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La nobile arte di prendersi a cazzotti. Joyce Carol Oates, Sulla boxe

Perché se uno ha visto cinquecento incontri di boxe ha visto cinquecento incontri di boxe

Diciamolo: la boxe è stata un baluardo degli uomini inteso sia come sport esclusivo di genere, nel senso letterale della parola di esclusione dell’altro, che come “corporazione” in difesa della sua individualità per un sacco di tempo fino all’arrivo di Joyce Carol Oates: una creatura forse troppo esile ma troppo piena di talento che non ha esitato a scavare tra i cazzotti dei campioni che hanno fatto la storia di questo sport e dato visibilità a quest’arte.

Carol Joyce Oates 1965

Due chiacchiere con Joyce Carol Oates

Sapevate che ogni settimana The Guardian offre una chat in tempo reale in cui i lettori incontrano artisti, scrittori, musicisti, attori, uomini e donne di cultura? Si chiamano Culture Webchat e le trovate sul sito del giornale. Il 7 settembre era il turno di Joyce Carol Oates e la scrittrice ha risposto per iscritto – per ben due ore – a tutte le domande del pubblico. Silvia Belcastro ha letto per voi tutte le 95 domande e le relative 95 risposte e vi regalo una piccola selezione…

foto autore

Certe notti frenetiche

L’Autore.
Joyce Carol Oates è una delle grandi scrittrici e nome tutelare della letteratura americana contemporanea. Ha scritto una settantina di libri (ho provato a cercarli e contarli un pò tutti ma davvero non sono riuscito a fare una mappa precisa dei suoi lavori) tra romanzi racconti e saggistica. Ha compiuto da poco settantasette anni ma ha scritto il libro al suo settantesimo compleanno e dev’essere stato forse questo il motivo che l’ha spinta a divertirsi con questo Wild Nights, Notti frenetiche (o selvagge?). Non mi si punisca per l’eventuale cattiva interpretazione di senso – ma questa è la scheda di un lettore e non di un recensore, il che potrebbe apparire disfunzionale a prima vista. I lettori leggono, non scrivono che diamine! Ma il piacere di trasmettere è più forte del buon senso che imporrebbe un più casto silenzio.

Carol Joyce Oates 1965

Il Nobel a Joyce Carol Oates: cosa buona e giusta

Chi vincerà il Nobel per la letteratura nel 2014? Don DeLillo? Philip Roth? Cormac McCharty? Chissà perché Joyce Carol Oates non compare mai nei toto-Nobel per la letteratura, soprattutto in quelli europei, tantomeno italiani. Forse perché è troppo brava. Eppure potrebbe essere la quadratura del cerchio per il circolo dei tromboni radical-chic di Stoccolma, perché i personaggi femminili di Joyce hanno i perfino i requisiti dell’engagement, volendo.

Oates. Memorie di una vedova

Quando, alle sei e un quarto del mattino dell’ 11 febbraio del 2008, Joyce Carol Oates ha detto buongiorno al marito di 77 anni, Raymond Smith, facendo colazione, di certo non pensava che sarebbe morto di lì entro una settimana. Però, riconosce in, “Storia di una vedova” il libro di memorie della sua (del marito, intendo) morte e le sue conseguenze, ha avuto la sensazione che non tutto stava andando come doveva. “C’è un momento – ricorderà per sempre – quando comprendi istintivamente, sulla base di alcune prove insignificanti, che c’è qualcosa che non va“.