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I libri e le recensioni più lette di BookAvenue del 2020
Come molti, da queste parti siamo assai contenti che questo anno terribile stia per finire. In BookAvenue, abbiamo voluto testimoniarlo con fedeltà alla linea editoriale originaria che ci siamo dati il lontano 2001 e con altrettanta attenzione all’attualità. Abbiamo voluto guardare al tempo corrente recensendo libri di saggistica e narrativa che più di altri hanno saputo raccontarci il mondo ostaggio di se stesso prima che di un nemico invisibile come il Cov-19.
Lo zio d'america è malvagio
Che gli Stati Uniti si siano trasformati in due barricate contrapposte, ora disposte a sparare l’una contro l’altra, è cosa nota visto quello che è accaduto a Portland recentemente. Donald Trump (1) ha incredibilmente sparato a zero sull’amministrazione locale senza dire una sola parola sull’accaduto. Secondo uno studio condotto dall’università di Harvard e dalla Northeastern University, negli Stati Uniti ci sono circa 265 milioni di pistole la maggior parte nelle mani di appena il 3 per cento della popolazione. La guerra civile, le due guerre mondiali, i conflitti in Corea, Vietnam, Iraq e Afghanistan hanno ucciso meno cittadini americani rispetto a quello delle vittime di arma da fuoco dal 1968 a oggi (2).
Schierarsi con la parola. La letteratura black: una lista dal Pen Club.
In qualità di organizzazione formata da scrittori, lettori e persone che credono nel potere trasformativo della parola, il PEN America si dedica alla ricerca di verità condivise, alla promozione del progresso sociale e alla costruzione di un mondo più equo. Ci schieriamo quindi in solidarietà con gli scrittori e gli artisti – e con la comunità letteraria in generale – impegnati nella battaglia per mettere fine al razzismo, e alla violenza ad opera della polizia. >>
Terra di nessuno (piena di zinco)
(ndr) per farsi una idea delle superfici: Stato del Vaticano:0,44 KM2, Moresnet:3,4 KM2, Repubblica di San Marino:61,2 KM2
1815. Congresso di Vienna. Si devono ritracciare i confini dopo che è passato il tornado napoleonico. C’è fretta. Le cartine non sono precisissime e forse il pennarello ha la punta grossa. Non si sa, perché quei documenti sono spariti nel nulla. Alla cartina sono collegati alcuni articoli del trattato per definire meglio le spartizioni, perché tutti cercano di avere il massimo e arraffare qualche territorio in più. Qualora ci fossero dubbi se ne occuperanno delle commissioni bilaterali per tracciare i confini con più precisione ed evitare che alcune case vengano tagliate a metà dalla linea di confine.
La psichiatria sulla pelle dei bambini
«Avevo tre anni quando un’assistente sociale mi portò a Villa Azzurra che di quel colore non aveva proprio nulla. Ci finii perché quella buona donna di mia mamma mi aveva avuto da un uomo che della paternità se ne infischiò allegramente, non l’ho mai incontrato. Lei era giovane e sola».
Comincia così – con una storia terribilmente simile a molte altre – questo libro scritto per non dimenticare; per ricordare a chi è vissuto al tempo dei manicomi e per informare chi non c’era. Ma scritto anche per smontare l’illusione che oggi la fabbrica della follia sia altro da quanto era in passato: fenomeno di massa, fenomeno di poveri, manicomi (o realtà troppo simili) come discariche umane e sociali.
ll Cigno Nero del nuovo secolo
Il Coronavirus ha cambiato la faccia del mondo in meno di un mese: la metà delle persone del pianeta è chiusa in casa. Un evento così catastrofico lo abbiamo letto solo nei romanzi di fantascienza mai immaginando di entrare a farvi parte come protagonisti. La malattia ha cambiato le nostre giornate ma anche quelle che verranno; l’economia, infatti, lancia il grido d’allarme sulla difficile ripresa che ci aspetta dopo l’emergenza. L’occasione giusta, in questi giorni di clausura forzata, per riprendere in mano un libro tanto attuale quanto il suo titolo in copertina: “Il Cigno nero”.
