. Flaubert prosegue nel percorso realistico e fa della sua eroina un personaggio vero e reale, tanto da diventare il simbolo identificativo per molte generazioni di donne di provincia. Questa universalità che si riscontra nel carattere dei personaggi è, secondo me, la vera grandezza del romanzo: un’opera d’arte si può definire tale se rimane valida e produce emozioni nonostante tutti i cambiamenti temporali.

Il romanzo di Flaubert ha queste caratteristiche e rappresenta in ogni epoca quel “male di vivere” che alberga nell’animo di coloro, che pur non avendone i mezzi fisici o psicologici, ritengono di meritare più di quanto la vita o il loro stesso comportamento gli abbiano fatto ottenere: è il grande desiderio di sollevarsi verso l’alto degli spiriti costretti ad una vita ritenuta mediocre; è l’ambizione e l’aspirazione frustrata dalla realtà dei fatti, insomma: il fastidio del quotidiano e la nostalgia dell’impossibile. E non dite che non l’avete mai provato almeno una volta!

Il medico Charles Bovary, sposa una vedova molto ricca, ma dal carattere infernale e con lei si trasferisce a Tostes, un piccolo villaggio della Normandia. Qui si dedica alla visita dei malati e di alcuni vicini; così conosce Emma, figlia del coltivatore Rouault, della quale si invaghisce. Alla morte dell’anziana moglie, Charles ottiene la mano della bella Emma: si tratta di una ragazza, raffinata , elegante e romantica che presto si stufa della vita mediocre condotta dal marito.
Per cercare di aiutare la moglie e di salvare il proprio matrimonio, Charles si trasferisce in un altro paese della Francia, Jonville-l’Abbaye, ma tutto sembra inutile. La nascita della prima figlia Berta e la relazione con uno scrittore notarile, Leon Dupuis, attenuano appena il male esistenziale della protagonista. Tutto sembra precipitare quando Leon deve partire per Parigi, lasciando sola la bella Emma che non sa resistere alla corte di un seduttore del luogo, tale Rodolphe Boulanger.La relazione ha però un triste epilogo dovuto alla totale diversità dei due caratteri: Emma sensibile, romantica e possessiva, lui amante soprattutto della sua libertà. Tutto sembra concludersi con la partenza di Boulanger per Parigi, ad Emma non resta altro che il suo dolore fisico e morale. Ogni distrazione sembra essere inutile finchè all’Operà di Ruen Emma ritrova di nuovo Leon ed il loro amore rinasce più forte ed intenso di prima. Tuttavia il carattere di Emma è sempre più possessivo, di lei si impadronisce la paura di perdere l’unico stimolo della sua piatta esistenza. Infine anche Leon finisce col lasciarla sola ed in preda alla più profonda disperazione.

Emma comincia a contrarre una serie di debiti con usurai che la ricattano e la minacciano. In preda al panico ed alla disperazione, la protagonista non vede altra via d’uscita che la morte avvelenandosi con l’arsenico sottratto ad un farmacista. La quale giunge non senza una penosa sofferenza ma come una liberazione da tutti i traumi della sua esistenza. Per ironia della sorte, l’unico uomo che mantiene intatto l’amore per Emma è proprio il marito che, nonostante sia venuto a conoscenza dei suoi tradimenti, passerà il resto della vita lontano da tutti nel perenne ricordo di lei.

Una conclusione che ha il sapore di un invito a non cercare lontano, ad abbandonare i sogni che restano sempre tali ed accontentarsi di ciò che la vita reale ci offre.

Considerato il periodo in cui è stato scritto, il romanzo può definirsi decisamente moderno soprattutto nella visione di una figura femminile che esce dai canoni tradizionali che la vedono nel ruolo di moglie fedele e di madre devota. Una donna che non trova il suo spazio adeguato in una società piccolo-borghese che la opprime e fa da argine alle sue aspirazioni interiori. Un’oppressione che diventa un crescendo che porterà all’epilogo finale ed alla morte come unica via per liberarsi dall’angoscia e dal tormento di una vita non appagata.

Un libro, questo, che consiglio a tutti di leggere perchè prende e appassiona, un libro dove ognuno di noi può ritrovare una parte di sè stesso o almeno di quei sogni che ci portano lontano da quella “provincia sentimentale” che si crea con la routine della vita quotidiana. E poi perchè rileggere, o leggere per la prima volta un classico, è bello. Magari in riva al mare o in una baita di montagna mentre la pioggia fuori vi sta rovinando la vacanza. Fate un pò voi.


copertinaGustave Flaubert
Madame Bovary
Mondadori

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