I diritti della gente. L’erosione delle libertà in Usa in nome della sicurezza

   Tempo di lettura: 6 minuti

E’ un pò che ho lasciato da parte quello che accade nella società americana distratto da molte altre cose, l’occasione di recupero mi è stata data dall’arrivo sulla scrivania di questo saggio dove, con pazienza e bravura, David Shipler, ha documentato il ​​crollo della libertà americana nel suo libro: “The Right of the People, How our search of safety invades our liberties” (I diritti del popolo: come la (“loro”) ricerca di sicurezza ha invaso la (“loro”) libertà” (Knopf, 400 pp,).
Non che gli americani sembrano preoccuparsi più di tanto. Due i timori diffusi – la criminalità e il terrorismo –  li hanno portati volentieri (se i voti congressuali sono un indicatore) a rinunciare alla libertà tutelata dalla Carta dei Diritti, dice. A Washington DC, Shipler accompagna una pattuglia della polizia in servizio alla ricerca di armi illegali con la risultante di mostrare come il come sottoproletariato nero della città, ha perso la sua protezione dal Quarto Emendamento da perquisizioni e sequestri di persona veri e propri, del tutto immotivati.

Alcune conferme sono arrivate subito. Quando ha visto i giovani, nonostante il loro diritto di rifiutare, essere sottoposti a forzate perquisizioni personali ha riconosciuto la lungimiranza di William Douglas, professore dell’università della California, che già nel 68 aveva previsto la deriva delle paure in un articolato dissenso: “Se l’individuo non è più un essere sovrano, se la polizia lo può prendere ogni volta vuole, se riescono a mettere le mani addosso a loro discrezione, entriamo in un nuovo regime “.
Nella inesausta caccia ai terroristi, sottolinea Shipler, l’intelligenza non è un istinto messo a disposizione delle agenzie investigative, basta pensare che: “se le agenzie di intelligence più importanti del mondo”  hanno preso un abbaglio così enorme per l’arsenale nascosto di Saddam Hussein”, come possono essere affidabili nel concludere che qualcuno è un terrorista?

Qualche esempio non manca e, come per certe storie horror, dimostra che – come il caso di Brandon Mayfield, un’innocente dell’Oregon che è rimasto legato da poliziotti inetti in un laboratorio dell’FBI nel 2004 e accusato di essere uno degli autori degli attentati ai treni di Madrid. Purtroppo per Mayfield, non solo era musulmano ma, per un periodo, aveva preso lezioni di volo e sua figlia di 12 anni, aveva studiato riguardo la Spagna sul computer di famiglia. Per farla breve, è stato incarcerato per omicidio di massa e messo di fronte alla prospettiva molto reale di essere condannato alla pena capitale – fino a quando le autorità spagnole, che paradossalmente non avevano mai saputo dell’indagine dell’FBI contro di lui, ha rintracciato i veri colpevoli.

La Costituzione è chiara, afferma Shipler: “Il nostro sistema si fonda sul presupposto che è molto peggio condannare ingiustamente un innocente che non riuscire a convincere del tutto una giuria di un vero colpevole e lasciarlo andare”.
Shipler non si scansa dalle minacce che il Paese ha di fronte (anche se lui è scettico sulla serietà della maggior parte dei “complotti” che ha consentito con una legge speciale la sorveglianza di massa ). “Che le indagini debbano essere aggressive è legittimo e necessario, ma le libertà personali sono sacrosante“. E, aggiunge: “dopotutto la Costituzione ha lasciato una serie di garanzie che tutelano i nostri diritti e, contemporaneamente, fornisce la migliore accuratezza possibile nei dispositivi a disposizione della giustizia penale. Se si osservano i diritti, questi portano alla affidabilità del processo.”

Non condivido la sua sfiducia nel fatto che leggi per la sicurezza sospette di essere incostituzionali finiranno per soccombere anche al “sistema di auto-correzione immunitario del Paese”, come avvenuto più volte in passato, e che ha garantito ai cittadini americani la fiducia nella tenuta del loro sistema democratico.
Shipler definisce tutta la colpa per l’erosione delle libertà attuali al Bill of Rights dell’amministrazione di George W. Bush. Tuttavia scrive con asprezza del presidente Obama e dei democratici, osservando che il Patriot-act, la famosa legge del 2001, e’ passata al Senato con un solo voto di dissenso e si fa beffe della Corte di Cassazione, come “una maledizione sulla Carta dei Diritti e che il primo afro-americano seduto sullo scranno più alto dell’amministrazione, si è ben guardato dal modificarlo o azzerarlo”.

Anche se Shipler è un liberale non dissimulato, ho il sospetto i suoi argomenti parleranno a chiunque abbia una goccia di sangue libertario – che è come dire, la maggior parte degli americani. Il suo libro è tempestivo, eloquente, solido, leale e, in quasi ogni pagina, sconvolgente. Vorrei poter aggiungere “spiritoso” e “scintillante” a questa lista, ma, secondo il mio parere è solo un libro importante che qualcuno dovrà tradurre. Si assicurano vendite soddisfacenti.

 

per BookAvenue, Michele Genchi

 

l’autore
David Shipler è stato reporter per il NYT dal 1966 al 1988 e inviato a Saigon, Mosca, Gerusalemme e Washington. E’ autore di altri saggi di politica e scienze sociali incluso il besteller Usa “Russia and the working poor”. Ha scritto pure sulla questione araba con “Arab and Jew” con cui ha vinto il Pulitzer. E’ stato un valedictorian (eccellente studente) per la Brookings Institution ha studiato al Carniege in Politica internazionale e ha insegnato alla Princeton University, alla American University Washington, D.C., al Dartmouth College. Nessuno dei suoi libri è stato tradotto da noi.

BookAvenue Newsletter

Hey, ciao 👋
Piacere di conoscerti.

La nostra newsletter arriva ogni mese. Iscriviti! Niente pubblicità e promettiamo di non abusarne.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Articoli consigliati