Non credere alla catastrofe è facile se sai come farlo
Siamo davvero così sicuri delle nostre convinzioni e su cosa le costruiamo? Quanto sappiamo veramente di come va il mondo? La scuola, la fame, lo stato sociale delle nazioni è arretrato rispetto a venti, quaranta anni fa come molti di noi pensano, o non è così? Non ultimo: hanno ragione i sovranisti a parlare d’invasione degli immigrati con tutto l’armamentario di sciocchezze connesse al tema?
Tranne l’ultima personale considerazione, le righe appena sopra sono alcune delle domande poste all'inizio del libro di Hans Rosling, Factfulness: dieci motivi per cui ci sbagliamo sul mondo e perché le cose sono migliori di quanto pensi. Uscito in aprile di due anni fa, ha continuato a diventare un grande successo che ha già venduto centinaia di migliaia di copie in tutto il mondo e che, lo dico con convinzione, va sostenuto anche da noi dove invece è già diventato merce da rendere all’editore. L’invito ai librai è di recuperarlo e rimetterlo per un po’ di tempo sui banchi.
Una catastrofe autoinflitta. Intervista a Jonathan Safran Foer sui cambiamenti climatici
(tempo di lettura 10 minuti) questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2020
“Dobbiamo fare qualcosa“. Jonathan Safran Foer ha ripetuto questo mantra con frequenza e intensità crescenti negli ultimi anni, soprattutto i più recenti. Il suo civismo è emerso con ferma autorevolezza in risposta alle correnti questioni sociali americane come, per esempio, alle famiglie separate al confine messicano, altre volte per controllo delle armi, ma più spesso i suoi interventi hanno riguardato il cambiamento climatico.
Nel suo ultimo libro: Possiamo salvare il mondo primadicena, uscito recentemente per Guanda in Italia prima che negli USA racconta, a un certo punto, che la faccenda del cambiamento climatico e delle ricadute sulla pelle delle persone era per lui diventata intollerabile. Foer confessa cosa pensava di sapere sulla crisi ambientale e cosa gli individui potevano fare a riguardo, limitandosi però alle: 1) cannucce di plastica = cattive 2) riciclaggio = buono. Ha compreso, proprio a quel certo punto di avere bisogno di sapere più compiutamente e in maniera strutturata cos’era il cambiamento climatico e come funzionasse.
Susan Sontag: ritratto dell’intellettuale da giovane
Susan Sontag è stata una di quelle intellettuali pubbliche che gli americani chiamano social critic, impegnata e appassionata sia sul fronte politico sia su quello delle arti e delle lettere. È stata caustica e sensibile autrice di saggi e discorsi sul potere delle immagini, sulla pace e sulla guerra, sulle concezioni sociali di malattie come il cancro o l’Aids ma anche di romanzi (Il benefattore, Il kit della morte, L’amante del vulcano) e commedie teatrali (dalla riscrittura ibseniana Donna del mare a Cosa viviamo ora sull’Hiv). Ha insegnato, diretto quattro film tra lunghi e corti, diversi allestimenti scenici e scritto quasi in continuazione sin da giovanissima. Quando è morta a settantun anni il 28 dicembre 2004, non ha lasciato disposizioni circa le sue carte inedite, i suoi scritti non raccolti in volume o non finiti.
Inafferabile, inclassificabile, ambiguo. Michel Houellebecq, insomma.
Certi esseri provano molto presto una spaventosa impossibilità a vivere per loro stessi. Per dirla tutta, non sopportano assolutamente di vedere la propria vita in faccia, e di vederla nella sua interezza, senza zone d’ombra, senza sfondi.
Inafferrabile, inclassificabile, irriducibilmente ambiguo: Michel Houellebecq, immancabilmente, ci sfugge. Da scrittore, esplora tutti i generi: poesia, romanzo, saggio; ma moltiplica anche le fughe dal campo letterario: nel cinema, dietro e davanti la cinepresa; nella musica – che si improvvisi cantante o che i suoi testi diano luogo ad adattamenti; nell’arte – anche qui come artista a tutti gli effetti o come oggetto d’ispirazione.