I molti futuri della lettura, si chiamano donna

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Donne sempre più capitane d’industria nel campo editoriale, lettrici attente e indefesse molto più del mondo maschile (52% contro il 39%), massicciamente in prima linea nella promozione culturale e nello sviluppo delle idee. Insomma, scrittura, confezione e vendita dei libri si tingono sempre più di rosa nei posti cardine dell’intera filiera.

 

 

L’AIDDA, Associazione Imprenditrici e Donne Direttrici d’Azienda, attenta a coniugare le tematiche culturali e femminili con quelle imprenditoriali, ha voluto fare il punto con una serie di stakeholder del settore, in un incontro che ha messo in palcoscenico – letteralmente – qualche tempo fà al teatro Testaccio, editori, scrittori, studiosi, giornalisti su un tema cardine: il futuro della lettura (e, in filigrana, dell’editoria tradizionale e innovativa).

Il confronto dal titolo: “Le donne preferiscono l’ebook? – il futuro di lettura e scrittura fra carta e web”, ha raccolto i pareri di editori del calibro di Cristina Siciliano (Curcio editore), Giovanna Iuliano (Newton Compton), Antonio Tombolini (Narcissus) e Giulio Perrone (Perrone editore), ma si è avvalso anche della partecipazione di Alessandra Oddi Baglioni, vice presidente nazionale dell’AIDDA, di Patrizia Marin dell’università IULM di Milano, e di altri prestigiose rappresentanti di un settore fra i più cruciali per capire come creatività e tecnologia, nuovi mercati e bisogno di sapere, gusto della lettura e micro-intellettualità al servizio di grandi cambiamenti sociali siano oggi una trama ineludibile per chi vuole incamminarsi nel mondo della comunicazione, come autore o come manager.

L’AIDDA coordina donne che operano nei settori più diversi, dal commercio (circa il 30%) all’industria (32%), con presenze di primissimo piano in campi come l’abbigliamento, alimentari, arredamento, chimica, edilizia, editoria, metalmeccanica, dai servizi (30%, dalle assicurazioni al settore pubblicitario) all’agricoltura (6%) e all’artigianato (2%), e quindi non poteva che essere il “brand” culturale migliore per capire come la cosiddetta “altra metà del cielo” sia ben oltre una nicchia o una minoranza da proteggere in tanti campi dell’economia e della informazione, nonostante tanti gap ancora da colmare rispetto ai colleghi maschi.

Il convegno ha posto all’attenzione del pubblico intervenuto anche una serie di temi che costellano il mondo dell’editoria oggi. Quello, per esempio, della netta discrepanza fra i tantissimi che oramai si lanciano nell’idea di scrivere un libro e di vederlo pubblicato e diffuso a livello nazionale, sull’onda anche di format televisivi recenti come “Masterpiece” e di un fiorire di festival e di eventi lungo tutto lo Stivale, e l’ignoranza sempre più diffusa in vaste fasce sociali, magari a tutto vantaggio di dispositivi ludici ed elettronici di intrattenimento e interazione come i social network, la condivisione di foto, play station e quant’altro. Allarme particolarmente sentito soprattutto presso le giovani generazioni. «Si scrive tanto, si legge molto poco – sottolinea appunto la dottoressa Siciliano della Curcio -. I lettori forti sono 3 milioni e 700mila e tutte le stime e tutti gli studi curati da Tullio de Mauro o Piero Angela certificano che al 50% siamo una popolazione a rischio di analfabetismo, e questo perché cultura e lettura non sempre viaggiano insieme; in questa direzione noi operatori del settore editoriale dobbiamo fare sempre di più per creare gli stimoli giusti. Noi come Armando Curcio Editore sono 8 anni che portiamo avanti il Premio delle attività creative, iniziativa che guarda proprio al pubblico dei ragazzi per incentivare la meritocrazia e il lavoro in equipe».

Particolare attenzione ha voluto sollevare la dottoressa Oddi Baglioni sul nuovo trend degli ebook musicali che creano davvero un’atmosfera multiprospettica, multisensoriale intorno al lettore che sta approcciando un’opera. Dunque, non solo un medium interfacciato di maggiore fruizione, ma una sorta di piccolo proscenio a portata di mano. Marie Therese Taylor ha in questo senso aperto una nuova dimensione, ha ricordato la Oddi Baglioni, con il suo recente libro “Noi ancora una volta”. Un testo in cui l’Italia degli anni Ottanta fa da sfondo, l’Italia pubblica del boom economico e delle Brigate rosse ma anche l’Italia privata del carnevale di Venezia, del sesso allegro. I ricordi di cinque donne che hanno passato la cinquantina sono inframmezzati dal thriller che stanno vivendo; si dipanano relazioni tra madri e figlie, tra fratelli, amori ammessi, amori sopportati, amori ostacolati, dall’amore titubante cercato da chi sa che potrebbe essere l`ultima chance, dall’amore tenero di chi ricorda il passato con ansia fino all’amore furioso di chi ha il coraggio di fare una scelta fuori dalle regole. Insomma, una saporita attualizzazione di quello che una volta era il “genere rosa”, quello delle Collane Harmony, di scrittrici come Liala, e che oggi è mutato in “romance”, con tagli e contaminazioni che ci chiamano in causa anche come soggetti del tempo in cui viviamo.

 

da Il messaggero, Carmine Castoro

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