Podcast Unplugged. I consigli per gli acquisti per i regali di Natale.

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   Tempo di lettura: 9 minuti

La mia personalissima guida ai vostri regali di Natale in fatto di musica. I titoli di seguito spaziano dal blues, al jazz, al soul, al bossa-nova alla classica. Buon ascolto e tanti auguri. Ah!: non ce né uno nuovo, vi avviso.

Inizio con Madeleine Peyroux. E’ una acclamata cantante folk con una inclinicazione e un timbro lirico che le ha consentito di coprire gli standard jazz e blues. La bella Peyroux irrompe sulla scena internazionale negli anni ’90; viene non a torto e spesso paragonata a Billie Holiday. Ma, mentre il suo suono intimo ha certamente preso lezione dalla grande jazzista, si è ritagliata la sua nicchia stilistica distintiva, bilanciando una moderna sensibilità pop con un rispetto per le tradizioni vocali più anziane. Vi consiglio Half the perfect world. Non è un disco nuovo: è un grande disco uscito più di dieci anni fa. Insieme agli standard e le rielebaroazioni di canzoni di Tom Waits e Serge Gainsbourg, comprende anche le collaborazioni con tipetti niente male come Ks Lang. E’ il suo terzo album e imparerete ad amarla.

Jóhann Jóhannsson è uno straordinario compositore di musica da film, che si è guadagnato più di una nomination agli Oscar per aver scritto alcune colonne sonore. Ha debutatto per la prestigiosa Deustche Grammophon proprio con il disco che vi propongo: il magnifico, Orphèe. Il compositore ha tratto ispirazione dalla storia di Orfeo; ricorderete il mito dal testo di Ovidio, del suo sfortunato tentativo di salvare sua moglie Euridice dagli inferi. I brani sembrano seguire le sue meditazioni sulla morte, la rinascita, e la creatività. Il mito si riflette nella vita di Jóhannsson perchè ha a che fare con un momento importante e di passaggio della sua vita. Bellissimo, credetemi.

Dai!, non prendetemi in giro se vi consiglio un disco delle canzoni di Natale; quello che segnalo è di Diana Krall, dopotutto. Lei è bella che di più non si può e il mio due di coppia le sbava dietro da una vita, ma non sono gelosa. La raccolta è un po’ anzianotta -è di qualche anno fa- ma c’è il meglio della sua produzione a quel momento. Ha una voce che accende gli animi. Se non bastasse, ho appena comprato Quiet night, uscito più di recente dei jingles bells di questa bionda spettacolare. Il genere Bossa-nova non è una novità per Diana Krall, ma questa incisione riedita da un po’ ha un ritmo delicato che oscilla dolcemente. Non è solo una questione di ritmo però; dentro ci trovate alcuni standard come il “Walk on By” di B.Bacharach oppure abbandonatevi alle melodie di “So Nice” una canzone di Marcos Valle. Insomma: il meglio per levarsi di torno, inteso come via dalla pazza folla natalizia. Mettetevi le cuffie.

Muddy Waters è stato L’artista più importante per il blues americano del dopoguerra. Un cantante senza pari, un compositore di talento, un chitarrista di grado inarrivabile per molti e leader di forti gruppi/bands di genere. Muddy Waters è diventato un banco di prova per un certo numero di musicisti diventati a loro volta leggende vere e proprie;leggi: John Mayall, Alexis Corner fino a Eric Clapton. Che altro dire? Comprate e regalatevi “Folk Singer”. Un album che, sebbene sia del 1964 (non ero ancora nata!) suona ancora… di fresco. Qui Muddy suona con la chitarra acustica insieme ad alcuni amici dai nomi leggendari tipo: Willie Dixon (basso) James Clifton (batteria) e Buddy Guy (seconda chitarra acustica). Sono una decina di pezzi incredibili di musica blues. Dentro ci trovate: “Feel like going home” ripreso negli anni anche da altri. Ci sono pure:”My home is in the delta” e “Big leg woman” che valgono da soli il costo del cd. E andiamo…

