Le primarie della cultura promosse dal FAI

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Ventuno giorni, dal 7 al 28 gennaio, per votare online le priorità nell’ambito della cultura, del paesaggio, dell’ambiente da indicare a chi si candida a guidare il prossimo governo: sono queste le Primarie della cultura, un’iniziativa ispirata dai gruppi Giovani del FAI – Fondo Ambiente Italiano, aperta a tutti i cittadini italiani. Testimonial d’eccezione della competizione, che si inserisce nell’ambito della campagna elettorale per le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, sono cinque personaggi simbolo della storia del bello del nostro Paese: Giotto, Dante Alighieri, Leonardo Da Vinci, Giuseppe Verdi, Federico Fellini.

COME VOTARE – Sul sito creato appositamente www.primariedellacultura.it tutti i cittadini potranno registrarsi e votare per i temi che ritengono prioritari nei settori che da sempre contraddistinguono l’attività del FAI: cultura, paesaggio, ambiente. A disposizione dei votanti ci sono 15 temi selezionati, lunghi lo spazio di un tweet: dalla destinazione di una quota minima del denaro pubblico alla cultura, alle politiche per lo sviluppo del turismo, alla revisione delle norme che regolano il consumo di suolo, a misure che fermino lo svuotamento dei centri storici, all’aumento di ore di storia dell’arte nei programmi scolastici. Ogni tema viene sviluppato con un apposito approfondimento sul sito delle primarie.

UNA PROPOSTA ALL’INSEGNA DELLA DEMOCRAZIA – Ridando voce ai cittadini elettori, che secondo l’attuale legge elettorale non possono scegliere i loro parlamentari, le Primarie della cultura vogliono trovare risposte a interrogativi trascurati ma fondamentali per il Paese: salvare la cultura italiana boccheggiante dopo decenni di indifferenza, rendendo lo straordinario patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano una ricchezza che può generare anche sviluppo.

I TEMI – Sul sito è possibile leggere approfonditamente i quindici temi candidati: l’aumento degli stanziamenti pubblici per il mantenimento del patrimonio storico e artistico e delle attività culturali; una revisione delle norme che tutelano il paesaggio; piani certi per la sicurezza del territorio per contrastare i disastri ambientali; la riqualificazione dei centri storici; piani triennali di gestione delle risorse pubbliche destinate alla cultura; e ancora, incentivi all’agricoltura come fonte di cibo, lavoro, cura del paesaggio e territorio e sviluppo dell’agricoltura a Chilometro Zero; una legge speciale per il terzo settore che opera nei beni culturali, con una particolare attenzione anche ai privati come fondamentali interlocutori per la valorizzazione, la gestione e la promozione del patrimonio italiano. Altri temi sono incentivi per chi opera nei beni culturali per ridurre le imposte indirette agli enti no profit che operano nella conservazione e nella gestione dei beni culturali; più storia dell’arte a scuola; la riorganizzazione delle biblioteche e degli archivi e la loro digitalizzazione.

Il progetto MIBAC 2.0 invece è pensato per uno Stato più efficiente e moderno e si propone di adeguare le politiche culturali e di tutela e le professionalità necessarie a metterle in atto per consentire al Ministero per i Beni e le Attività Culturali un ruolo più incisivo ed attuale. Vengono proposte anche agevolazioni per i giovani, per la creazione di un fondo per favorire lo startup delle iniziative affidate a cooperative di giovani che vogliano misurarsi con la gestione e tutela di beni ed attività culturali offrendo loro deduzioni fiscali; politiche integrate per il turismo e per la tutela dell’artigianato di qualità e infine diritto allo studio e dovere di finanziarlo, soprattutto a favore dei giovani.

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