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Julian Fellowes è autore della meravigliosa serie televisiva Downton Abbey e del film premio Oscar Gosford Park. Chi avesse nostalgia dei suoi personaggi, potrà ritrovare in Snob le vicende (parola grossa, in realtà si naviga placidamente tra vacanze, cocktail e matrimoni) della mai troppo blindata nobiltà inglese. Questa volta però siamo alle prese con un’epoca meno affascinante dell’età edoardiana perché il conte Charles Broughton e l’affascinante Edith si muovono (ma poco, per non sciuparsi) negli anni Novanta del XX secolo, quelli della guerra del Golfo e della morte di Lady Diana, avvenimenti mai citati nel romanzo, come se gli unici eventi in grado di scuotere le coscienze degli altolocati protagonisti fossero i centimetri sociali guadagnati da yuppies, celebrità cinematografico-teatrali e parvenu assortiti … >>

A differenza della serie TV, qui la trama è esilissima e i personaggi sono quel che sono, con qualche sfumatura ma senza grandi crescite o drastici capovolgimenti. Ecco perché l’ironia alla Jane Austen non fa di Fellowes l’erede della grande scrittrice inglese come spesso si è detto: non basta scrivere di madri sventate che gettano le figlie in matrimoni improbabili o di un “branco di persone ben vestite che esprimevano opinioni di seconda mano” “con quell’aria di lieve disperazione tipica degli inglesi che si preparano a divertirsi”.

Forse per questo, alla lunga, Fellowes diventa un po’ monotono al contrario della Austen che pagina dopo pagina è sempre più graffiante e, botta dopo botta, fa crescere i suoi personaggi; Fellowes, li lascia sguazzare nel loro brodo con gran soddisfazione, li rinchiude come essi stessi chiedono di essere rinchiusi. In questo modo dimostra ciò che dice a pag. 29, cioè che “… gli inglesi d tutte le classi siano drogati di esclusività. Lasciate tre inglesi soli in una stanza ed escogiteranno un sistema per impedire che un quarto si unisca a loro”, teoria interessante anche se, a giudicare da qualche commento letto in giro per il web ha annoiato più di un lettore.

Raccontando questa teoria dell’isolamento, Snob ci mostra, non lesinando sullo humor, che l’aristocrazia britannica è povera e noiosa, i titoli nobiliari sono vuoti e obsoleti, l’etichetta è un ricettacolo di regole assurde e abitudini insensate. Alla resa dei conti, gli adepti di questa setta sono “non più infelici di chiunque altro” o al massimo, quando proprio va di lusso, “felici quanto basta”. È utile, forse, per riflettere sul masochismo di molti esclusi che si nutrono di gossip, di veglie fuori da un ospedale aspettando la nascita di un royal baby atteso quanto un Messia, di fibrillazione per un royal topless. Sarà proprio vero che è meglio “star dentro e guardar fuori piuttosto del contrario”, o è solo l’ennesima fiaba in cui vogliamo credere, tanto non avremo mai la sfortuna di cascarci dentro? Chiedetelo a Edith.

 

INFO EDITORIALI

Titolo: Snob

Autore: Julian Fellowes

Traduttore: M. C.  Savioli

Editore: Neri Pozza

Collana: I narratori delle tavole

ISBN: 978 88 6559 058 4

Pagine: 331

Prezzo indicativo: € 9,00

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