C’è un limite a tutto. Anche agli sconti.

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Approvato anche dal Senato il ddl che disciplina il prezzo dei libri. Ora abbiamo una legge che restringe ampiamente la libertà di editori e librerie (anche on-line) di stabilire sconti e promozioni. Nello specifico, la vendita dei libri è consentita con uno sconto massimo del 15% sul prezzo di copertina; le campagne promozionali degli editori possono durare al massimo un mese (in questo caso lo sconto può eccedere la soglia del 15% ma non può essere superiore a un quarto del prezzo fissato e… le campagne promozionali non si possono tenere nel mese di dicembre!); può essere applicato uno sconto massimo del 20% in occasione di manifestazioni di “particolare rilevanza” (ad esempio le fiere librarie come il Salone del libro di Torino) o in favore di soggetti no profit (biblioteche, scuole, ecc.); i libri che nessuno più si fila sono esclusi dalla disciplina (nel testo si usa ovviamente un altro linguaggio, ma il senso è proprio questo: la legge si applica alle novità o a quei libri che hanno un discreto riscontro in termini di vendite). Il tutto entrerà in vigore del primo settembre di quest’anno.

Questo in sintesi il contenuto della norma. L’obiettivo dichiaratissimo della legge era duplice: proteggere sia le cosiddette librerie indipendenti che i piccoli editori. Il risultato è invece il seguente: a essere penalizzati sono i cittadini. Si tratta del tipico caso in cui la forza lobbistica di un ristretto gruppo (che porta avanti omogenei interessi di bottega) ha la meglio su una maggioranza non organizzata di cittadini. Perchè a guadagnarci dalla regolamentazione dei prezzi è uno sparuto manipolo di marginali e boccheggianti librerie (ed editori). A perderci tutti gli altri. E non importa della tanto sbandierata promozione della lettura… Perchè una cosa è evidente: la lettura la si incentiva con libri in vendita a prezzi alti o bassi? E non importa il progressivo assottigliarsi del potere di acquisto delle famiglie… Le persone comprano un maggior numero di libri se questi hanno prezzi alti o bassi? E non importa se altri soggetti del settore subiranno conseguenze negative… Amazon (tanto per fare finalmente il nome del grande nemico) o i supermercati aumenteranno o diminuiranno il loro volume di vendite? Si tratta di domande retoriche, che portano a dare risposte che vanno nella direzione opposta da quella intrapresa dal legislatore.

Era troppo bello comprare libri su Amazon (perchè durasse): novità librarie con sconti del 30/35%, consegne a domicilio in tempi lampo (e certi), possibilità di restituire i libri acquistati anche senza motivo (con conseguente e puntuale rimborso). Un sistema non regolamentato, questo, che aveva permesso di ricevere un servizio eccellente (spendendo meno). È questo che intendono le persone quando ti dicono: la concorrenza porta ad avere a disposizione beni e servizi migliori a prezzi più bassi. E questo con Amazon puntualmente si è realizzato. Con la approvazione di questa legge passiamo invece alla realizzazione pratica di un altro caso-scuola da manuale: la nascita di una rendita. Le barriere alla concorrenza portano infatti alla creazione di rendite. I libri potrebbero essere venduti con sconti maggiori (all’interno di un sistema concorrenziale), per legge si decide che lo sconto non può andare oltre una certa soglia (sistema regolamentato). Questo porta alla creazione di una rendita (la differenza fra le due soglie di sconto). Questa differenza è la penalità che devono subire TUTTI i lettori da un sistema di prezzi regolamentato per legge; questa differenza è il vantaggio che POCHE librerie ottengono dalle scelte del legislatore.

Ultimo punto: cosa dire della motivazione che spesso si adduce per sostenere un sistema regolamentato? Sì, la motivazione è quella che sentiamo ripetere come un disco rotto: le piccole librerie sono da tutelare, in quanto “presidi fondamentali per la diffusione della cultura, della conoscenza e per la crescita del benessere collettivo” (in questo caso le parole sono del presidente dell’Associazione Librai Italiani). Qualcuno sa spiegarmi cosa vogliono dire? Di solito si usano parole importanti e altisonanti per nascondere il nulla sul quale poggiano. Una cosa è certa: la cultura e la conoscenza si diffondono vendendo libri (e si vendono più libri se i prezzi sono bassi). E invece no, ci dicono che è il libraio il depositario della Cultura, colui che con i suoi consigli e il suo Sapere può guidarci nella scelta delle nostre letture. Per questo dobbiamo tutelarlo, è una specie in via di estinzione. Pur di mascherare l’iniquità di certi provvedimenti li si legittima con le motivazioni più ridicole (e seriose: ridicole in quanto seriose). Davvero possiamo credere a questa visione così idealistica del libraio? Sul concetto di benessere collettivo penso non ci sia nulla da dire, meglio tornare alla lettura di “Meridiano di sangue“, comprato su Amazon con sconto del QUARANTA PERCENTO. Ho messo il link, ne consiglio caldamente l’acquisto (Affrettatevi: la promozione scade il primo di settembre!).

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