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Eduard Limonov. Dove i destini reali e quelli fantastici s’incrociano

Limonov, chi era costui? Un poeta, un dissidente, un bolscevico, un personaggio di Solzhenicyn, un bandito, un attore, un cantante rock, un campione di scacchi? No, è il protagonista di un libro. Turghenev, Tolstoj, Dostoevskij? No, no. Ma si può arrestare un personaggio di fiction? Difficile. Eppure.

Chi si ricorderebbe di Eduard Limonov se non fosse uscito il libro di Emmanuel Carrère? Eppure il vecchio Limonov è tuttora lì, in carne e ossa, dentro la sua storia e la storia della Russia eterna, imperscrutabile enigma circondata dal mistero, inenarrabile crogiuolo di storie e di dolori, inarrestabile flusso romanzesco.

Emmanuel Carrère, La vita come un romanzo russo

I libri di Carrere pongono sempre più di qualche difficoltà. Sia nel definirli, sia nel recensirli. E forse questa è la dimostrazione che ci si trova dinanzi a uno scrittore quantomeno complesso. C’è sempre, tra le sue righe, come una fastidiosa musica di sottofondo. E non si riesce mai a capire se sia la storia o un personaggio o l’atmosfera tutta del libro. Vi ricordate la “Settimana bianca” o “L’avversario”? Fin dalle prime pagine, senza bisogno di sapere come proseguisse la storia, si veniva sommersi da un senso di disagio, quasi di freddo.