Uno dei più dotati, visionari, e duraturi talenti mai lanciati in orbita dalla Motown, Marvin Gaye ha contribuito alla continua evoluzione della musica popolare nera. Passando dal potente R&B al soul sofisticato fino a giungere ad una forma di auto espressione intensamente politica e artistica allo stesso tempo. Il suo lavoro non solo ha ridefinito la musica soul come forza creativa, ma ha pure ampliato il suo impatto come elemento di cambiamento sociale. Volete spendere 20 euro, forse meno per un capolavoro? Bene: comprate o fatevi regalare “What’s going on”; forse il disco più importante della musica soul. Con questo disco Marvin Gaye medita su quello che era successo al sogno americano finito nel degrado delle periferie urbane, ai disastri ambientali, alla turbolenza militare, alla brutalità della polizia. Tutti temi che sembrano essere tema della cronaca di ieri. Un Philip Roth, quello di Pastorale americana, della musica Troppo forte.

Ne ho parlato altre volte ma, Kind of Blue, non è solo il momento più alto della carriera di Miles Davis, è un album che sovrasta per imponenza e altezza i suoi coetanei, si fa per dire, musicali; un record per essere considerato l’album di jazz definitivo e un lavoro unanimamente accettato per la grandezza e innovazione e forse, tra i più grandi mai usciti di musica jazz. Un disco quasi mistico per come attira gli ascoltatori. Inizia con un lento e lussuoso insieme di accordi al pianoforte di “So Wath” e da quel pezzo in poi, il disco non cambia praticamente ritmo rimanendo rilassato, a volte anche silenzioso, per tutto il tempo. Kind of Blue è all’apice del jazz mondiale per le tonalità modali e gli accordi che lo rendono un “testo base” come di un manuale per chi studia, tale da renderlo una tappa fondamentale per chi si avvicina all’ascolto di questa musica. Non vi basta? Compratevelo.

Fondato dal violinista Irvine Arditti nel 1974, mentre era uno studente presso la Royal Academy of Music di Londra, il Quartetto, che prende il suo nome, si è via via affermata come una delle formazioni cameristiche più importanti del mondo dedicati alla musica contemporanea. Centinaia di nuove opere sono state scritte per il quartetto, e il gruppo ha sempre onorato con grandi esecuzioni i compositori che hanno commissionato loro le loro opere. La lista dei musicisti che hanno scritto per il quartetto è lunghissima; ci sono compositori come: Harrison Birtwistle, John Cage, Elliott Carter. Tanta roba, insomma. Il disco che vi invito a cercare è: Gift and Greetings, Regali e Saluti. Un disco celebrativo per i 40 anni della loro attività d’avanguardia. Sembra musica da camera ma è molto, molto , molto di più. Prova ne è “Small river in distance” di Toshio Hosokawa compreso nel disco: sembra sperimentale per la sua modernità. Provare per credere.

Farei del torto a me stessa e al mio due di coppia se non dedicassi un cenno a Pat Metheny. Di gran lunga l’artista più amato di casa e presente con decine di dischi a testimonianza che si compra qualsiasi cosa abbia il suo nome in copertina, il Pat Metheny Unity Band, è composto oltre che da Pat Metheny stesso, dal sassofonista Chris Potter, dal batterista Antonio Sanchez, dal bassista Ben Williams e dal polistrumentista Giulio Carmassi. The Unity Session nasce da un’esibizione del Pat Metheny Unity Band filmata e successivamente resa disponibile in DVD: sono 15 brani di cui 13 scritti da Metheny, uno in collaborazione con Ornette Coleman e un altro composto da Ray Noble.

Ed è davvero tutto. Ancora tanti auguri e buona musica a tutti!

per BookAvenue, Francy Schirone

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